sabato 25 aprile 2015

La liberazione

Oggi si celebra il settantesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo. Ma non si tratta solo di liberarsi di una dittatura o di un’oppressione politica, ideologia e militare.
Il processo di liberazione è molto più profondo.
Dobbiamo liberarci dalle opinioni, dai luoghi comuni, dal pensiero convenzionale, dai tanti condizionamenti. Ci sembra di essere liberi, ma non lo siamo. Continuiamo ad essere oppressi dai pregiudizi, dalle credenze infondate, dalla potenza dei media, dalle paure irrazionali, dai comportamenti meccanici.
Se è relativamente facile liberarsi da un nemico esterno, è molto più difficile, ma altrettanto doveroso, liberarsi dal nemico che portiamo dentro di noi, dalla nostra parte oscura e oscurantista.

Dobbiamo renderci conto di essere comunque degli schiavi. E che solo la consapevolezza può liberarci.

venerdì 10 aprile 2015

Persecuzioni religiose

Oggi leggo che una scuola USA rifiuta un professore perché gay. Nello stesso tempo il Vaticano non accetta l’accreditamento dell’ambasciatore francese perché è omosessuale.
La Regione Lombardia (in mano ai cattolici) è stata condannata dal Consiglio di Stato perché aveva messo a pagamento la fecondazione eterologa (osteggiata dalla Chiesa)…
E questa sarebbe la “religione dell’amore?”
Ma il Papa non aveva detto: “Chi sono io per giudicare?”

Non solo giudicano, ma discriminano, puniscono, perseguitano.

lunedì 6 aprile 2015

Il condizionamento religioso

Non è vero che il concetto di Dio – Dio come Persona, non come un principio o un’energia impersonale - sia naturale. È un prodotto mentale. Noi lo mettiamo in testa ai bambini parlandone loro fin da piccoli.
Ma, se prendessimo un gruppo di bambini e li allevassimo in un’isola deserta eliminando ogni riferimento culturale a Dio, loro non ci penserebbero – soprattutto non penserebbero mai ad un Dio storico, ad uno degli Iddii delle religioni.
Ci sono culture dove questo concetto non esiste.
Il Italia condizioniamo immediatamente i bambini con tale concetto – ed è per questo che la Chiesa fa di tutto per inserire l’insegnamento della sua dottrina negli asili e nelle scuole. A quel punto i bambini sono costretti a fare i conti con questa idea… fino a che diventeranno dubbiosi, indifferenti o atei, di fronte all’evidenza che Dio non c’è o non li aiuta (ma anche gli atei faranno comunque riferimento al concetto). Insomma non si sfugge al condizionamento culturale. Il che avviene in tutto l’Occidente cristiano, nel mondo musulmano e nella cultura induista.
Sarebbe ora che decondizionassimo le menti dei nostri figli. Ma ormai il “peccato originale” è stato commesso (dai preti) e ritornare allo stato di naturalezza è difficile. È necessario lavorare con contro-idee e con lo sviluppo di una retta visione e della consapevolezza, che siano in grado di far vedere come noi crediamo a ciò che la cultura ci spinge a credere.


Finanziamenti illeciti

Credevamo di aver eliminato il finanziamento pubblico alla politica. Ma oggi scopriamo che, attraverso le fondazioni, viene incoraggiato il finanziamento privato ai politici. La cosa in sé non sarebbe sbagliata, se fosse obbligatorio pubblicare gli elenchi dei finanziatori, in modo da verificare se ottengono favori in cambio.
Ma, guarda caso, da noi questo è vietato dalla legge (fatta dai politici).
Insomma, in Italia, gli odioso privilegi dei politici e le loro ruberie occulte non finiscono mai.

Un solo consigliere pugliese ha rinunciato, di recente, ad un vitalizio di quattromila euro al mese dicendo che era ingiusto. E gli altri? Incassano senza fiatare. Del resto, da noi si è sempre detto che la politica serve a questo: a far soldi con facilità.

domenica 5 aprile 2015

Protestanti e cattolici: religione e corruzione

È noto che esiste uno stretto rapporto tra religione e corruzione, e tra religione e sviluppo economico. Facciamo per esempio un confronto tra Germania, patria del protestantesimo, e Italia, patria del cattolicesimo. Tutti vediamo che i tedeschi hanno più senso dello Stato e sono più ligi al dovere, più ordinati e più onesti, e tutti vediamo che gli italiani non hanno senso civico e sono più disordinati e corrotti. Come mai? Qual è il rapporto con le rispettive religioni?
 Basta conoscere come ebbe origine la Riforma protestante. Era l'epoca in cui la Chiesa cattolica vendeva le assoluzioni a buon mercato. Che cosa significa? Che dietro un corrispettivo di denaro, la Chiesa prometteva uno sconto sui peccati commessi o addirittura la salvezza. In pratica, pagando, il peccatore credeva di assicurarsi una certa indulgenza da parte di Dio.
 Pensandoci bene, solo l'idea di un simile scambio, di una simile compravendita, desta orrore. Offrendo soldi alla Chiesa, si credeva di ottenere un trattamento di favore. Ovviamente Lutero ne fu scandalizzato, fu scandalizzato dai mille esempi di bassezza e di corruzione della Chiesa cattolica, e da lì nacque l'iniziativa della Riforma protestante. Riforma che introdusse un rigore morale sconosciuto fin allora tra i cattolici. Per i "protestanti" nessuna Chiesa poteva mediare il rapporto tra l'uomo e Dio: ognuno diventava il sacerdote di se stesso, ognuno doveva esaminare se stesso e le proprie azioni, ognuno doveva sviluppare una propria coscienza.
 Il cattolico non ha mai assorbito simili principi; per lui la Chiesa e i preti sono i mediatori ufficiali, e lui non deve farsi nessun esame di coscienza, non deve sviluppare nessuna consapevolezza. Basta a tutto il sacerdote, che gli può tranquillamente fare sconti sulla pena eterna o assolverlo dai suoi peccati. È il principio della de-responsabilizzazione, di cui vediamo i devastanti effetti nella vita quotidiana degli italiani.
 Quando per esempio un politico o un funzionario ladro viene colto con le mani nel sacco, non si sente responsabile: in fondo rubava denaro dello Stato, cioè di tutti, cioè di nessuno. Non gli viene in mente l'idea che quel denaro sia stato pagato dai cittadini con enormi sacrifici. E lo stesso avviene con l'evasione fiscale: non c'è senso di responsabilità, non c'è consapevolezza. Solo ora, incomincia ad affacciarsi un barlume di coscienza. Ma, intanto, il debito pubblico è esploso.
 Nella coscienza italiana c'è ancora la convinzione che basti pagare per mercanteggiare con Dio. E le donazioni dei ricchi alla Chiesa vengono spesso fatte con questa intenzione: se offro tanti soldi alla Chiesa, questa metterà una buona parola... E la Chiesa lo lascia credere in un modo o nell'altro: tu paga, io medio. Ma, in realtà, l'intera vita pubblica italiana si basa su questo intrallazzo. Non si trova un lavoro se non conosci qualcuno, non puoi fare affari se non ungi certe ruote - ci vuole sempre il mediatore. Ecco dunque il rapporto tra religione, livello di moralità e consapevolezza.
 Nella testa del cattolico, Dio proprio non esiste, è lontanissimo. Ma esiste questa strana struttura, la Chiesa , tutta fatta da uomini con i quali si può sempre trattare.

sabato 4 aprile 2015

Riti pasquali

In questi giorni di Pasqua, tra riti religiosi e riti calcistici non so cosa sia più alienante. Il solito conformismo radio-televisivo ce li ammannisce senza risparmio.

In fondo tali riti svolgono la stessa funzione: distrarre l’attenzione degli italioti da quanto sono tartassati e turlupinati da Stato e Chiesa, in questo sempre solidali.

giovedì 2 aprile 2015

L'Expo delle meraviglie

Ho paura che l’Expo di Milano sarà l’esposizione della cialtroneria italica. Siamo a tre settimane dall’inaugurazione e quasi niente è pronto.
Si dimostra che la crisi italiana è una crisi di sistema – è la crisi di tutto un popolo. Abbiamo già dato uno spettacolo penoso della nostra incapacità a realizzare grandi opere, ad assumerci impegni, a rispettare le scadenze, a organizzarci per tempo, a fare qualcosa senza rubare. È l’intera Italia che è così.

Abbiamo avuto anni per organizzarci, ma abbiamo perso tempo a litigare in beghe politiche, amministrative e burocratiche. È lo specchio della vita sciale di questo paese. Adesso ci scapicolliamo per chiudere i lavori all’ultimo istante. E stiamo comprando grandi paraventi per nascondere le opere incompiute. Sì, per nascondere la nostra vergogna.

mercoledì 1 aprile 2015

Sante esenzioni

Come avevamo ampiamente previsto, è stato raggiunto un accordo fra Stato e Chiesa, secondo cui il Vaticano non pagherà mai un euro di tasse sugli immobili. Si stabilisce infatti che saranno esentati gli immobili “destinati esclusivamente allo svolgimento, con modalità non commerciali, di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di religione o di culto”.
Una presa in giro. Perché il Vaticano non dichiarerà mai che un suo immobile non rientra in una di queste attività.
Pagheremo noi anche per le immense proprietà della Chiesa.
Felici?

Eppure, l’intera religiosità cattolica si basa, come ho mostrato in precedenza, su un rapporto “commerciale” con il suo presunto Dio. Dare e avere, premi e castighi, investimenti in buone azioni, ricompense, sconti di pena, acquisizioni di meriti, amministrazioni oculate, frutti, ecc. Non stiamo per celebrare l’ennesima vendita delle indulgenze?

La guerra degli italioti

Gli italioti, sempre pronti a credere nelle scorciatoie facili, s’illudono che basti una legge per risolvere il problema della corruzione. Ma, come ci ricordano gli storici e i sociologi, il familismo, il clientelismo e la mentalità mafiosa – favoriti da una cultura cattolica che non rispetta lo Stato e non responsabilizza i credenti - non sono nati ieri: hanno almeno qualche secolo.
Anche se noi italiani non amiamo la verità, diciamo le cose come stanno: la guerra contro le corruzioni e le mafie l’abbiamo perduta. Ed è stata perduta perché non abbiamo avuto la volontà di vincerla.

Evidentemente, il torbido, il malaffare e la zona grigia fra legalità e illegalità ci piacciono. È un’acqua sporca dove molti navigano benissimo.