Il testamento di Bernardo Caprotti,
il fondatore della Esselunga, che raccomanda, di fronte alle profonde divisioni
degli eredi, di vendere il gruppo magari a uno straniero ma non ad un italiano,
la dice lunga sulla mentalità degli italiani, che si odiano a vicenda e che
sono disposti a favorire uno straniero piuttosto che un loro compatriota.
Non è stato così per tutta la loro
storia, con le città stato che si combattevano a vicenda e che chiamavano gli
stranieri come alleati contro gli altri italiani?
Non faceva così il Papa quando
invitava nel 1849 i francesi a sterminare i patrioti italiani che volevano fare
di Roma una repubblica, in vista di una riunificazione nazionale?
E non fanno così i partiti odierni
che si combattono senza esclusione di colpi per una riforma costituzionale,
divisi non solo tra l’uno e l’altro, ma anche al loro interno?
Italia, paese di gente faziosa, priva
di senso dello Stato, incapace di vedere il bene comune, chiusa in famiglie
dove tutti si odiano e complottano per sopraffarsi, pronti a far prevalere lo
straniero.