martedì 30 novembre 2010

Eutanasia all'italiana

La morte di Mario Monicelli ci ricorda che in Italia almeno 3800 persone si suicidano in un anno. E ci ricorda anche che in questo paese non si può neppure parlare di eutanasia, la "buona morte", perché gli integralisti cattolici lo impediscono. Uno dei tanti danni della cultura cattolica. E, allora, a chi è malato e all'ultimo stadio non resta che buttarsi dalla finestra. Complimenti al legislatore.

domenica 21 novembre 2010

La palla al piede

Ben tre ministri si sono premurati di chiarirci che i registri aperti in certi comuni per la raccolta dei testamenti biologici non sono validi.Quanto zelo...a servire lo Stato del Vaticano! E per fortuna che questo governo si dice liberale. Chissà che cosa avrebbe fatto altrimenti per negare ai cittadini la libertà di scelta e di decisione! Chissà che cos'altro si sarebbe inventato se fosse stato un governo oscurantista!


Un giorno bisognerà fare i conti sulla capacità della cultura cattolica di bloccare questo paese e di rendere impossibile ogni riforma sociale, ogni apertura alla modernità. E' evidente che proprio il cattolicesimo sia una delle cause principali dell'arretratezza culturale italiana. La cosa è già capitata in passato: mentre gli altri paesi europei, con la Riforma, si affrancavano dalla dipendenza dalla Chiesa e si consolidavano come stati nazionali, noi avevamo il Concilio di Trento che faceva perdere all'Italia il treno della storia; e ancora oggi scontiamo quel ritardo.

Adesso la storia si ripete: l'influenza nefasta della Chiesa cattolica, la sua capacità d'interdizione, impedisce all'Italia di avere leggi all'altezza dei tempi. Perfino la cattolica Spagna è riuscita a liberarsi dal peso opprimente dei dogmi religiosi e a darsi una legislazione liberale in campo sociale. L'Italia no; con l'aiuto di questo ineffabile governo blocca ogni riforma e ci fa ormai essere un paese sottosviluppato, in preda a cricche e a mafie di ogni genere.

domenica 7 novembre 2010

Cultura e ignoranza

Non ci sono soldi per la cultura, dice un ministro. Con la cultura non si mangia, dice un altro. Ma forse non hanno riflettuto a lungo. Perché non sanno che tutto è cultura, anche il lavoro manuale, anche l'economia. E' la cultura che ci fa essere ciò che siamo: non altro. Si potrebbe lavorare senza cultura? Potrebbe esistere una società senza cultura?


Se si afferma che non ci sono soldi per la cultura, è come dire che siamo moribondi, che per noi non c'è più speranza. Ed è come dire che da noi regna l'ignoranza.

Il cortigiano

Rivedendo l'immagine di un noto giornalista televisivo che, non contento di stringere la mano a Berlusconi, gliela bacia, mi è venuto in mente che in quel baciamano c'è tutto il carattere di tanti italiani e il loro rapporto con il potere. C'è il baciamano che si fa ancora oggi al vescovo o al mafioso.


Il cortigiano attuale si inchina al padrone e fa di tutto per favorirlo e per fargli piacere. In lui non c'è dignità, non c'è autonomia di giudizio, non c'è distacco, non c'è senso critico, non c'è imparzialità. C'è invece la sottomissione incondizionata del cane verso il padrone.

Paul Ginsborg, nel suo libro Salviamo l'Italia (Einaudi, 2010), elenca i principali difetti degli italiani: una Chiesa troppo forte in uno Stato troppo debole, la diffusione del clientelismo, la tendenza a delegare il potere ad un autocrate e la fragilità delle opposizioni politiche.

Chi può salvare l'Italia? I "ceti medi rifilessivi". Come sostenitore della pratica della meditazione e della consapevolezza, sottolineo volentieri l'aggettivo "riflessivi".