martedì 19 novembre 2019

Uomini della Provvidenza


Non capisco perché gli italiani si lamentino tanto. Nelle ultime elezioni nazionali hanno votato in massa per il partito della decrescita: i Cinque Stelle. Nella loro idea c’è sempre stata la contrarietà verso le grandi opere, e un programma più o meno utopistico di dismissioni di tutte le industrie inquinanti. Non c’è da meravigliarsi dunque che non riescano a risolvere la crisi dell’Ilva e tante altre crisi industriali e commerciali. Non riescono e non vogliono. Ci siamo dimenticati che erano anche contro le aperture festive dei negozi?
La società da loro vagheggiata è quella dell’antico paese, dove si lavorava poco e la domenica si andava tutti a messa chiudendo gli esercizi commerciali. E non ci si spostava né con i treni né con gli aerei. Queste erano le idee di Grillo (un milionario con tante ville) e Casaleggio. Per loro non c’era neppure più bisogno di lavorare. Non c’è il reddito di cittadinanza?
Del resto, Di Maio aveva già proclamato da un balcone la fine della povertà e un anno fa aveva anche sostenuto che lui – a differenza dei suoi predecessori – aveva risolto la crisi dell’Ilva. Ma non abbiamo visto né la fine della povertà né la soluzione dei problemi industriali.
Che dire di questo politico improvvisato e privo di adeguati strumenti intellettuali per capire la complessità della vita italiana? Che gli elettori lo hanno votato e, senza capirlo, hanno scelto la decrescita. Ora si sono svegliati dal sonno e dalle facili illusioni. Ma stanno già convergendo verso altre illusioni: quelle di un partito che riporta in auge autoritarismo e fascismo… ma che certamente risolverà, con il sostegno del fondamentalismo cattolico, tutti i loro problemi.
Per gli italioti c’è sempre un “uomo della Provvidenza”.
Non hanno ancora capito che devono rimboccarsi loro le maniche e darsi da fare personalmente senza tante deleghe e fedi infondate.

giovedì 7 novembre 2019

Roghi dei libri


Certo, è grave che a Roma ci sia stato l’incendio di una libreria, così come succedeva nel Medioevo o nella Germania nazista. E poco importa che siano stati i fascisti o la malavita locale – in fondo si equivalgono.
Quello che è certo è che il libro resta ancora, oltre che fonte di vera cultura, presidio della libertà.

mercoledì 6 novembre 2019

Amare i propri nemici


Il vecchio cardinal Ruini si fa sentire ancora e naturalmente, essendo uomo di destra, vorrebbe che la Chiesa aprisse a Salvini con i suoi rosari e le sue idee medievali sulla famiglia. Nello stesso tempo si oppone all’attuale Papa Francesco, da lui sentito come un pericoloso sovversivo.
Insomma, all’interno della Chiesa vi è un conflitto tra destra e sinistra e tutti si odiano.
Ma non erano quelli che dovevano amare i loro nemici?
E se non ci riescono loro, dovremmo riuscirci noi?

Un movimento pernicioso


Il Movimento Cinquestelle continua a far danni. Non contento di aver fatto fallire il precedente governo con la Lega, ora fa di tutto per far fallire anche questo con il Pd. Il problema è sempre quello: hanno un’ideologia confusamente ecologista, ispirata da Grillo il visionario, che, attuata con fanatismo e presunzione, provoca grandi danni non solo alla politica ma anche alla società italiana. Non ci siamo dimenticati la loro irrazionale opposizione alle grandi opere pubbliche e alla Tav. Non ci siamo dimenticati la loro cocciuta e deleteria opposizione alla costruzione dei termovalorizzatori, che provoca l’impossibilità di gestire la spazzatura (come risulta evidente a Roma).
Ma non hanno finito di applicare le loro idee astratte alla nostra economia. Il governo, dopo aver evitato l’aumento dell’Iva, sta per applicare una tassa sulla plastica che provocherebbe un aumento dei prezzi delle merci e una crisi delle industrie che le fabbricano. Non che l’idea di limitare le confezioni di plastica sia sbagliata. Ma va applicata gradualmente lasciando ai produttori il tempo di riformare i loro processi produttivi. Per esempio, un detersivo che oggi si vende liquido in un contenitore di plastica, potrebbe essere prodotto in polvere, e così via. Ma ci vuole tempo.
Non ci siamo dimenticati nemmeno l’incompetenza e il dilettantismo di Toninelli, che aveva bloccato tante opere. Ora abbiamo il duo Di Maio-Patanuelli che stanno creando sfracelli nel campo delle crisi aziendali: vedi Ilva, Alitalia, ecc.
Insomma, cambiano gli alleati, ma i Cinquestelle sono sempre lì a far danni.
Quando gli elettori si libereranno di questo partito, sarà sempre troppo tardi.