lunedì 25 febbraio 2019

Elezioni sarde


Non mi meraviglia che il Movimento Cinquestelle perda voti ad ogni nuova elezione. Prima erano un oggetto misterioso. Ma ora li conosciamo: vogliono bloccare tutto.
Se li conosci, li eviti.

Papa e papi


Non ci illudevamo che Berlusconi avesse il buon gusto di starsene fuori dalla politica dopo tutti i disastri che ha combinato, perché conosciamo l'uomo. Berlusconi è un narcisista, innamorato di se stesso, è un uomo dominato dalla volontà di potere e di piacere. Senza essere al centro dell'attenzione, senza essere circondato da folle plaudenti, senza essere adorato da donne (più o meno pagate), senza potersi considerare il salvatore della patria, non può esistere - impazzirebbe. Ha una personalità abnorme, malata, è gonfio e tronfio, si crede un grande uomo, si crede insostituibile. È il tipico pallone gonfiato. Ma ciò che è più incomprensibile è che ci siano tante persone che siano disposte a votarlo. Evidentemente l'esperienza non ha insegnato loro niente. Infatti, affinché certi individui come Berlusconi possano comandare, ci vogliono uomini e donne che hanno il complesso opposto: devono osannare il capo, un qualunque capo, devono avere un animo servile, devono mancare di senso critico, devono essere sempre alla ricerca del dominatore. Sono come i cani: hanno bisogno di un padrone che dica loro che cosa fare.
       Questa è la tragedia dell'Italia, un paese popolato da troppi individui servili, incapaci di pensare con la propria testa, sempre alla ricerca dell'uomo del destino. Purtroppo a questa mentalità li ha portati il cattolicesimo con il suo culto del salvatore. Quando per esempio si ascoltano le cronache domenicali della radio statale, appaltata gratis alla Chiesa, si odono non tanto le lodi di Gesù Cristo, che in fondo aveva una sua personalità, ma del papa... del papa di turno. Il papa è osannato, è servito e riverito; per lui si tengono concerti, a lui si fanno ogni genere di regali e di omaggi. È circondato da uno stuolo di camerieri e di servitori che gli rendono la vita facile, che gli preparano pietanze biologiche, che lo vestono con abiti firmati dai grandi sarti, che si preoccupano della sua salute, che si inchinano, che si genuflettono, che lo proteggono da ogni strapazzo. Infatti da noi l'espressione "fare una vita da papa" significa essere servito e riverito.
       Che cosa c'entri tutto questo con il povero Gesù, che faceva tutt'altra vita, nessuno lo ha mai capito. Ma in realtà tanti italioti trovano nel culto del papa e del papi quella figura paternalistica di cui sono sempre alla ricerca. E il paese va in rovina.

Rubare in autonomia


Non si capisce perché qualche politico, fra cui il governatore della Lombardia, abbia inviato a Formigoni, entrato nel carcere di Bollate per una condanna per corruzione, messaggi di incoraggiamento. Forse perché approva il sistema corruttivo messo in piedi dal “Celeste” con i suoi amici di Comunione e Liberazione? Forse perché sperava che non entrasse mai in galera, così come è successo a tanti politici corrotti come lui? Forse perché vorrebbe far lo stesso?
Formigoni, un tipo presuntuoso e arrogante che ha governato per 18 anni la Lombardia, ha ricevuto una condanna a cinque anni e dieci mesi per aver ricevuto da faccendieri suoi amici, cui aveva predisposto in regione corsie preferenziali, benefit per 6,6 milioni di euro, e ha lasciato nei conti pubblici lombardi un buco di un ottantina di milioni. Tutto sommato la condanna poteva essere ben più pesante.
Ma i nostri politici si sono spaventati. D’ora in poi dovranno stare più attenti a favorire gli amici e ad asservire la funzione pubblica agli interessi privati.
E da tutto ciò si vede come l’istituzione delle regioni abbia moltiplicato i casi di maggiori spese e di truffe vere e proprie. Qualcuno vorrebbe rendere le regioni ancora più autonome. Sì, soprattutto la Lega, che deve ancora restituire i 49 milioni sottratti allo Stato.


giovedì 21 febbraio 2019

Il blocco del Tav


Mentre l’Europa ci raccomanda di decidere una buona volta sul Tav, Salvini e Di Maio raggiungono un accordo per “ridiscutere integralmente il progetto”, il che significa che non si deciderà nulla. Ma non decidere nulla equivale a bloccare tutto.
        In parole povere, Salvini ha ottenuto il suo salvacondotto a non essere processato sulla questione Diciotti in cambio di un blocco del Tav.
Uno scambio che ci dice tante cose sul modo di governare di questi due partiti. Far finta di fare qualcosa per il bene del paese mentre si fa di tutto per il bene elettorale dei rispettivi partiti.
È questa mancanza di senso etico e di senso civico, è il disinteresse per il bene comune a favore del bene della propria fazione politica e del proprio interesse personale a comandare, che contraddistingue l’Italia non da anni ma da secoli. Ed è il motivo per cui, pur cambiando i partiti al governo, la nostra decadenza non si arresta.

martedì 19 febbraio 2019

Sogni e realtà


Dunque per i Cinquestelle sono bastati pochi mesi di governo, cioè di potere, per dimenticarsi di tutti i loro principi sull’uguaglianza, sulla legalità, sull’onestà, sull’ “uno vale uno” e della loro lotta contro i privilegi di casta – ed ecco che hanno votato contro il rinvio a giudizio di Salvini, perché in tal modo salvano anche il loro posto e i relativi stipendi e privilegi. Anzi, incominciano a dire che anche il principio dei due mandati deve essere rivisto.
Come dice l’ex-ideologo Becchi, si è votato per salvare non solo Salvini ma anche Di Maio. I principi sono una bella cosa da sventolare in campagna elettorale. Ma la realtà è sempre un’altra.
Del resto, quando si fa un “contratto” con il Diavolo, non ci si può aspettare di rimanere puri e duri.
Le regole del potere sono una sola: restare al potere il più a lungo possibile e incassare più soldi e più privilegi possibili. E i Cinquestelle non fanno eccezione. Dove lo troverebbero, questi giovani, che erano per lo più disoccupati, un altro lavoro e uno stipendio del genere?
Da nessuna parte. Al massimo potrebbero aspirare al reddito di cittadinanza che, non a caso, è il loro cavallo di battaglia. Non lo fanno per gli altri. Lo fanno per se stessi e i loro parenti.
Anche la loro “democrazia diretta” ha dimostrato la sua incapacità. Non solo hanno votato solo 51.000 iscritti, ma la piattaforma Rousseau, di proprietà privata, ha fatto come al solito cilecca. Il che, per l’azienda di informatica di Casaleggio e per la “democrazia diretta”, non è una bella pubblicità.
Insomma, tutte cose già viste e facilmente prevedibili per noi vecchi smaliziati. Ma, in questo paese, gli ingenui, gli sprovveduti e gli illusi sono sempre la maggioranza. Altrimenti, perché andremmo così male?

sabato 16 febbraio 2019

Autonomia e secessione


Con la proposta dell’autonomia regionale si ripresenta il vecchio progetto della Lega: creare uno Stato del Nord (coincidente più o meno con la Padania) lasciando perdere il resto dell’Italia. Le regioni ricche sarebbero come tanti Stati e forse si coordinerebbero, e le povere affonderebbero del tutto.
       La cosa più incredibile è che le regioni del sud e le isole abbraccino questa idea, votando per la Lega. Come si dice, la madre del cretino è sempre incinta… anche perché se una donna è sempre incinta deve essere parecchio cretina.
       Autonomia non è sinonimo di buon governo. Prendiamo la Sicilia, dove i privilegi, le ingiustizie, la povertà, le mafie e il malgoverno sono sotto gli occhi di tutti. Ma il vero problema è che una regione ricca e ben amministrata, a poco a poco vuol diventare uno Stato autonomo. Guardate la Val d’Aosta, l’Alto Adige, il Trentino e il Veneto: se potessero, si organizzerebbero come veri e propri Stati.
       La verità è che le regioni italiane furono un tempo Stati autonomi. E, quindi, riprendere l’autonomia, significa per loro tornare all’antico.
       Insomma, un’autonomia del genere porterebbe alla dissoluzione dell’Italia, della ragione stessa per cui si è formata l’Italia.
Se vogliamo tornare ad essere tanti Staterelli (dominati dalle potenze straniere che non ci pensano minimamente a cancellare la propria unità), andiamo avanti. Altrimenti fermiamoci.
Resta il fatto che gli italiani si stanno preparando a votare in massa per Salvini. E, una volta che la Lega sarà padrona del governo, che cosa le impedirà di organizzare la sua secessione?

venerdì 15 febbraio 2019

La santa domenica


Un esempio dell’insipienza del Movimento Cinquestelle che, purtroppo sta governando l’Italia senza averne le capacità, è la discussione sul blocco del lavoro festivo. Siamo ad una vera e propria follia. In un momento in cui ci troviamo in recessione, loro pensano a limitare gli orari di apertura dei negozi nei giorni festivi. Chiunque altro cercherebbe di aumentarli. Ma loro no. Loro non hanno nessuna idea di che cosa sia lo sviluppo economico, non hanno nessun programma in tal senso.
Da dove vengono queste iniziative? Forse dall’ambito parrocchiale, dove ci si preoccupa del fatto che chi lavora la domenica non può andare a messa. Tant’è vero che Di Maio cerca l’appoggio del Vaticano.
Ma forse sarebbe più opportuno chiedere alla Chiesa di pagare le tasse sul suo immenso patrimonio immobiliare e cambiare le regole sull’otto per mille. Ne ricaveremmo i soldi per pagare il Tav e gli straordinari.
È comprensibile che si vogliano difendere i lavoratori da condizioni di sfruttamento. Ma, se non si sviluppa il lavoro, non c’è nessuna difesa.

giovedì 14 febbraio 2019

Conti sballati e conti truffaldini


Sappiamo tutti che le nostre strade e autostrade sono piene di automobili e camion che rendono lenta la marcia e irrespirabile l’aria, e tutti ripetiamo che occorrerebbe usare maggiormente i trasporti su ferrovia. Questa è anche la logica del Tav, che dovrebbe spostare su ferrovia molti camion. Ma, nella logica dei costi e dei ricavi, questo rappresenta un costo perché corrisponde ad una minor entrata per lo Stato. Siamo dunque alla follia, soprattutto per un Movimento che vorrebbe essere ecologico.
Seguendo questo ragionamento dovremmo chiudere anche tutte le nostre metropolitane e rimettere tutti in strada a inquinare i nostri polmoni e l’ambiente. A questi ingegneri non interessa nulla della nostra salute e della salute del pianeta. Secondo loro, dovremmo usare più macchine e più camion!
Basta questo a capire che la loro analisi è del tutto sballata.
Ma per i Cinquestelle, che hanno assunto il blocco del Tav come bandiera della loro volontà di non fare grandi opere, la logica e la salvaguardia della natura e della salute non importano.
In compenso Di Maio incontra Parolin (segretario di Stato del Papa), con il quale contratta la chiusura domenicale dei negozi. Sì, perché in Italia dobbiamo prendere ordini dal Vaticano anche in questioni del genere.
Perché non chiede notizie di monsignor Nunzio Scarano, responsabile dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, che possiede migliaia di immobili di grande pregio e depositi in contanti per centinaia di milioni di euro), appena condannato a due anni, per aver progettato di far rientrare in Italia dalla Svizzera 20 milioni utilizzando un jet privato e per varie altre truffe contabili?

martedì 12 febbraio 2019

Il partito della decadenza


Chissà perché tutti sapevamo che dall’analisi costi-benefici, il Tav sarebbe stato bocciato. Sì, perché erano stati scelti tutti tecnici amici dei Cinquestelle e già favorevoli alla bocciatura. Niente di nuovo. Chi fa politica imbroglia.
       Se l’analisi l’avessero fatta altri tecnici sarebbero giunti ad altre conclusioni.
Nessuna sa perché i Cinquestelle siano così avversi al treno ad alta velocità. Forse per motivi ideologici, per un vago e confuso ambientalismo, per un’avversione verso la modernità, per motivi psichiatrici o per un loro innato immobilismo. Insomma, non vogliono far nulla, non vogliono intraprendere nulla, vogliono bloccare tutto. Vogliono chiudere ogni strada, ogni possibilità di spostamento, ogni collegamento. Dicono che lo fanno per rilanciare le piccole opere. Ma non hanno nessun piano in tal senso.
Sono un partito dell’avversione, che mai avrebbe dovuto andare al governo.
Il tripudio dei Cinquestelle dimostra che per loro il blocco del Tav è un bandiera, non un discorso sensato.
In tutto il mondo, aprire nuove strade è un motivo di merito. Ma non per questo partito, che ha in sé qualcosa di mortifero. Lotta contro lo sviluppo, la crescita e il progresso. È dominato da un istinto di morte. Vuole pervicacemente la decadenza.
Dopo la sconfitta subita in Abruzzo, ora i Cinquestelle sono animati da spirito di vendetta e vogliono almeno bloccare il Tav. Per esistere devono distruggere. Gli abruzzesi devono averlo capito. Vi immaginare i Cinquestelle che ricostruiscono qualcosa per i terremotati? Per loro, sarebbe contronatura.


Il bottino dei politici


Indro Montanelli sosteneva che in Italia la lotta tra partiti è in realtà una guerra tra bande che cercano di spartirsi il bottino. Da ieri a oggi non è cambiato niente. Infatti adesso si parla di utilizzare l’oro della Banca d’Italia per finanziare le cervellotiche riforme dei due partiti al governo. Il bottino è bello grosso. Ma esporrebbe l’Italia al rischio di non avere più riserve di sicurezza.
Dopo averci caricati di debiti e dissestato il paese per mantenere un esercito di politici in tutte le regioni, che oltretutto rubano a man bassa e si attribuiscono stipendi e privilegi incredibili, ecco che mirano all’unico tesoro rimastoci.
Che sarà mai? Falliremo così come ci meritiamo.

lunedì 11 febbraio 2019

La sconfitta di Di Maio


Di Maio, che era andato in Francia a sobillare i gilet gialli, che ne direbbe ora se venisse un ministro francese sobillare i pastori sardi che protestano in Sardegna?
Intanto il suo partito perde le elezioni regionali in Abruzzo. E continuerà a perdere, perché tutti si stanno accorgendo che si tratta di un fuoco fatuo, di un movimento capace di bloccare lo sviluppo in Italia, ma incapace di favorire la crescita.
Alla fine, avrà tirato la corsa alla Lega, che lo abbandonerà.

L'italico antimodernismo


Tra i vari difetti del nostro amato popolo c'è il conservatorismo, l'opposizione a ogni novità e a ogni cambiamento. Il nostro è un paese dal cuore antico... e antiquato. Così, tra le motivazioni dell'opposizione alle liberalizzazioni e dell'opposizione alla linea ferrovia in Val di Susa, c'è proprio un istinto atavico a opporsi a ogni novità, a ogni modernizzazione. Non per nulla, ai tempi del Concilio di Trento, cioè della restaurazione del cattolicesimo più protervo, il popolo fu d'accordo... e così perse il treno della storia, con conseguenze che paghiamo ancora oggi.

La tentazione del fascismo


Salvini e Di Maio vorrebbero azzerare i vertici di Bankitalia e Consob. E bravi! Così metterebbero dei loro amici al posto di chi dovrebbe controllarli.
Vigiliamo. In questa gente c’è una tendenza dittatoriale. Vorrebbero eliminare le autorità autonome di controllo per fare quel che vogliono.
I popoli s’illudono che, eleggendo l’ “uomo forte”, si risolvano tutti i loro problemi di insicurezza ed economici. Ma guardate i paesi dove governano i dittatori (Putin, Erdogan, Orban, ecc.). Vi sembra che abbiano risolto i loro problemi?
E vi sembra che il fascismo di Mussolini abbia risolto i problemi dell’Italia o la abbia lasciata in macerie?
I problemi si risolvono sviluppando l’autonomia e la libertà dei singoli, non comprimendole.

sabato 9 febbraio 2019

Dilettanti allo sbaraglio


Molti osservatori, all’arrivo dei Cinquestelle al governo, avevano parlato di “dilettanti allo sbaraglio”. E così è stato. Il loro reddito di cittadinanza è farraginoso e confuso. E la loro politica estera è disastrosa. Del resto, le due città simbolo, Roma e Torino, amministrate dal loro Movimento sono in preda al caos.
Nessuno in quel partito si preoccupa dell’economia, che infatti va a rotoli. E presto chiederà il conto a tutti gli italiani.
Tra ignoranza e improvvisazione, questa gente, che è pure presuntuosa, sta portando l’Italia nel baratro. L’unica cosa che sta loro a cuore è l’occupazione e la moltiplicazione dei posti di potere. Ma oramai si sono messi contro tutti: sindacati, industriali, ceti produttivi e partner europei.
Quando sarà necessario imporre nuove tasse, per colmare i debiti e gli errori che hanno fatto i Cinquestelle, allora anche gli elettori si accorgeranno del grave errore che hanno commesso. Ma, a quel punto, pagheremo tutti.
L'intelligenza, la vera intelligenza, è prevedere.

sabato 2 febbraio 2019

Ignoranti al potere


Ormai si fa a gare per stabilire quale sia il governante più ignorante. In Usa, di fronte all’arrivo dell’aria polare, Trump afferma soddisfatto: “Ditemi dov’è il riscaldamento globale?” E non sa che in Australia c’è l’estate più calda di sempre. Non capisce che proprio questi estremi sempre più violenti sono il risultato del riscaldamento globale.
In Italia, Di Maio dice che siamo alla vigilia di un boom economico e Conte dichiara che il 2019 sarà un anno bellissimo. Peccato che siamo già in recessione.