Non ci illudevamo
che Berlusconi avesse il buon gusto di starsene fuori dalla politica dopo tutti
i disastri che ha combinato, perché conosciamo l'uomo. Berlusconi è un
narcisista, innamorato di se stesso, è un uomo dominato dalla volontà di potere
e di piacere. Senza essere al centro dell'attenzione, senza essere circondato
da folle plaudenti, senza essere adorato da donne (più o meno pagate), senza
potersi considerare il salvatore della patria, non può esistere - impazzirebbe.
Ha una personalità abnorme, malata, è gonfio e tronfio, si crede un grande
uomo, si crede insostituibile. È il tipico pallone gonfiato. Ma ciò che è più
incomprensibile è che ci siano tante persone che siano disposte a votarlo.
Evidentemente l'esperienza non ha insegnato loro niente. Infatti, affinché
certi individui come Berlusconi possano comandare, ci vogliono uomini e donne
che hanno il complesso opposto: devono osannare il capo, un qualunque capo,
devono avere un animo servile, devono mancare di senso critico, devono essere
sempre alla ricerca del dominatore. Sono come i cani: hanno bisogno di un
padrone che dica loro che cosa fare.
Questa è la tragedia dell'Italia, un
paese popolato da troppi individui servili, incapaci di pensare con la propria
testa, sempre alla ricerca dell'uomo del destino. Purtroppo a questa mentalità
li ha portati il cattolicesimo con il suo culto del salvatore. Quando per
esempio si ascoltano le cronache domenicali della radio statale, appaltata
gratis alla Chiesa, si odono non tanto le lodi di Gesù Cristo, che in fondo
aveva una sua personalità, ma del papa... del papa di turno. Il papa è
osannato, è servito e riverito; per lui si tengono concerti, a lui si fanno
ogni genere di regali e di omaggi. È circondato da uno stuolo di camerieri e di
servitori che gli rendono la vita facile, che gli preparano pietanze
biologiche, che lo vestono con abiti firmati dai grandi sarti, che si
preoccupano della sua salute, che si inchinano, che si genuflettono, che lo
proteggono da ogni strapazzo. Infatti da noi l'espressione "fare una vita
da papa" significa essere servito e riverito.
Che cosa c'entri tutto questo con il
povero Gesù, che faceva tutt'altra vita, nessuno lo ha mai capito. Ma in realtà
tanti italioti trovano nel culto del papa e del papi quella figura
paternalistica di cui sono sempre alla ricerca. E il paese va in rovina.
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