domenica 9 giugno 2019

I faziosi


Lo spettacolo che dà l'Italia è sempre lo stesso, non da decenni ma da secoli: disunione, divisione, discordia, faziosità - ecco questa è la parola chiave: faziosità. Ognuno pensa al proprio piccolo interesse, al proprio particolare - e che tutti gli altri vadano in malora! Questo è l'atteggiamento base dell'italiota.
Il bello è che non possiamo nemmeno dividerci, come potrebbero fare i veri paesi. Per esempio, la Gran Bretagna potrebbe teoricamente dividersi in tre, il Belgio in due e la Svizzera in quattro. Ma gli italioti no - nemmeno in diciannove, perché neppure la dimensione regionale potrebbe accontentare tutti. Altro che macroregione del nord! Volete che i veneti stiano con i piemontesi? Volete che quelli di Bergamo alta stiano con quelli di Bergamo bassa? O volete che i pisani si uniscano ai livornesi? Giammai! Litigherebbero subito.
La nostra dimensione è quella della fazione, del partitello piccolo piccolo, dove tutti si conoscono (e si odiano). Il nostro vero modello è quello di Siena. Avete presente le contrade senesi? Ecco quelle! Lì ognuno litiga con quelli del vicolo opposto.
No, la vera dimensione dell'italiota è la monade. Lui solo!
Purtroppo gli italioti sono questi. E hanno i politici e i governanti che si meritano. Sono lì che discutono di nord contro sud e di dare più autonomia a certe regioni, ma non ad altre!
Al congresso di Vienna del 1815, Metternich pronunciò la famosa frase: “L’Italia è un’espressione geografica”, indicando che le diverse culture, le tradizioni e la storia rendevano impossibile l’unificazione politica. Ma l'unificazione geografica, bene o male, è avvenuta, dato che l'Italia è quel territorio che va dalle Alpi alla Sicilia. Quello che invece non è avvenuto è il riconoscimento da parte degli italiani di un bene comune, che dovrebbe essere rappresentato dalla nazione italiana. Ancora oggi c'è chi non lo accetta, sia nella forma prima del separatismo secessionista e poi dell’autonomia speciale di certe regioni voluto dalla Lega, sia nella forma della faziosità dei vari partiti, che antepongono il bene della loro fazione al bene generale.


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