venerdì 31 gennaio 2014

Il paese delle ingiustizie

Tutti hanno visto l'incapacità dei nostri governanti nel caso dei due marò trattenuti in India. Qui l'ingiustizia viene fatta a noi, e viene favorita dalla nostra inettitudine, dalla nostra mancanza di credibilità internazionale. Una cosa del genere non sarebbe mai accaduta ad una vera potenza occidentale. Solo il nostro caos interno (ma chi comanda i militari su una nave italiana che naviga in acque extraterritoriali?) produce all'estero il non-rispetto: gli italiani vanno bene per ridere delle loro commedie, ma non sono gente seria.
Poi c'è il caso di Amanda Knox, una ragazza americana che ha ucciso a Perugia una studentessa inglese. Qui si è permesso, tramite un'assoluzione temporanea, che la colpevole tornasse in Usa, da dove ovviamente non sarà mai estradata. Adesso viene ribadita la condanna, ma la ragazza vive libera e protetta in America. Ingiustizia è fatta.
Ricordiamo che gli americani non hanno mai permesso che i loro cittadini venissero estradati, anche se giudicati colpevoli di delitti; e non hanno mai consentito che i loro militari venissero trattenuti nei paesi in cui hanno commesso dei misfatti. Questo fu il caso del Cermis, dove un aereo militare americano tranciò per gioco il cavo di una funivia, provocando decine di morti. Il militare se ne tornò tranquillamente in America, dove, dopo un processo farsesco, fu liberato. Ingiustizia fu fatta.
In compenso, gli americani si permettono di trattenere, imprigionare, condannare e tenere in galera cittadini italiani, senza che ci siano prove certe della loro colpevolezza. E qui parecchie ingiustizie sono state fatte.
Insomma, resta il fatto che l'Italia, in ambito internazionale, conta come il due di briscola. Per la sua mancanza di serietà, per il suo comportamento buffonesco, per il suo caos interno, non gode di nessuna autorevolezza. Figuriamoci se gode di autorità.

giovedì 30 gennaio 2014

La baraonda italica

Gli italioti non hanno mai fatto una vera rivoluzione. Protestano scompostamente, si agitano, gridano e si dimenano. Ma, non avendo senso civico, non sono capaci di unirsi per costituire un movimento razionale e unitario di rivolta. Quindi si danno alla protesta estemporanea e confusa, che dura sempre poco. Una baraonda, appunto, senza capo né coda. Nasce all'improvviso e muore velocemente.
La baraonda italica è particolarmente evidente in politica, dove i partiti lottano accanitamente e quotidianamente gli uni contro gli altri non per il bene generale, ma per i propri interessi particolari. Lo scontro politico è simile ad una lotta tra bande che prevede ogni tipo di agguato e di inganno, e nessuna preoccupazione dell'interesse generale. Anche i nuovi partiti non sono diversi dai vecchi, nel senso che nascono sull'onda di proteste, ma mirano sempre ad ostacolare o ad abbattere le istituzioni, senza preoccuparsi di ciò è utile al paese.
L'Italia è un paese cattolico dove ognuno pensa per sé, preti compresi. E tutti si danno a gesti melodrammatici. Quando i partiti sono all'opposizione, criticano ferocemente quelli che sono al governo; ma, una volta giunti al governo, si rivelano degli incapaci o si mettono a rubare i soldi pubblici come tutti gli altri.
La baraonda è il nostro stato abituale. Proteste, manifestazioni, gesti eclatanti, leggi e tasse improvvisate, riforme che si annunciano da cinquant'anni ma che non si fanno mai... il tutto senza costrutto, senza un'idea di una soluzione. In fondo gli italioti vivono bene nel caos e non riuscirebbero a sopportare uno Stato ordinato e razionale, dove tutto funziona regolarmente. Vivono in un'Europa che sentono estranea perché vorrebbe imporre (pensate un po') regole e coerenza.
L'italiota ama gli slogan, i dogmi inconfutabili, i luoghi comuni, le enunciazioni generali e le scene farsesche. All'epoca del terrorismo, tutti parlavano per frasi fatte e per ideologie; non c'era nessuno che pensasse con la propria testa. E il terrorismo è finito perché era una grossa baraonda, come quella del '68, dove tutti protestavano ma nessuno aveva un'idea di che cosa si dovesse fare per risolvere i problemi.
Oggi in politica sono arrivati nuovi partiti e i giovani. Ma la musica non cambia. Se prendiamo per esempio i Cinquestelle, vediamo che continuano a fare scenate, a recitare la parte dei rivoluzionari, a sparare grandi propositi di riforma e ad accusare tutti. Però, se qualcuno li mettesse a governare, non saprebbero dirigere nemmeno il traffico. Anche loro si danno alla baraonda, senza sapere che cosa fare. L'importante è sfasciare tutto, l'importante è recitare una qualche parte nell'italica commedia dell'arte.

venerdì 24 gennaio 2014

Film religiosi

Alla televisione di Stato che, con i nostri soldi, riempie i palinsesti di insulsi filmetti che hanno per protagonisti preti e suore, pressoché perfetti (così perfetti da essere inverosimili), proporrei un film su monsignor Nunzio Scarano, l'ex contabile dell'Apsa (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica), che, per ordine della Procura di Salerno, ha ricevuto un'ordinanza di custodia cautelare che riguarda anche il sacerdote Luigi Noli. Nell'ordinanza di custodia il gip Dolores Zarone definisce monsignor Nunzio Scarano "una persona inquietante. Alto prelato e formale uomo di chiesa del Vaticano eppure soggetto dedito alla vita mondana in grado di ricorrere a ingannevoli e spregiudicati artifizi per non figurare nelle operazioni finanziarie".
Monsignor Scarano avrebbe consentito ai componenti della famiglia di armatori D'Amico di riciclare "in modo sistematico" elevati importi di denaro di "dubbia provenienza", che sarebbero frutto di evasione fiscale. Gli sono contestati i reati di concorso in riciclaggio e falso in atto pubblico. La Guardia di Finanza ha accertato "finte donazioni" per case di cura e per anziani del valore di circa 6 milioni di euro, provenienti da società offshore e transitate sui suoi conti presso un'agenzia Unicredit e presso l'immancabile regina del riciclaggio, la banca vaticana dello Ior. Somme reimpiegate per l'acquisto di beni e quadri d'autore, per costituire società e anche per l'estinzione di un mutuo ipotecario intestato a una società immobiliare di cui Scarano è socio . Le persone indagate sono 52. Sequestrati beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore stimato di 2 milioni di euro.

Che ne dite? Non sarebbe un formidabile argomento per un film che volesse fare un ritratto dell'Italia e della Chiesa di oggi? Certo, non sarebbe un filmetto zuccheroso e il Vaticano protesterebbe, ma sarebbe finalmente un'irruzione di realismo in quella melassa di cinepanettoni a sfondo religioso di cui la televisione di Stato è così generosa.

Tranquillanti di Stato

Una volta si diceva che la religione è l' "oppio dei popoli". Oggi, da come la utilizzano in Italia i nostri telegiornali di Stato, è più che altro un tranquillante. Quando non c'è nessuna notizia o ci sono troppe brutte notizie, ecco che viene trasmesso l'immancabile discorso del Papa, con sfondo di musiche celestiali.
Allora, tutti si rasserenano - o si addormentano. Un po ' come la camomilla.

Un paese cattolico

Uno straniero che arrivasse in Italia, da cosa scoprirebbe che il nostro è un paese cattolico? Non dal grande numero di chiese (per lo più deserte), né dalla moralità del popolo (che è uno dei più corrotti d'Europa), ma dall'onnipresenza del Papa nei programmi radio-televisivi e dalla marea di stucchevoli filmetti su preti, suore e santi. Tutto qui.

giovedì 23 gennaio 2014

L'istrione

Beppe Grillo, prima di entrare in politica, viveva facendo spettacoli comici.
Adesso, pure.
Solo che, prima, faceva ridere.

È vero che la politica è degenerata. Ma perché  Grillo, se ha cambiato mestiere, non riesce ad esprimersi in un tono normale, senza gridare con voce stridula, senza insultare e senza agitarsi come un istrione sul palco? Forse non ha cambiato mestiere.
Quando lo vedo agitarsi, mi sembra  una delle tante macchiette italiche. Siamo sempre nella commedia dell'arte.

mercoledì 22 gennaio 2014

Il fallimento delle regioni

Che il federalismo, introdotto per tacitare la Lega, fosse un boccone avvelenato, lo avevamo capito da tempo. Ora si scopre che dovremmo eliminare le Provincie, e che le Regioni stesse sono un grave pericolo per i conti dello Stato italiano. Alcune sono addirittura a rischio di default per voragini nei bilanci. Come leggiamo su Il Sole 24 Ore,  "metà dei consiglieri dei parlamentini regionali sono sotto inchiesta, in genere per uso improprio di fondi, nonostante i loro principeschi trattamenti: milioni di euro finiti in rolex, tablet, profumi, cene lussuose, tutto, più o meno, sulle tracce dell'ineffabile Fiorito. Nell'annus horribilis delle Regioni, il 2012, sono cadute tre giunte della stazza di Sicilia, Lazio e Lombardia. Debito, corruzione e sprechi fluiscono al centro come nelle periferie. L'ultima notizia è che in Sicilia risultano indagati 97, tra consiglieri e funzionari regionali, per illecito utilizzo dei rimborsi spettanti ai gruppi consiliari."
Insomma, come quasi tutte le idee scaturite dalla Lega, anche questa è fallimentare. Le Regioni avrebbero dovuto essere più vicine ai cittadini. Ma in realtà sono altrettanti statarelli, con la solita burocrazia ottusa. E tutte mangiano soldi, legalmente o illegalmente.
Come ho sempre sostenuto, per governare meglio, sarebbe bastato un semplice decentramento amministrativo. In Italia bisogna ridurre i livelli politici, semplificarli al massimo. Non moltiplicarli per diciannove.
Adesso c'è una guerra continua tra Stato e regioni. Ma a noi interessa poco chi vincerà. Sappiamo invece chi perderà: i cittadini che dovranno saldare il conto.

domenica 19 gennaio 2014

I tartassati

Dopo che il solito ministro incapace aveva assicurato che quest'anno avremmo pagato meno tasse, ecco che abbiamo già tre tasse da pagare, tutte insieme: tares, canone Rai e mini-imu. Quest'ultima è un capolavoro dell'italian style: infatti, prima avevano detto che l'avevano abolita, ma poi hanno aggiunto che una parte era ancora da pagare.
Naturalmente si mettono scadenze strette e si rendono complicati i calcoli. E quindi bisogna far file per chiedere informazioni, per trovare i moduli e per pagare. Spreco di tempo e di denaro per la solita inettitudine dei nostri governanti, che evidentemente non sono capaci né di fare i conti né di organizzarsi.
Si tratta del consueto caos italico, dove si sommano impreparazione, improvvisazione, dilettantismo e disorganizzazione. Nessuno ha pensato di rimandare le scadenze o di inviare a casa i moduli prestampati.
Conoscete un altro paese al mondo dove non solo si impongono tasse da una settimana all'altra, ma si rende anche difficile pagarle?

Profonda sintonia?

Il leader della sinistra, Renzi, dichiara di essere in profonda sintonia con Berlusconi, il leader della destra appena condannato per frode fiscale. Ora, i casi sono due: o la sinistra è diventata destra o la destra è diventata sinistra.
Certo, Berlusconi può dormire sonni tranquilli. Non appena la sua immagine si appanna, ecco che arriva qualcuno dalla sinistra a risollevarlo.

mercoledì 15 gennaio 2014

Il caso dei due marò

Il caso dei due marò detenuti in India esemplifica alla perfezione l'inettitudine dei nostri governanti. Tutto il mondo ride di noi, e si domanda: "Ma si può essere così fessi?"
Purtroppo, sì.
Una catena di errori che verrà ricordata nei libri di storia.
Primo, un capitano che naviga in acque internazionali e che rientra nelle acque territoriali dell'India per dare chiarimenti. Evidentemente, la razza degli Schettino non è finita con il naufragio della Costa Concordia.
Poi, eravamo riusciti a farli rientrare in Italia e abbiamo dichiarato che non li avremmo più rimandati in India. E avremmo fatto bene. Vi immaginate gli Stati Uniti o la Francia che rimandano due loro militari in un paese dove rischiano la pena di morte? A raccontarlo in giro, non ci credono.
A questo punto, il ritorno in India e la caduta in un sistema giudiziario - quello indiano - che è ancora peggiore del nostro (il che è tutto dire).
Li abbiamo rimandati in India perché avevamo paura che l'India non firmasse un contratto con la Finmeccanica. E, adesso che non è stato confermato, ci rimangono il danno e la beffa. Fra l'altro, noi siamo stati leali. Ma l'India no.
Come governare con una tale congerie di incapaci? Evidentemente, quando da noi nasce un deficiente, la mamma gli dice: "Figlio mio, visto che non sai fare niente, farai il ministro".

martedì 14 gennaio 2014

I parassiti della politica

Se non avete né arte né parte, se non sapete fare nulla, una strada l'avete sempre - potete darvi alla politica. Per darsi alla politica, infatti, non c'è bisogno di avere un mestiere, una qualche capacità; basta saper parlare e, talvolta, nemmeno quello. Vanno bene anche le prostitute e gli analfabeti. Si calcola che in Italia ci siano almeno un milione e duecentomila persone che si occupano di politica, cioè che non sanno fare niente. Le troviamo dappertutto: nello Stato centrale, nelle Regioni, nelle Provincie, nei Comuni, nella sanità, nella Aziende pubbliche, nelle Università e nei posti più incredibili.
Non solo sono degli incapaci, ma guadagnano cifre favolose e godono di privilegi inimmaginabili. Ci sono presidenti di Regione che guadagnano più di Obama.
Il guaio di queste persone è che pretendono di governare o di amministrare, e quindi provocano danni incalcolabili. Nessuno è più capace di fare una legge che sia costituzionale, che non crei più problemi di quelli che vorrebbe risolvere. E molti, non contenti dei privilegi, rubano denaro pubblico. Dal nord al sud, non esiste giunta o amministrazione in cui non ci sia qualche politico che addebiti allo Stato, cioè a noi, spese del tutto personali, come cene, apparecchi elettronici, automobili, affitti, collaboratori, capi di abbigliamento e quant'altro.
Schiacciata da un simile peso, l'Italia sta per affondare. E, per mantenere questo esercito di inetti, si impongono tasse inique a tutti i cittadini, con preferenza per i più poveri. Oggi, per esempio, si deve pagare parte considerevole di una tassa sulla casa che era stata abolita, ma che i Comuni avevano già aumentata. E invece di cacciare i sindaci che l'avevano avventatamente aumentata, si fa pagare l'aumento al cittadino inerme. Così quest'anno si pagherà non un'IMU sola, ma due.
Ogni tanto qualcuno cerca di ridurre i costi della politica. Ma, per quanto li si riduca, spuntano fuori ogni giorno nuovi privilegi e nuovi aumenti. E non c'è pericolo che qualche partito politico si opponga. Chi si oppone, lo fa prima di entrare in politica. Poi ci entra, e smette subito di protestare. Quando si tratta di attribuirsi privilegi, nessuno fa opposizione, tutti uniti a rubare.
C'è un progetto di legge per diminuire il numero dei politici o per tagliare il Senato (un inutile doppione della Camera) o le Provincie. Ma ne sentiamo parlare da decenni, senza che sia mai stato fatto nulla. D'altra parte, come può il ladro tagliarsi la mano che ruba? Non è naturale.
Il problema non è certo nuovo: da noi conoscere un politico è sempre stata considerata una fortuna. "Non conosciamo qualcuno?" ci si è sempre domandati nelle famiglie. Perché un politico può farti avere un lavoro, che ovviamente non sei capace di fare, ma per il quale sarai pagato lautamente. Ci sarà dunque un doppio costo: quello del pagamento diretto del politico inetto e quello dei danni da lui provocati.
Il colpo di grazia è stato dato dal federalismo introdotto per tenere buona la Lega (Lega che - dopo aver inveito contro "Roma ladrona", si è messa subito a rubare). Con questo sistema, infatti, si sono moltiplicati per diciannove (quante sono le Regioni) i costi della politica. E oggi nessuno sa più come tamponare le falle. Ne chiudi una da una parte e se ne aprono cento dall'altra.
Adesso tocca al Movimento Cinque Stelle, entrato in politica proprio per protestare contro la casta. I suoi parlamentari si sono sì ridotti un po' gli emolumenti, ma hanno subito assunto parenti e amici come consulenti pagati... da noi.
Siamo schiacciati dalle tasse anche per poter mantenere questo esercito di parassiti. Infatti nessuno riesce mai a tagliare significativamente la spesa pubblica. Si taglia un rametto e subito dopo ci si trova davanti a un tronco. Si risparmia qualche decina di milioni di euro, ma si scopre che la politica costa miliardi.
Vi domanderete perché il cittadino indignato non si ribelli. Un po' lo fa, a parole. Le trasmissioni televisive sono piene di gente che protesta e si lamenta. Ma la loro speranza non è tanto quella di cacciare i tanti politici fasulli che imperversano con i loro discorsi banali nelle televisioni, nelle radio e sui giornali, quanto quella di diventare prima o poi dei politici anche loro. Hanno comunque la preparazione necessaria: cioè, non sanno fare niente.

domenica 12 gennaio 2014

L'immobilismo italico

Reazionario è colui che si oppone ad ogni cambiamento. Non appena c'è qualcosa di nuovo, lui dice di no. E questa è la cultura cattolica - reazionaria. Dice no alla fecondazione assistita, no alle unioni civili, no al divorzio, no alla pillola, no al matrimonio gay, eccetera eccetera.
Avrete notato la reazione immediata dimostrata dagli uomini di destra alla proposta di Renzi di riconoscere le unioni civili. Sono scattati fuori come tante vipere. Più papisti del Papa Francesco, il quale aveva detto: "Chi sono io per giudicare?"
Già, chi sono loro per giudicare?
Il risultato è che la società italiana è la più reazionaria del mondo, ed è così irrigidita da sembrare... morta.

mercoledì 8 gennaio 2014

La criminalità organizzata

Per capire lo Stato italiano ci vorrebbe un criminologo. Sì, perché il suo comportamento si basa spesso sul sopruso e sull'illegalità. Facciamo qualche esempio.
La legge elettorale è stata dichiarata fuori legge dalla Corte Costituzionale: dunque i partiti e le istituzioni vivevano già tutti nell'illegalità.
Il TAR scopre dopo quattro anni che la giunta leghista di Cota, in Piemonte, è illegale in quanto eletta con brogli.
Quando lo Stato vuol essere pagato, ma non paga a sua volta, compie un sopruso. Quando impone tasse sulla casa non legate al reddito, compie un atto anti-costituzionale, uno scippo, una sopraffazione.
I ticket su certi medicinali indispensabili, di cui non esiste il corrispondente generico, sono un atto criminale, perché chi non ha i soldi rinuncia a comprarli. Un'estorsione, ai danni di gente malata.
La legge sull'otto per mille alla Chiesa è una truffa bell'e buona, perché anche chi non dichiara niente finisce per essere arruolato e per contribuire.
Del finanziamento ai partiti sappiamo tutti. C'era stato un referendum che i politici hanno aggirato, truffando gli elettori.
E non parliamo del passato, delle varie "stragi di Stato" o, come nel caso di Ustica,  della "menzogna di Stato".
Insomma, non stupiamoci se siamo dominati dalla criminalità organizzata. C'è solo da domandarsi di volta in volta se sia la criminalità statale o quella mafiosa. Che in parecchi casi colludono.

domenica 5 gennaio 2014

Il perdente

Berlusconi ribadisce che lui insisterà fino all'ultimo respiro. Perché non vuole finire sui libri di storia come un perdente.
E noi dovremmo preoccuparci della sua immagine storica? Dovremmo sacrificarci ancora per le sue manie di grandezza? La storia lo ha già giudicato. Ha portato alla rovina l'Italia.

Unioni gay

Ma come mai, mentre il Papa dice:"Chi sono io per giudicare?", i nostri politici di destra subito si oppongono ad ogni idea di riconoscere le unioni gay? Sono più papisti del Papa?
Questo dimostra che l'ideologia cattolica rappresenta il più grande ostacolo alle riforme sociali in questo Paese. Il cattolicesimo si conferma così una catena che impedisce allo Stivale di fare qualunque passo in avanti, come invece fanno gli altri Stati europei. E noi rimaniamo indietro, perdiamo tutte le occasioni.
L'argomento che le unioni omosessuali sarebbero contro natura è infondato... perché ci sono sempre state e quindi sono naturali.
Ma, attenzione, la mancanza di riforme sociali, e quindi culturali, si traduce anche in una decadenza economica.