venerdì 28 ottobre 2011

Il paese dei disastri

Avendo ormai una certa età, possso dire di aver visto frane, smottamenti, alluvioni, crolli e disastri vari ad ogni pie' sospinto. Sono decenni che sappiamo che il nostro territorio è a rischio, ma non è mai stato fatto niente, anche perché mettere a posto fiumi, monti e colline non porta voti. In compenso si sogna di costruire un ponte di Messina che crollerebbe inevitabilmente poco dopo, per qualche terremoto o smottamento. Tutti questi disastri erano prevedibili ed evitabili. Ma nessun parlamento se ne è mai occupato. Questo parlamento invece si è occupato di salvare Berlusconi dai processi o dalle intercettazioni. E qui arriviamo al grande difetto degli italiani: l'imprevidenza. Pare che il nostro popolo si sia addormentato e che non pensi più al futuro - anzi, proprio non pensa più. Tra i disastri annunciati c'è anche il deficit dello Stato che da molti anni si va accumulando. Molti ripetevano che prima o poi sarebbe arrivato il conto da pagare. Abbiamo rimandato i problemi al futuro, ed ormai il futuro è qui. Un altro disastro annunciato è il governo Berlusconi. Si sapeva che l'uomo non era all'altezza e che si occupava solo dei suoi interessi personali. Ma anche qui non si è fatto niente per frenare questa autentica calamità. E oggi paghiamo il conto della nostra imprevidenza, del non voler riflettere su nulla, della nostra stupidità. Si sveglieranno ora gli italiani? Quante batoste dovranno ancora prendere prima di ricominciare a pensare con la propria testa?

Promesse da marinaio

Berlusconi canta vittoria perché i capi europei hanno approvato la sua lettera di intenti. Ma noi di questi programmi sentiamo parlare da decenni e sappiamo che non verranno mai realizzati. Conosciamo ormai l'uomo e il valore delle sue promesse (non doveva anche sconfiggere il cancro?). Così, dopo aver infinocchiato metà degli italiani, Berlusconi infinocchia anche i leader europei? Non credo. Credo che tutti lo aspettino al varco. E che soprattutto i mercati lo puniranno molto presto... quando si accorgeranno che le sue sono promesse da marinaio. Purtroppo, chi pagherà saranno i poveri. Berlusconi, per riuscire a stare in sella qualche altra settimana, ha svenduto l'Italia, anzi gli italiani... che si ritroveranno sempre più poveri e disoccupati. Le misure sono infatti basate su sacrifici imposti ai lavoratori, che diventeranno in pratica tutti precari, in balia dei padroni. Nessuna misura è prevista per i ricchi e per la casta dei politici. Forse l'Italia non fallirà, ma gran parte degli italiani sì.

domenica 23 ottobre 2011

Come foglie

Morto Gheddafi. Non aveva neanche tentato di fuggire dal suo paese. Pensava di essere insostituibile e invincibile; non aveva consapevolezza che la cosa più importante è la vita, non il potere. Il meno che si possa dire è che aveva presunto troppo da se stesso. Che sia di lezione ai palloni gonfiati di casa nostra, che si credono insostituibili, uomini della Provvidenza, unti da Dio. Nei nostri ruoli sociali, tutti siamo sostituibili. Solo il nucleo dell'essere personale è individuale e unico. Anche il più grande potente è importante quanto una foglia.

venerdì 21 ottobre 2011

Prostituzione

Quello che dà più fastidio nel comportamento di Berlusconi è che certe sue escort, dopo essere state usate o per essere usate, vengano fatte assumere da qualche ente pubblico - e quindi vengano pagate con denaro nostro. E, tanto per rimanere in tema di prostituzione, dà  anche fastidio che certi giornalisti, che lavorano nei giornali di Berlusconi, siano per di più pagati con denaro pubblico per difendere il loro padrone sulle televisioni di Stato. Non è uso del denaro pubblico per interessi privati? E poi mancano i soldi per lo sviluppo economico.

martedì 18 ottobre 2011

Welfare State

La distruzione dello Stato sociale, la più grande conquista del Novecento, è il frutto di una ideologia neoliberista che vuole favorire i ricchi a discapito dei poveri. Ma distruggere lo Stato sociale (scuola, sanità, pensioni, aiuti alla famiglia, ecc.) significa distruggere lo Stato, perché nel momento in cui lo Stato non assicura più nulla non c'è più motivo di riconoscere lo Stato. E' qui che si salda il neocapitalismo selvaggio con il leghismo: mentre il primo intende solo privilegiare i ricchi ed è quindi indifferente alle sorti degli altri, il secondo vuole distruggere lo Stato sociale per distruggere lo Stato tout court. Ecco perché in Italia Bossi e Berlusconi vanno tanto d'accordo: si tratta in realtà di un legame profondo, anche se con obiettivi diversi. Berlusconi vuole semplicemente aumentare i privilegi dei ricchi, Bossi vuole annientare l'unità dello Stato italiano. Lo ha già detto chiaramente. E non vi dico chi farà le spese di questa alleanza diabolica.

lunedì 17 ottobre 2011

Gli indignati

Tanti discorsi sulle violenze di piazza nella recente manifestazione di Roma. Ma pochi ricordano quale violenza si abbatta sui giovani, sui disoccupati, sui tartassati, sui poveri, sui licenziati, sui pensionati a minimo, su chi deve fare continuamente sacrifici per sopravvivere a causa di una crisi economica scatenata da speculatori che continuano ad arricchirsi. Questo tipo di violenza non è rappresentabile, non fa effetto, non si può fotagrafare e quindi è accettato come inevitabile. Una sassata invece viene condannata da tutti i benpensanti che affollano le trasmissioni radiofoniche e televisive. Oh, che orrore! La violenza quotidiana che si esercita su milioni di individui suscita tutt'al più qualche pacata riflessione, ma la distruzione di una vetrina... quella sì che è da condannare e da reprimere.

domenica 16 ottobre 2011

Gli effetti nefasti della Chiesa

Hans Kung, nel suo ultimo libro Salviamo la Chiesa (Rizzoli), sostiene che la Chiesa cattolica sta attraversando la sua crisi più grave dai tempi della Riforma luterana; e il motivo è la sua struttura monarchica, che impedisce ogni rinnovamento. Infatti, dopo aver affossato il Concilio, i due ultimi papi si sono arroccati nei dogmi e nella tradizioni più oscurantiste senza più tener conto delle esigenze dei fedeli e nascondendo deliberatamente scandali come quello della pedofilia. Concordo e aggiungo che sull'Italia - l'unico paese al mondo che ha ceduto parte della sua sovranità alla Chiesa - questa Controriforma di sapore medievale ha avuto effetti nefasti, non solo sulle innumerevoli leggi sociali che sono state stoppate e che avrebbero ammodernato il paese, ma anche sull'ultimo regime politico, che dalla Chiesa prende esempio per esercitare impunemente forme di neofascismo, in dispregio anch'essi delle esigenze dei cittadini. Proprio come nel ventennio fascista, nel ventennio berlusconiano la Chiesa ha benedetto e appoggiato il regime, e ha osannato l'uomo della Provvidenza. Uno di questi osannatori era don Verzé, un altro uomo della Provvidenza che è finito fallito. Più volte ha dichiarato la sua amicizia e il suo appoggio a Berlusconi. Io però, a differenza di Hans Kung, ritengo che questa sia semplicemente la Chiesa cattolica, un'istituzione che non può essere in nessun modo salvata. Il suo autoritarismo, il suo totalitarismo è costituzionale. Non è bastato un papa come Giovanni XXIII a salvarla. E infatti lui è stato subito dimenticato. Era l'eccezione, non la regola.

mercoledì 5 ottobre 2011

Il bavaglio

Il decreto sulle intercettazioni che il governo sta preparando è una vergogna, una legge che interessa solo il premier, il quale vorrebbe che i giornali non parlassero delle sue malefatte. Ed è ignobile che, in questi giorni in cui l'Italia rischia il collasso, il Parlamento debba occuparsi di imbavagliare la stampa. Quando troveremo gente responsabile anziché servi di regime?

lunedì 3 ottobre 2011

L'Italietta

La recente sentenza sul caso di Perugia ci conferma l'immagine deprimente della solita Italietta, arruffona e incapace. Ci dice che la polizia scientifica è ben poco affidabile e che i giudici giudicano sull'emozione del momento. Ci dice che abbiamo un rapporto di sudditanza con gli USA. Ci dice che le nostre leggi sono caotiche. Ci dice che i ricchi e potenti riescono sempre a farla franca - possono tranquillamente rifiutarsi di presentarsi anche se convocati e se la ridono allegramente dei processi a loro carico. Del resto in galera finiscono solo gli immigrati, i poveracci e... i negri appunto.