domenica 6 novembre 2011

Il delirio della fine

Ormai Berlusconi si trova nel delirio che attraversano tutti i dittatori prima della loro caduta. E straparla. Dice che non vede segni di crisi, che i ristoranti e gli aerei sono pieni e che la gente sta bene. Certo, nei ristoranti e negli aerei che frequenta lui, non può vedere i poveretti che stringono la cinghia, che non sanno come arrivare a fine mese, che hanno pensioni da fame, che non hanno lavoro o che sono precari. Questa gente è invisibile, non va mai al ristorante, al cinema o in vacanza. Non ha le ville in cui rifugiarsi. Ma è molto più dignitosa di questo nababbo che si crede un padreterno. E che non ha più il senso della realtà. Vive scortato, in ville faranoiche, circondato da lacchè e da donne compiacenti. Non si ricorda nemmeno più le promesse che aveva fatto agli italiani nel 2001 per essere eletto, alla presenza di Vespa: riduzione della pressione fiscale, i poliziotti di quartiere, milioni di nuovi posti di lavoro e le grandi opere. E aveva aggiunto che si sarebbe dimesso se non avesse rispettato questo programma. Ora, poiché non lo ha rispettato, si dimetta. Se gli rimane un po' di dignità. E' inutile che accusi tutti gli altri del suo fallimento personale. Secondo lui, la colpa è sempre degli altri... che sarebbero pessimisti, traditori, anti-italiani e che porterebbero sfortuna. Ma, a proposito di chi porta sfortuna, nel ventennio berlusconiano abbiamo assistito al peggio: terremoti, alluvioni, smottamenti e ora la peggior crisi economica del secolo. Si ritiri, per il bene del paese. Non è gradito dal destino.

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