sabato 28 luglio 2012

La religione come attenzione


Molti credono che essere religiosi significhi adorare il Creatore o il Padrone dell'universo. Ma altri credono che consista nell'essere più attenti e consapevoli. Dalla venerazione del Capo non ti viene una maggior coscienza. Invece, dall'aumento dell'attenzione, viene l'incremento della sensibilità sia verso gli altri sia verso te stesso. Nel primo caso ti vengono imposti dall'esterno dei comportamenti; nel secondo caso sei tu che vari i scegli in base alla tua consapevolezza, in base alla tua aumentata sensibilità.
Né Buddha né Gesù né Maometto si accontentarono della religione che era stata tramandata loro, e vollero cercare qualcosa di nuovo, qualcosa di personale, qualcosa che fosse più adatto ai nuovi tempi.
E così dovrebbero fare tutti. Se ti limiti ad aderire a una religione preconfezionata, in realtà non scopri niente da solo, non fai nessuna esperienza personale, non sviluppi nessuna consapevolezza.
Guarda i cosiddetti individui religiosi dei tuoi tempi. Ti sembrano esempi da imitare? Ti sembrano liberi? Ti sembrano gioiosi? Ti sembrano aperti e sensibili? Sono coerenti? Sono creativi? O si limitano a recitare, come sepolcri imbiancati, sempre gli stessi ruoli, sempre le stesse parole?

giovedì 26 luglio 2012

Sempre memori... degli affari


Formigoni indagato per corruzione aggravata. Chi si meraviglia? Il sistema che ha messo in piedi è una macchina (quasi) perfetta per far affari mescolando sanità pubblica e sanità privata... ma a favore di chi? del prossimo, del comune cittadino, della Chiesa, di Dio? Ciò che colpisce è che tutto questo sia stato affatto all'ombra e con la collaborazione di Comunione e Liberazione, un movimento che si definisce "ecclesiale"... e che in realtà è diventato un mezzo per fare affari tra affiliati e per eliminare ogni concorrenza "esterna". Non a caso nell'accusa si parla di favori fatti ad esponenti e lobbisti dello stesso movimento e non a caso tutti i posti di primario ospedaliero in Lombardia sono appannaggio (non si sa con quale legalità) di chi è iscritto a CL. E qui veniamo al punto. Come mai la maggior parte di questi movimenti cattolici diventano macchine per far soldi... e spesso per far soldi in modo corrotto? E come mai non c'è mai un'espulsione o un rimprovero da parte della Chiesa? Cerchiamo di capire. All'inizio un gruppetto di fedeli si organizza per seguire gli insegnamenti del Cristo e alla fine li ritroviamo tutti impegnati a far soldi. Per esempio, i Memores Domini, un gruppo di ferventi cattolici cui appartiene lo stesso Formigoni dovrebbero essere dediti a povertà, castità, vita ascetica e obbedienza. E invece che cosa scopriamo? Che si comprano una villa in Sardegna sborsando milioni di euro e che si dedicano a vacanze lussuose in posti esotici, forse con la benedizione (o il perdono) dell'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che in passato aveva militato (indovinate dove?) in Comunione e Liberazione, sì!
Insomma, se la nostra politica è corrotta, lo è anche la religione, che ci presenta continuamente movimenti e associazioni dai nomi roboanti - Opus Dei, Legionari di Cristo, Compagnia delle Opere, Istituto per le Opere Religiose, ecc. - che però, alla fine, si limitano ad agire come una qualsiasi loggia massonica. Il fervore religioso si perde, e rimane solo il fervore delle opere... e degli affari. Evidentemente qualcosa andrebbe rivisto nella morale cattolica. Sarebbe il caso che si occupasse un po' meno delle unioni civili e un po' più delle unioni a scopo di lucro.

martedì 17 luglio 2012

Servi e tiranni


Quando vedo Alfano, mi viene in mente un detto di Mirabeau preso da Tacito: "Les esclaves volontaires font plus de tyrans que le tyrans font des esclaves forcés".
Noi crediamo che gli schiavi esistano perché ci sono i tiranni. Ma in realtà i tiranni esistono perché ci sono troppe persone che hanno l'animo degli schiavi.
Parlare a queste persone di libertà è gettare parole al vento. Loro cercano qualcuno da cui dipendere, qualcuno di cui fidarsi, qualcuno cui affidarsi, qualcuno che dica loro che cosa fare. Sono come i cani che sono sempre alla ricerca di un padrone e di una gerarchia e non sono tranquilli finché non li hanno trovati.
Costoro saranno sempre adoratori di Dio, inteso come Capo branco e padrone, e non capiranno nulla di meditazione. L'idea di essere liberi li terrorizza. Non vogliono liberarsi, vogliono essere dipendenti.

domenica 15 luglio 2012

Papa e papi


Non ci illudevamo che Berlusconi avesse il buon gusto di starsene fuori dalla politica dopo tutti i disastri che ha combinato, perché conosciamo l'uomo. Berlusconi è un narcisista, innamorato di se stesso, è un uomo dominato dalla volontà di potere e di piacere. Senza essere al centro dell'attenzione, senza essere circondato da folle plaudenti, senza essere adorato da donne (più o meno pagate), senza potersi considerare il salvatore della patria, non può esistere - impazzirebbe. Ha una personalità abnorme, malata, è gonfio e tronfio, si crede un grande uomo, si crede insostituibile. È il tipico pallone gonfiato. Ma ciò che è più incomprensibile è che ci siano tante persone che siano disposte a votarlo. Evidentemente l'esperienza non ha insegnato loro niente. Infatti, affinché certi individui come Berlusconi possano comandare, ci vogliono uomini e donne che hanno il complesso opposto: devono osannare il capo, un qualunque capo, devono avere un animo servile, devono mancare di senso critico, devono essere sempre alla ricerca del dominatore. Sono come i cani: hanno bisogno di un padrone che dica loro che cosa fare.
Questa è la tragedia dell'Italia, un paese popolato da troppi individui servili, incapaci di pensare con la propria testa, sempre alla ricerca dell'uomo del destino. Purtroppo a questa mentalità li ha portati il cattolicesimo con il suo culto del salvatore. Quando per esempio si ascoltano le cronache domenicali della radio statale, appaltata gratis alla Chiesa, si odono non tanto le lodi di Gesù Cristo, che in fondo aveva una sua personalità, ma del papa... del papa di turno. Il papa è osannato, è servito e riverito; per lui si tengono concerti, a lui si fanno ogni genere di regali e di omaggi. È circondato da uno stuolo di camerieri e di servitori che gli rendono la vita facile, che gli preparano pietanze biologiche, che lo vestono con abiti firmati dai grandi sarti, che si preoccupano della sua salute, che si inchinano, che si genuflettono, che lo proteggono da ogni strapazzo. Infatti da noi l'espressione "fare una vita da papa" significa essere servito e riverito.
Che cosa c'entri tutto questo con il povero Gesù, che faceva tutt'altra vita, nessuno lo ha mai capito. Ma in realtà tanti italioti trovano nel culto del papa e del papi quella figura paternalistica di cui sono sempre alla ricerca. E il paese va in rovina.