domenica 23 giugno 2019

Una televisione invedibile


In televisione, la Lega impone ormai dirigenti, conduttori e format. Il risultato sono i conti in rosso e gli ascolti in calo.
La cosa peggiore sono i programmi, dilettanteschi, noiosi, senza idee. Repliche su repliche. Il sovranismo si riduce al calcio, alle canzonette e a qualche programma abborracciato che vorrebbe far propaganda politica, e invece fa solo pena. Su Rai 2 si trasmettono filmetti gialli puerili, mal fatti e pieni di psicopatici. Certo, saranno costati poco… ma non valgono niente. E ci si dovrebbe vergognare a trasmetterli. Peggio che in certe televisioni commerciali di serie B o C.
Insomma la televisione, che dovrebbe anche fare un po' di cultura e un intrattenimento almeno non del tutto stupido e improvvisato, sta scomparendo - più o meno come la sanità pubblica.
Se l’Italia, in mano agli “intellettuali” della Lega finirà come la televisione, ci attende l'estinzione... per lo meno dell'intelligenza.

venerdì 21 giugno 2019

Il capitano della barca che affonda


Per Salvini le cose si fanno difficili. Dopo essere andato in America a fare da zerbino a Trump, che non lo ha neppure ricevuto, si ritrova in Italia a tentare di fermare navi di immigranti e a lottare contro la Commissione europea. Doppio fallimento. Mentre ferma una nave, ne arrivano altre due o tre con decine o centinaia di migranti. E noi incameriamo tutti. Speriamo che se ne vadano clandestinamente negli altri paesi europei. Ma gli altri paesi europei li prendono e ce li rispediscono. In conclusione, ce li teniamo come prima senza sapere che farcene.
Anche con l’Unione europea è una battaglia persa in partenza. Siamo isolati e, carichi di debiti, non contiamo niente. Salvini aveva promesso grandi cambiamenti dopo le elezioni. Ma non è successo niente: i nazionalisti non hanno vinto. E i nuovi dirigenti europei ci saranno ostili come i precedenti, se non di più.
La sua idea di abbassare le tasse è buona. Ma la flat tax, cioè una tassa uguale per tutti, è pura demenza. Il buon senso dice che chi ha di più deve pagare in proporzione di più. Altrimenti diminuirà il gettito fiscale. Le grandi opere nessuno le vede, e lo stesso dicasi per l’autonomia di alcune regioni (eredità della vecchia secessione) e per il reddito minimo. E, per fare tutte queste riforme ci vogliono soldi  che non si sa da dove prendere.
L’Italia è sempre in stagnazione e presto sarà in recessione. Ma Salvini gira l’Italia in lungo e in largo per raccattare consensi.
Come titola l’Espresso, “il lavoro non c’è – e il ministro nemmeno”.

venerdì 14 giugno 2019

Salvini e la religione


In un articolo sul “Fatto Quotidiano”, Francesco Antonio Grana rileva come la maggioranza dei cattolici praticanti (quelli che vanno a messa, ecc.) vota Lega e sostiene che sarebbe ora che si facessero un esame di coscienza. È vero che Salvini si presenta come un difensore dei valori cattolici e della famiglia tradizionale. È vero che invoca la protezione dei santi e della Madonna. È vero che bacia platealmente croci e rosari. Ma, secondo voi, Salvini la sera dice il rosario? E la sua chiusura verso gli emigranti è conforme ai valori predicati da Gesù? Come non vedere la sua ipocrisia?
Il problema dei cattolici praticanti è che, aderendo ciecamente ad una fede, non pensano con la loro testa. Da tempo hanno appaltato la loro coscienza ai dettami della Chiesa.
Il cattolico non deve ubbidire alla propria coscienza, ma agli ordini che vengono dai preti. Quindi non sono abituati a fare esami di coscienza. Quando hanno un problema etico, non s’interrogano – vanno da un confessore. Sono quindi massa di manovra per ogni regime autoritario.
Se volete spiritualità che sviluppino veramente l’autocoscienza, dovete rivolgervi altrove.

mercoledì 12 giugno 2019

I (finti) scemi


Non ho ancora capito se giochiamo a fare gli scemi o se siamo davvero scemi. L’Europa ci chiede di ridurre il deficit e il nostro governo progetta di fare riforme… aumentandolo. Un dialogo tra sordi.
Il fatto è che il governo pensa in termini elettoralistici. Gli altri in termini economici. Ma le due strategie sono inconciliabili. E prima o poi si scontreranno. 
Quelli che pagheranno saranno gli elettori che avranno creduto al pifferaio magico e l'avranno seguito nel baratro. O forse credono che i debiti non li pagherà nessuno?

domenica 9 giugno 2019

I faziosi


Lo spettacolo che dà l'Italia è sempre lo stesso, non da decenni ma da secoli: disunione, divisione, discordia, faziosità - ecco questa è la parola chiave: faziosità. Ognuno pensa al proprio piccolo interesse, al proprio particolare - e che tutti gli altri vadano in malora! Questo è l'atteggiamento base dell'italiota.
Il bello è che non possiamo nemmeno dividerci, come potrebbero fare i veri paesi. Per esempio, la Gran Bretagna potrebbe teoricamente dividersi in tre, il Belgio in due e la Svizzera in quattro. Ma gli italioti no - nemmeno in diciannove, perché neppure la dimensione regionale potrebbe accontentare tutti. Altro che macroregione del nord! Volete che i veneti stiano con i piemontesi? Volete che quelli di Bergamo alta stiano con quelli di Bergamo bassa? O volete che i pisani si uniscano ai livornesi? Giammai! Litigherebbero subito.
La nostra dimensione è quella della fazione, del partitello piccolo piccolo, dove tutti si conoscono (e si odiano). Il nostro vero modello è quello di Siena. Avete presente le contrade senesi? Ecco quelle! Lì ognuno litiga con quelli del vicolo opposto.
No, la vera dimensione dell'italiota è la monade. Lui solo!
Purtroppo gli italioti sono questi. E hanno i politici e i governanti che si meritano. Sono lì che discutono di nord contro sud e di dare più autonomia a certe regioni, ma non ad altre!
Al congresso di Vienna del 1815, Metternich pronunciò la famosa frase: “L’Italia è un’espressione geografica”, indicando che le diverse culture, le tradizioni e la storia rendevano impossibile l’unificazione politica. Ma l'unificazione geografica, bene o male, è avvenuta, dato che l'Italia è quel territorio che va dalle Alpi alla Sicilia. Quello che invece non è avvenuto è il riconoscimento da parte degli italiani di un bene comune, che dovrebbe essere rappresentato dalla nazione italiana. Ancora oggi c'è chi non lo accetta, sia nella forma prima del separatismo secessionista e poi dell’autonomia speciale di certe regioni voluto dalla Lega, sia nella forma della faziosità dei vari partiti, che antepongono il bene della loro fazione al bene generale.


sabato 8 giugno 2019

Gli intriganti


Un altro tratto distintivo degli italiani è la loro passione per l’intrigo, per la congiura, per l’intrallazzo, per le conventicole, per i gruppi segreti di potere, per le massonerie, per le mafie… E non solo in politica, ma anche nella magistratura, nelle amministrazioni, nelle università e nelle aziende. Tutti competono e tutti cercano di ottenere il potere non per meriti, ma per consorterie, per conoscenze, per amicizie, per parentele.
Non c’è settore della vita pubblica che ne sia risparmiato.
Evidentemente gli italioti sanno di valere di poco. Senza raccomandazioni non otterrebbero niente.

venerdì 7 giugno 2019

La palla al piede


Di Maio afferma che il fallimento dell’unione fra Fca e Renault è colpa dell’interventismo francese. È piuttosto colpa del nazionalismo o sovranismo francese che non ammette che aziende straniere comprino quelle francesi.
Come si vede, è il nazionalismo la vera palla al piede dello sviluppo dell’Europa. Così facendo, non avremo mai aziende leader del mercato e l’Europa sarà superata dalle altri grandi potenze. Comportamento miope e autolesionista. Peccato che sia anche quello del nostro governo.

martedì 4 giugno 2019

Governanti criminali


Poiché Trump è arrivato in Gran Bretagna proponendole di uscire dall’Europa senza pagare i debiti, dobbiamo considerarlo una specie di gangster. Chiunque suggerisse un piano del genere sarebbe considerato un criminale, un predatore, un nemico della civiltà. Ma non è una novità. Il Presidente americano vuole imporre con prepotenza le sue idee: prima l’America e poi tutti gli altri paesi, che devono ubbidire pena sanzioni economiche. Grande e grosso, concepisce solo la tattica della prepotenza: io sono il più forte e voi dovete subire. Mai il mondo ha avuto un capo così rozzo. Per lui sono tutti nemici, Europa compresa. Da una parte è un isolazionista, ma dall’altra vorrebbe che tutti si sottomettessero alla sua volontà.
Che sia poco intelligente, lo dimostra la sua unica strategia: l’imposizione di dazi a chi si ribella. Non gli viene in mente che se lui pone dazi, anche gli altri lo faranno. E tutti ci perderanno.
Purtroppo, questo atteggiamento prevaricatore ha avuto vari imitatori. In Europa abbiamo Salvini, la Le Pen e Orban. Tutti credono che con la prepotenza si vincano le elezioni e che siano gli altri a dover pagare per i loro progetti più o meno demenziali. Salvini per esempio è convinto che basti abbassare le tasse ai ricchi (flat tax) per far ripartire l’economia. E quando gli si fa notare che, così facendo, lo Stato rimarrà senza gettito fiscale, risponde che noi non dobbiamo osservare nessun accordo internazionale e che in ogni caso basterà fare un po’ più di debito, che pagheranno gli altri - gli altri paesi e le nuove generazioni. Un ragionamento banditesco.
Il rischio che corre l’Italia è gravissimo, perché se si abbassa il gettito fiscale, non avremo più i soldi per pagare pensioni, scuole e sanità pubblica. E cadremo a livello della Grecia.
Gli italioti lo votano soprattutto per essere difesi dagli immigrati. Peccato che solo in un giorno siano sbarcati a Genova in cento e a Taranto in settanta. Quanti ne arriveranno questa estate? Nonostante le invocazioni alla Madonna, Salvini non ha né un piano in testa né la capacità di frenare gli arrivi e di rimandare indietro quelli già sbarcati, che gironzolano in Italia e altrove aumentando il caos e la delinquenza.
Resta dunque un mistero perché tanti italioti votino questo bruto. Forse cercano inconsciamente un “uomo forte” che li domini e faccia tacere ogni opposizione? Che tipo di popolazione abbiamo mai allevato? È vero che questo è il paese delle mafie, della Chiesa e del fascismo storico, ma è deprimente scoprire quanti amino questi fenomeni di banditismo politico e psicologico.


sabato 1 giugno 2019

Vivere sotto Salvini


Vivere in Italia è una gran fatica, anche perché in questo periodo gli italiani sono più confusi del solito. Per esempio, non si capisce perché i piccoli borghesi votino la Lega, visto che la flat tax taglierà le tasse ai ricchi, ma non ai poveri. Votano Salvini per paura dell’immigrazione? Ma gli immigrati arrivano ancora, oggi cinquanta e domani cento. Chi li riporta indietro? Non certo Salvini, che vive facendo comizi.
Quale cambiamento debba fare la Lega, nessuno lo sa. È il partito più vecchio, che ha già governato molto male, insieme a Berlusconi, portando l’Italia al disastroso governo di Monti.
Se è per l’onestà, non ci siamo proprio. Non solo la Lega si è appropriata di 49 milioni di euro e continua a nasconderli, ma sono sempre tanti i suoi amministratori che vengono condannati per reati di corruzione.
E, infine, l’economia. Qui va tutto male. Non c’è nessuna ripresa. E l’Istat certifica che ormai siamo al segno meno. Ogni giorno chiudono fabbriche, di cui dovrebbe occuparsi Di Maio. Ma il meschinetto, ormai è sotto choc per la sconfitta elettorale, non sa neanche da che parte s’incominci.
Salvini dovrebbe occuparsi di combattere, oltre agli immigrati, le mafie e gli spacciatori di droghe. E invece le mafie si allargano a macchia d’olio in tutta Italia. Quindi, non riuscendo a contrastare la vera delinquenza, ecco che il nostro madonnaro si dedica a chiudere i negozi legali di cannabis legale, aumentando il numero dei disoccupati.
Che cosa troveranno il lui tutti quei votanti? Forse l’ “uomo della provvidenza, cui tutti dovranno sottomettersi? È questo che cercano gli italioti? Un padrone?