martedì 30 aprile 2013

Morire democristiani

Sì, moriremo democristiani. Presidente del Consiglio: Enrico Letta, ex democristiano; vicepresidente e ministro degli Interni: Angelino (un nome adatto ad una famiglia democristiana) Alfano, ex democristiano. Più vari altri ministri, tutti ex democristiani. Immagino che questo governo sia stato benedetto dal Vaticano, che ha sempre sovrinteso i vari governi democristiani - sì quelli che hanno creato il gigantesco debito pubblico per cui oggi soffriamo, quelli che sono finiti per troppa corruzione e odi reciproci. Quanto durerà? Più o meno quanto i governi democristiani: pochissimo. Moriremo democristiani... moriremo per democristianesimo!

La società malata


Anche le società sono organismi, un po' come i corpi. E proprio come i corpi umani, se c'è un malessere generale, un malcontento, un'insoddisfazione, un'angoscia, subito ne risente qualche organo. Oggi l'Italia è in crisi - una crisi economica e anche morale. Ecco perché assistiamo a suicidi o a omicidi legati alla situazione generale. Queste persone che uccidono se stesse o che uccidono qualcun altro, apparentemente senza un motivo, sono gli organi malati dell'organismo che soffre.
Per altri motivi, anche gli Stati Uniti sono in crisi. Ed ecco che la patologia sociale si sfoga in stragi che non sembrano avere una giustificazione. Qualcuno si mette a sparare e a uccidere persone che non conosce. In realtà si tratta degli organi più fragili di un'intera società malata. Sono i punti di cedimento, presenti in tutte le società umane, dalla famiglia alle nazioni.
Come fare a uscirne? L'intera società deve prendere coscienza del suo stato di malattia. E perché ciò sia possibile, tutti devono guardarsi dentro.

giovedì 25 aprile 2013

I conservatori

Papa Francesco viene tanto esaltato dai nostri mass media (sempre clericali), ma in realtà è solo un rigurgito del passato. La sua cultura è quella di un nostro curato di campagna di cinquant'anni fa. E di nuovo la Chiesa riporta indietro l'Italia. Sogno la Francia, dove, pur dopo mille battaglie contro i conservatori clericali, si approvano leggi che riconoscono i diritti delle coppie di fatto e degli omosessuali. E noi? Noi siamo sempre ai tempi di Carlo Cudega. Grazie alla Chiesa cattolica che sparge a piene mani l'orrore per le riforme e per le novità. Ma è evidente che l'arretratezza italiana in campo economico è un riflesso dell'arretratezza culturale del suo popolo, che si fa governare da falsi profeti e da antiquati maestri. E questa ignoranza si paga... non solo moralmente e socialmente, ma anche materialmente. Diceva Baudelaire: "Si possono fondare imperi gloriosi sul delitto e nobili religioni sull'impostura".

venerdì 19 aprile 2013

I faziosi


Lo spettacolo che dà l'Italia è sempre lo stesso, non da decenni ma da secoli: disunione, divisione, discordia, faziosità - ecco questa è la parola chiave: faziosità. Ognuno pensa al proprio piccolo interesse, al proprio particolare - e che tutti gli altri vadano in malora! Questo è l'atteggiamento base dell'italiota.
Il bello è che non possiamo nemmeno dividerci, come potrebbero fare i veri paesi. Per esempio, la Gran Bretagna potrebbe teoricamente dividersi in tre, il Belgio in due e la Svizzera in quattro. Ma gli italioti no - nemmeno in diciannove, perché neppure la dimensione regionale potrebbe accontentare tutti. Altro che macroregione del nord! Volete che i veneti stiano con i piemontesi? O volete che i pisani si uniscano ai livornesi? Giammai! Litigherebbero subito.
La nostra dimensione è quella della fazione, del partitello piccolo piccolo, dove tutti si conoscono (e si odiano). Il nostro vero modello è quello di Siena. Avete presente le contrade senesi? Ecco quelle! Ma anche lì sono sicuro che quelli di un vicolo litigherebbe con quelli di un altro vicolo.
No, la vera dimensione dell'italiota è l'unità. Lui solo!
Purtroppo gli italioti sono questi. E hanno i politici e i governanti che si meritano.

martedì 16 aprile 2013

Il declino italiano


Ormai il declino italiano è sotto gli occhi di tutti. Non si tratta di un fenomeno improvviso ma di una realtà che dura ormai da decenni. Nel periodo in cui governavano la Democrazia Cristiana e i Socialisti di Craxi, si è accumulato un enorme debito pubblico, dovuto a motivi elettorali. In sostanza si comprava il voto degli italiani assicurando loro magari pensioni a quaranta anni (dopo solo dieci anni di lavoro). E si assicuravano ai politici stipendi e vitalizi senza pari in Europa. Il risultato è il debito pubblico, uno dei maggiori del mondo e un ostacolo adesso a ogni ripresa economica; quale famiglia potrebbe sopravvivere spendendo il doppio di quanto guadagna?
Solo politici irresponsabili hanno potuto fare questo. Purtroppo gi italiani dormivano o non volevano accorgersi che il loro benessere veniva pagato a caro prezzo, rimandando al futuro i problemi che creava.
Poi è venuto il ventennio berlusconiano che ha aggiunto al degrado economico il degrado morale. Un imprenditore di settanta anni ha pensato soltanto alla difesa dei propri interessi e delle proprie televisioni, che gli hanno dato una larga base elettorale. Come milioni di italiani non vedano che Berlusconi sia il principale responsabile della crisi italiana attuale e lo votino ancora, resta un mistero, spiegabile solo con una psicopatologia dell'elettore di destra, che vede nel capo carismatico, qualunque cosa faccia, il salvatore cui aggrapparsi.
I questi decenni i partiti si sono configurati come vere e proprie bande organizzate che hanno occupato i gangli del paese non per governarlo ma per depredarlo. Che ci fanno i politici nella sanità e nelle banche? Non certo gli interessi degli italiani ma gli interessi personali dei partiti stessi. Si sono appropriati di funzioni  e di ricchezze che non appartenevano loro.
È difficile vedere come si possa uscire dal declino attuale. Ci vorrebbe un soprassalto di moralità che gli italiani, educati in un cattolicesimo corrotto, tutto impegnato anch'esso alla conquista del potere e della ricchezza, non possiedono più. Al massimo, producono movimenti velleitari come quello di Grillo, che si oppongono a tutto e a tutti e che sognano soltanto la presa di un potere assoluto - un pericolo per la democrazia.
Poiché gli italiani non hanno un'interiorità, se la prendono con gli altri, e non si accorgono di essere loro ad aver votato per decenni grandi imbroglioni; e continuano a farlo. In realtà, dovrebbero mettersi davanti ad uno specchio e bastonarsi da soli. Ma, mancando di senso critico, continueranno a considerare gli altri, le altre fazioni di questo popolo alienato e dilaniato, i veri colpevoli.

lunedì 1 aprile 2013

Feste pasquali


Non so se siete riusciti a sfuggire alle innumerevoli cerimonie pasquali che quest'anno sono state ancora più asfissianti data l'elezione di un nuovo papa, ben deciso a stare sulla scena da mane a sera. Non so se siete riusciti a sfuggire agli innumerevoli programmi "religiosi" che hanno affollato radio e televisione: ce n'era per tutti, a tutte le ore e di tutti i generi. Non solo le immancabili vite di Gesù, dei santi e dei Papa, ma anche programmi sui giardini del Vaticano, sui tesori del Vaticano, sulle opere d'arte del Vaticano, sulla storia della Chiesa, e poi trasmissioni sulla Via Crucis, sull'Angelus, sulle preghiere, sulle visite e sulle parole del Papa. Questa è la religione per gli italiani: cerimonie, riti, messe, processioni e così via. Tutte cose esteriori. Tutte cose che lasciano il tempo che trovano. Sì, perché tra messaggio evangelico e comportamento degli italiani non c'è proprio niente in comune. Un cattolico dovrebbe "imitare" Gesù, dovrebbe applicare la sua dottrina, dovrebbe amare il prossimo e pensare non al proprio interesse personale ma al bene comune. Ma tutto si riduce alla partecipazione a questi rituali formali, che vanno avanti da secoli e che non hanno mai prodotto una grande etica.
Pochi notano l'inconciliabilità tra la vita del povero Gesù e le ricchezze di questi Papi, che parlano sì di povertà, ma che sono gli uomini più ricchi del mondo, e che non pagano neppure le tasse sulle attività commerciali. Chi ha simili palazzi e tante opere d'arte? Nemmeno gli sceicchi del Qatar. Chi ha tante proprietà in Italia? Nemmeno Berlusconi.
E come sono state accumulate tante ricchezze, tanti ori e tanti argenti? Non certo con le elemosine, ma vendendo i propri "servizi" ai ricchi, che sono sempre stati disposti a pagare per avere un buon posto in Paradiso (nessuno è mai tornato a dirci che è stato fregato), oppure con la presenza assidua dei preti là dove c'era una ricca vedova o qualche ricco senza eredi. Si sa che la pratica più efficace per avere una raccomandazione nell'aldilà è sempre stata quella di lasciare il proprio patrimonio in eredità alla Chiesa. E gli italiani di raccomandazioni se ne intendono.
Radio e televisioni, in Italia, hanno fatto a gara per appiattirsi sui programmi "religiosi", contribuendo a diffondere l'idolatria papale, che è la vera religione italica. Quanto è grande, quanto è originale, quanto è buono, quanto è nuovo, quanto è francescano,  quanto è alla mano... La piaggeria regna sovrana nei nostri mass media.
Tutto questo torna utile ai loro strapagati conduttori che così possono farsi belle vacanze all'estero o nelle loro lussuose ville, in barba alla crisi generale. Quelli che non sono strapagati - e magari neanche pagati - sono costretti a sorbirsi questi noiosi spettacoli televisivi e radiofonici, sperando che passi presto la festa.