Con
il programma che hanno concordato, i nuovi governanti stanno giocando d’azzardo.
E potrebbero perdere creando una crisi economica senza precedenti. Le loro
riforme richiederebbero infatti una montagna di miliardi di euro che non
abbiamo; anzi siamo carichi di debiti.
La
loro idea è che le riforme incrementerebbero le entrate e quindi la possibilità
di investire di più. Ma si tratta di un calcolo che può essere sbagliato. Anche
perché, contemporaneamente, si vorrebbero abbassare le tasse (ai più ricchi) e
dare sussidi ai disoccupati. È facile prevedere che i conti pubblici
salterebbero, e verrebbero a mancare parecchi soldi.
Già
l’aumento dello spread sta a segnalare il pericolo. Non si tratta di una
congiura di paesi cattivi, ma di previsioni che fanno gli investitori sul
nostro debito pubblico.
La
fame di soldi è talmente forte che i nuovi governanti prevedono una rinuncia a
tanti lavori pubblici e un condono generalizzato sul pagamento delle tasse
(dopo aver criticato per anni i condoni altrui). Insomma stanno raschiando il
fondo del barile.
E
lo fanno scegliendo un Presidente del consiglio che sarebbe solo un esecutore,
non eletto da nessuno (dopo aver criticato per anni i “tecnici” non eletti dal
popolo). Se aggiungiamo che i due partiti non sono d’accordo su tanti punti, è
facile prevedere una litigiosità continua e alla fine una paralisi generale,
come quella che si è prodotta a Roma.
Insomma,
un’Italia debole, anzi debolissima.
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