È noto che
esiste uno stretto rapporto tra religione e corruzione, e tra religione e
sviluppo economico. Facciamo per esempio un confronto tra Germania, patria del
protestantesimo, e Italia, patria del cattolicesimo. Tutti vediamo che i
tedeschi hanno più senso dello Stato e sono più ligi al dovere, più ordinati e
più onesti, e tutti vediamo che gli italiani non hanno senso civico e sono più
disordinati e corrotti. Come mai? Qual è il rapporto con le rispettive
religioni?
Basta
conoscere come ebbe origine la Riforma protestante. Era l'epoca in cui la
Chiesa cattolica vendeva le assoluzioni a buon mercato. Che cosa significa? Che
dietro un corrispettivo di denaro, la Chiesa prometteva uno sconto sui peccati
commessi o addirittura la salvezza. In pratica, pagando, il peccatore credeva
di assicurarsi una certa indulgenza da parte di Dio.
Pensandoci
bene, solo l'idea di un simile scambio, di una simile compravendita, desta
orrore. Offrendo soldi alla Chiesa, si credeva di ottenere un trattamento di
favore. Ovviamente Lutero ne fu scandalizzato, fu scandalizzato dai mille
esempi di bassezza e di corruzione della Chiesa cattolica, e da lì nacque
l'iniziativa della Riforma protestante. Riforma che introdusse un rigore morale
sconosciuto fin allora tra i cattolici. Per i "protestanti" nessuna
Chiesa poteva mediare il rapporto tra l'uomo e Dio: ognuno diventava il
sacerdote di se stesso, ognuno doveva esaminare se stesso e le proprie azioni,
ognuno doveva sviluppare una propria coscienza.
Il
cattolico non ha mai assorbito simili principi; per lui la Chiesa e i preti
sono i mediatori ufficiali, e lui non deve farsi nessun esame di coscienza, non
deve sviluppare nessuna consapevolezza. Basta a tutto il sacerdote, che gli può
tranquillamente fare sconti sulla pena eterna o assolverlo dai suoi peccati. È
il principio della de-responsabilizzazione, di cui vediamo i devastanti effetti
nella vita quotidiana degli italiani.
Quando
per esempio un politico o un funzionario ladro viene colto con le mani nel
sacco, non si sente responsabile: in fondo rubava denaro dello Stato, cioè di
tutti, cioè di nessuno. Non gli viene in mente l'idea che quel denaro sia stato
pagato dai cittadini con enormi sacrifici. E lo stesso avviene con l'evasione
fiscale: non c'è senso di responsabilità, non c'è consapevolezza. Solo ora,
incomincia ad affacciarsi un barlume di coscienza. Ma, intanto, il debito
pubblico è esploso.
Nella
coscienza italiana c'è ancora la convinzione che basti pagare per
mercanteggiare con Dio. E le donazioni dei ricchi alla Chiesa vengono spesso
fatte con questa intenzione: se offro tanti soldi alla Chiesa, questa metterà
una buona parola... E la Chiesa lo lascia credere in un modo o nell'altro: tu
paga, io medio. Ma, in realtà, l'intera vita pubblica italiana si basa su questo
intrallazzo. Non si trova un lavoro se non conosci qualcuno, non puoi fare
affari se non ungi certe ruote - ci vuole sempre il mediatore. Ecco dunque il
rapporto tra religione, livello di moralità e consapevolezza.
Nella
testa del cattolico, Dio proprio non esiste, è lontanissimo. Ma esiste questa
strana struttura, la Chiesa , tutta fatta da uomini con i quali si può sempre
trattare.