martedì 28 giugno 2011

Sacri affari

E così Angelo Scola, patriarca di Venezia, sembra destinato a diventare vescovo di Milano. Per la città, la scelta peggiore. Già la regione è in mano a Comunione e Liberazione, soprannominata Comunione e Fatturazione, il movimento fondato da don Giussani, che si è distinto per occupare in Lombardia tutti i posti di primariato negli ospedali, i corsi di formazione professionali e i gangli vitali dell'amministrazione. Non si contano le delibere e gli appalti concessi a favore di società del gruppo, alla faccia della libera concorrenza. E ora arriva un vescovo che è sempre stato un accanito sostenitore di Comunione e Liberazione.
Certo, tra il nuovo piano di gestione del territorio (che prevede 18 milioni di metri cubi di nuove costruzioni) e i lavori per l'Expo ci sarà un gran bisogno di un vescovo che benedica le nuove opere. La Compagnia delle Opere sta appunto brindando.
Ci sarà mai un magistrato che indaghi su questo mostruoso giro d'affari in puro stile massonico e ci dica se affidare appalti e lavori ai compagnucci della parrocchia sia davvero legale?

venerdì 24 giugno 2011

La legge bavaglio

Non c'è niente da fare: il divorzio tra questo governo e gli italiani è insanabile. Dopo aver confessato di non essersi occupato dei veri problemi dei cittadini, perdendo così le elezioni amministrative e i referendum, ecco che il primo atto di Berlusconi è un decreto per impedire la pubblicazione delle intercettazioni - una questione per cui l'italiota medio non dorme di notte. Non sono i prezzi che aumentano, non sono i soldi che mancano, non è la crisi economica, non è la disoccupazione, non sono le tasse... no, il vero problema - secondo la cricca che ci malgoverna - è che ascoltino le nostre telefonate.
Ovviamente, non si tratta delle "nostre" telefonate, ma di quelle dei politici e dei loro lacchè. Avanti così. Vedrete alle prossime elezioni.

mercoledì 22 giugno 2011

Il paese e il palazzo

Sappiamo che in Italia il paese e il palazzo si occupano di problemi diversi. Il divorzio è netto. Mentre gli italiani sono alle prese con i problemi della disoccupazione, della precarietà e dell'inflazione, i politici si occupano di altre questioni, per esempio delle leggi per fermare i processi di Berlusconi o di spostare i ministeri da una regione all'altra. Solo così si spiega il fatto che dopo due sconfitte consecutive, il governo abbia addirittura rafforzata la sua maggioranza in Parlamento, grazie ai cosiddetti "responsabili". E' un paradosso. Sembra che al palazzo non interessi la vita degli uomini comuni. Eppure, se si sottoponessero a referendum le leggi promulgate da questo governo, la maggioranza degli italiani si dichiarerebbe contraria o indifferente. Evidentemente sono due Italie diverse.

mercoledì 15 giugno 2011

Lo studio del carattere

A quanto pare, gli italiani incominciano a svegliarsi e a rendersi conto che somo stati ingannati dai loro eletti. "The man who screwed an entire country" ("L'uomo che ha fottuto un intero paese") scrive l'Economist sulla sua copertina dedicata a Berlusconi. Certo, ci sono voluti 17 anni prima che i suoi elettori se ne accorgessero, mentre fin dall'inizio era chiaro che l'uomo non aveva la statura di uno statista e si preoccupava soprattutto degli affari suoi. Berlusconi non ha dunque ingannato un intero paese, ma buona parte di esso, quegli elettori che credono ancora all' "uomo della provvidenza", al salvatore unico della patria.
Il successo del referendum ci dice che almeno il 57% degli elettori ha capito non solo che Berlusconi non è all'altezza di guidare questo paese, ma anche che bisogna mobilitarsi di persona per salvare l'Italia dal disastro economico in cui l'ha fatta precipitare il malgoverno.
Molte persone giungono alla consapevolezza delle situazioni solo dopo aver sbattuto ripetutamente la faccia contro un muro, facendosi del male e facendo del male al paese. Ma non per tutti è così. Un uomo logorroico e pieno di sé è indatto ad essere un leader. Perché bastano queste due caratteristiche - la logorrea da commesso viaggiatore che vuole appiopparti una fregatura e l'idolatria del proprio ego - a fare di un individuo un piccolo uomo.

sabato 11 giugno 2011

Referendum

Nel deficit di democrazia che affligge il nostro paese, il quorum necessario per approvare un referendum abrogativo è esiziale. Raggiungere il 50% + 1è infatti difficilissimo. Come sappiamo, la maggioranza degli italiani si disinteressa di politica, come di ogni altra forma di democrazia elementare (basta vedere quanta gente partecipa alle riunioni di condominio); preferisce delegare, far fare ad altri... salvo poi lamentarsi delle decisioni e dei privilegi di questi altri.
Nel caso del referendum che non raggiunge il quorum, ciò che vince non è dunque la democrazia, ma il disimpegno, il disinteresse e l'ignoranza. D'altra parte non può esserci un cittadino democratico senza lo sviluppo della consapevolezza. E la consapevolezza politica non è che un aspetto della consapevolezza più generale, che richiede una meditazione personale.

martedì 7 giugno 2011

La voce del padrone

Insomma, la Rai sta liberandosi dei programmi migliori e più remunerativi solo perché sono condotti da elementi di sinistra, critici verso il governo. Ma il fatto è che nessun lacché di regime è in grado di fare programmi interessanti, perché se manca il sale della critica le trasmissioni diventano inutili e noiose. Vedi il fallimentare programma di Sgarbi. Chi pagherà le spese sostenute, i ricavi mancati?
Tutto questo agli attuali dirigenti della Rai non interessa; per loro l'importante è liberarsi delle voci critiche, non in sintonia con le direttive del regime. I danni provocati al servizio pubblico non si contano. Crollo di ascolti e di pubblicità. Ma che importanza ha? Anzi, se crollano gli ascolti della Rai, tanto meglio per le reti del padrone. Tanto paga il contribuente.