martedì 29 novembre 2011

Il paese dei gas

Per preservare la salute dei cittadini - dice la giunta di Milano alle prese con l'inquinamento - si ordina di abbassare la temperatura nelle case. Ma in questo modo si peggiora la loro salute. Infatti tra le principali cause dell'allungamento della vita c'è proprio un buon riscaldamento. Stare al freddo non ha mai fatto bene a nessuno. Se uno ha l'influenza e sta al freddo, si prende la polmonite. Ma a queste follie si arriva perché nessun amministratore ha ancora capito che per combattere l'inquinamento bisogna aumentare gli spazi verdi. E invece, non appena si libera un'area, ecco che si costruiscono nuovi casermoni... nuovi camini e nuove auto. Anzi, si rovinano i pochi giardinetti della città per costruire parcheggi sotterranei. Tutto per la dea-auto, per attirare nuove automobili. Si può essere più stupidi di così? Putroppo siamo amministrati da gente poco intelligente o pavida, incapace di vedere al di là del proprio naso. Milano è una camera a gas perché si costruisce senza pensare alla salute dei cittadini seguendo soltanto l'interesse economico. Fra l'altro, se c'è inquinamento, vuol dire che ci sono periodi di bel tempo, d'estate e d'inverno. E se abbiamo tanto sole, perché non si favoriscono nelle case i riscaldamenti a impianti fotovoltaici? Non siamo il paese del sole?

Il paladino dei ricchi

Berlusconi ha dichiarato che tra i "paletti" messi al governo Monti c'è quello di non imporre la patrimoniale, ossia una tassa per i ricchi. Avete capito? Lui si preoccupa, non del povero pensionato che si vedrà decurtata la pensione, non dei poveracci che dovranna pagare la nuova ICI, ma dei "poveri" ricchi, che non devono essere disturbati. In effetti, quando penso ai ricchi, mi si stringe il cuore: come faranno a superare la crisi? Spero che nessuno (tranne i ricchi) lo voti più.

venerdì 25 novembre 2011

Politica e serietà

Non so che cosa potrà fare Mario Monti, oltre che caricarci di tasse. Ma una cosa l'ha dimostrata: che in Italia politica e serietà non vanno d'accordo. Pensate un po': per fare un governo serio abbiamo dovuto rinunciare ai politici. Eppure i politici sono lì che mordono il freno: non vedono l'ora di rientrare sul palcoscenico per fare le solite sceneggiate, le solite buffonerie, per fare promesse che non manterranno mai, per farsi vedere e invidiare. E tutti li invidiano, perché nessuno in Italia guadagna tanto lavorando così poco, nessuno ha un vitalizio dopo cinque anni. I tagli per la casta vengono rimandati alla prossima legislatura. Per il popolo invece no: dovrà pagare subito. D'altra parte se lo merita: è lui che elegge certi buffoni.

mercoledì 23 novembre 2011

L'Italia che frana

Non so se avete notato che, mentre l'Italia frana economicamente, frana anche letteralmente - piogge, diluvi e bombe d'acqua distruggono vari territori. Qualche Dio ce l'ha con noi? Non credo. Credo piuttosto che la colpa sia del peggior difetto nostrano: l'imprevidenza. Viviamo senza pensare al domani, affidandoci agli uomini sbagliati. Non pianifichiamo. Contiamo sul sole e sullo stellone. Ma non sempre la fortuna ci assiste, ed ora dobbiamo pagare il conto della nostra incapacità di prevedere e di riflettere. Il povero Monti mi ricorda De Gasperi quando si dovette presentare agli Alleati con il cappello in mano chiedendo clemenza. Ma la responsabilità, allora come oggi, è di tutto un popolo che crede ancora nei miracoli e negli uomini della Provvidenza. Non è dall'esterno che arriva il Salvatore. Ma da dentro ciascuno di noi.

venerdì 18 novembre 2011

Mario Monti

Fa piacere ascoltare, dopo tanti anni di litigi e di scandali, la voce di un Presidente del Consiglio di tutt'altro stile: la pacatezza al posto dell'arroganza, la modestia al posto della presunzione, la lucidità al posto delle velleità confuse, l'autorità al posto dell'autoritarismo, la serietà al posto della politica delle barzellette, la competenza al posto dell'improvvisazione, l'educazione al posto della volgarità, l'europeismo al posto del provincialismo leghista, lo spirito di servizio al posto dell'interesse privato. Il carattere degli uomini è fondamentale anche in politica. Eravamo abituati ad un uomo che si credeva il salvatore della patria e che invece l'ha portata sull'orlo del falllimento. Berlusconi era l'uomo della divisione e della contrapposizione: un passionale, incurante delle regole, un uomo che suscitava o amore o odio, un uomo che voleva dominare tutto e tutti come il padrone di un'azienda, un imprenditore che ha ridotto l'Italia ad una specie di set televisivo, dove tutto è fasullo, un imprenditore che ritiene sua proprietà personale anche lo Stato.
Dispiace però che Monti sia chiamato a fare il lavoro sporco, cioè a imporre quei sacrifici che gli altri politici, quelli che vogliono essere amati (e rieletti), non hanno il coraggio di decretare. Viene quindi mandato avanti a rendersi antipatico, a fare macelleria sociale. Lui ci metterà la faccia. Gli altri,i politici, se ne staranno dietro le quinte a litigare, a odiare, a ordire trame e a criticare, pronti a saltar fuori non appena fallirà o avrà successo. Non ci siamo dunque liberati della casta degli incapaci e dei faccendieri. Purtroppo li rivedremo presto all'opera, su tutte le televisioni a ripetere le loro idee stantie e a fare i pavoni... in un eterno ritorno della marmaglia.

Inquinamento delle menti

A che serve limitare la circolazione delle automobili in zone limitate delle nostre città se poi costruiamo tutto intorno migliaia di nuove abitazioni che aumentano l'inquinamento? Io per esempio abito a Milano dove si fa di tutto per limitare la circolazione dei veicoli, imponendo tasse varie e ostacoli al parcheggio. Andrebbe bene se tutto ciò non fosse vanificato dalla costruzione in periferia di nuovi villaggi e casermoni di dieci piani che aumenteranno ovviamente fumi e traffico. Dov'è finito il controllo del territorio? Perché le province non fanno qualcosa oltre a prendere soldi ai cittadini? Non bisogna costruire nuovi palazzoni, appena si fa libera qualche area, ma piantare nuovi alberi. Ho l'impressione che le menti dei nostri amministratori siano confuse e che gli interessi materiali, forse inconfessabili, siano troppo forti della spinta ecologista. È la solita imprevidenza degli italioti, al limite della stupidità. Con una mano si costruisce e con l'altra si distrugge.

sabato 12 novembre 2011

La caduta del padrone

Berlusconi è caduto. Ma non per merito degli italiani. Come già per Mussolini, c'è voluto il crollo dell'Italia e l'intervento degli alleati. Perché gli italiani amano tanto gli imbonitori? Sono così ingenui? Credono ancora nei miracoli? Che cosa c'è che non funziona nel nostro popolo? Eppure il disfacimento morale ed economico del paese era evidente da anni. Evidentemente c'è un deficit di cultura, di consapevolezza e di senso civico. Evidentemente gli italici sono disposti ad accettare qualunque sopruso da parte di chi li governa nella convinzone che ai potenti sia permesso tutto. Ahi, serva Italia! C'è ancora un rapporto da sudditi, da servi, non da cittadini dignitosi e consapevoli. Da dove viene questa mentalità servile? Certamente da una religione che insegna che esiste sempre un Padrone, cui si deve cieca obbedienza, e che i sudditi sono come tante pecore. Bisogna dunque cambiare cultura.

giovedì 10 novembre 2011

Tempi di crisi

Mai come in questi tempi è apparsa evidentemente la cialtroneria dei nostri politici. Come tanti narcisi, appaiono in televisione a disquisire di bizantinismi fasulli, litigando furiosamente. Mentre il paese affonda schiacciato da un debito pubblico creato dai politici, loro si preoccupano soltanto della loro rielezione e di salvare privilegi, stipendi e vitalizi. Non c'è pericolo che possano mettersi d'accordo. Nessuno sa più che cosa sia il bene nazionale. Tutti si preoccupano del loro bene particolare. Tant'è vero che il Presidente Napolitano, per tentare di salvare il salvabile, ha pensato di ricorrere non a un politico di professione, ma a un tecnico. E' la dimostrazione che la classe politica non è in grado di governare, abituata com'è a considerare la politica solo come un mezzo per fare soldi e per curare la propria carriera professionale. Si tratta di un vecchio vizio  degli italiani. Come diceva il Guicciardini, i nostri politici si preoccupano di salvare il loro "particulare" provocando inevitabilmente la "ruina d'Italia".

mercoledì 9 novembre 2011

Il fallimento dell'Italia di Berlusconi

Come molte persone di buon senso avevano capito, il governo di Berlusconi è alla fine. E purtroppo anche l'Italia è ormai fallita. Non poteva che finire così... sono anni che lo ripetiamo. Il problema del debito pubblico non è certo colpa di Berlusconi, ma lui non ha fatto nulla per diminuirlo e ha fatto di tutto per rendere ridicola e inaffidabile l'Italia. Tra le sue ultime dichiarazioni c'è quella per cui si sente "più potente" da privato cittadino che al governo - e questo ci conferma che l'uomo ha certamente problemi di insicurezza, che ha sempre cercato di mascherare utilizzando maree di donne (a pagamento) e le sue cariche istituzionali. Ha bisogno di continue conferme. Lui ragiona sempre in termini di potenza, perché il suo gonfio ego gli impedisce di prendere contatto con la realtà di tutti... e quindi anche con la sconfitta. Vive di sogni e ha fatto vivere l'Italia in una specie di permanente spettacolo televisivo... dove tutto è posticcio. Ora irrompe la realtà, con le sue durezze. E anche gli italiani incominciano a svegliarsi. Ma quanto hanno dormito! Niente di ciò che è successo era imprevedibile: sono anni che questo esito fallimentare era in arrivo. Nessun individuo, nessuna famiglia può vivere a lungo con un debito pari al 120 per cento delle entrate. Non ci vogliono grandi economisti per capirlo - bastava anche la massaia che fa la spesa al mercato. Il vero problema allora è un altro: è questo sonno degli italiani, la loro imprevidenza, la loro volontà di dormire affidando a qualcun altro il compito di prendere le decisioni. Questo è grave, questo è il difetto del nostro popolo. Invece di prendere su di sé la responsabilità della crescita, la demandano agli uomini della Provvidenza. Che purtroppo qualche volta sono uomini della rovina. Ed eccoci qui. Speriamo che il risveglio non sia troppo duro. Speriamo che la lezione serva a tutti per sviluppare più consapevolezza.

domenica 6 novembre 2011

Il delirio della fine

Ormai Berlusconi si trova nel delirio che attraversano tutti i dittatori prima della loro caduta. E straparla. Dice che non vede segni di crisi, che i ristoranti e gli aerei sono pieni e che la gente sta bene. Certo, nei ristoranti e negli aerei che frequenta lui, non può vedere i poveretti che stringono la cinghia, che non sanno come arrivare a fine mese, che hanno pensioni da fame, che non hanno lavoro o che sono precari. Questa gente è invisibile, non va mai al ristorante, al cinema o in vacanza. Non ha le ville in cui rifugiarsi. Ma è molto più dignitosa di questo nababbo che si crede un padreterno. E che non ha più il senso della realtà. Vive scortato, in ville faranoiche, circondato da lacchè e da donne compiacenti. Non si ricorda nemmeno più le promesse che aveva fatto agli italiani nel 2001 per essere eletto, alla presenza di Vespa: riduzione della pressione fiscale, i poliziotti di quartiere, milioni di nuovi posti di lavoro e le grandi opere. E aveva aggiunto che si sarebbe dimesso se non avesse rispettato questo programma. Ora, poiché non lo ha rispettato, si dimetta. Se gli rimane un po' di dignità. E' inutile che accusi tutti gli altri del suo fallimento personale. Secondo lui, la colpa è sempre degli altri... che sarebbero pessimisti, traditori, anti-italiani e che porterebbero sfortuna. Ma, a proposito di chi porta sfortuna, nel ventennio berlusconiano abbiamo assistito al peggio: terremoti, alluvioni, smottamenti e ora la peggior crisi economica del secolo. Si ritiri, per il bene del paese. Non è gradito dal destino.

giovedì 3 novembre 2011

La rovina dell'Italia

Gli altri paesi ci deridono, i leader del mondo non vogliono più farsi ritrarre con lui, Germania e Francia ci trattano come servi idioti - noi che eravamo tra i soci fondatori dell'Unione Europea, noi che eravamo il terzo paese più importante. E idioti lo siamo se abbiamo eletto un tipo come Berlusconi. Ma lui resiste, il suo ego ipertrofico gli impedisce di riconoscere la sconfitta e così i suoi seguaci. Per loro, è tutta una congiura dell'Europa e della sinistra. Da anni avevo previsto che Berlusconi avrebbe portato l'Italia al fallimento, facile profezia purtroppo. E ormai ci siamo. Siamo sull'orlo della bancarotta. Ma lui resiste. Finché non sarà tutto uno sfracello, lui rimarrà seduto sulla sua sedia, confortato dai fedelissimi, incapaci di criticarlo. Lui resiste, proprio come resisteva Mussolini. E, proprio come nel ventennio fascista, gli italiani sopporteranno, finché non vedranno le macerie dell'Italia. E anche allora grideranno: è tutta una congiura di chi non ci ama. Sì, hanno ragione gli altri popoli - siamo fessi.