martedì 30 maggio 2017

IL modello tedesco

Adesso ci siamo messi a imitare i tedeschi, perché hanno un’economia e una politica che funzionano. Così scegliamo un sistema elettorale “alla tedesca”, il che significa che prendiamo alcune cose e ne tralasciamo altre,  e quindi costruiamo un modello confuso e abborracciato che non è detto che funzioni. A noi non piacciono né la chiarezza né l’ordine. E soprattutto noi vogliamo i privilegi dei potenti, per esempio quelli dei parlamentari che con solo cinque anni di contributi hanno un vitalizio - un vitalizio ingiustificato e immeritato, di fronte alle persone comuni che devono lavorare quarant’anni.
Ciò che non riusciamo a imitare è il comportamento civico dei tedeschi e il loro senso dell’organizzazione e dello Stato. Rimaniamo italioti che agiscono per bande, che sono divisi su tutto e che mirano sempre all’interesse personale e familiare.
Il senso dello Stato se l’è mangiato la Chiesa, maestra nell’ottenere privilegi e nessuna responsabilità
Il futuro vedrà dunque un impero tedesco, favorito anche dal fatto che la Gran Bretagna e gli Stati Uniti si stanno isolando e ritirando dall’Europa. Bravi fessi.

Così i tedeschi realizzeranno quel loro dominio sull’Europa che non erano riusciti a costruire con le guerre.

I potenti della Terra

A Taormina si sono riuniti i potenti della Terra, quasi tutti individui brutti, volgari e più o meno ignoranti, ma capaci di intercettare il voto degli elettori.
Uno squallore.
Quando poi, il più potente di loro, propugna una politica di isolazionismo e di protezionismo, e non è minimamente interessato agli altri paesi e alle sorti del mondo, lo squallore diventa sconforto.
Come succede spesso nella storia, basta che arrivi al potere un individuo tarato, mediocre ed egocentrico per bloccare l’evoluzione mondiale e riportarci indietro.

Purtroppo, per la scelta dei potenti della Terra, non sono previste né un’analisi psicologica né un’analisi delle competenze. L’unico criterio è la loro capacità di fare promesse, che non manterranno.

martedì 23 maggio 2017

La mafia ha vinto!

È inutile ripetere, come si sente dire in radio e in televisione nella commemorazione della strage di Capaci, che “la mafia ha perso”. La mafia ha vinto. Non solo ha dimostrato che può uccidere chi vuole, ma si è anche espansa al nord. Dov’è la sconfitta?
È vero che tanti responsabili dell’uccisione di giudici e forze dell’ordine sono stati incarcerati. Ma i giudici e i poliziotti sono morti e loro sono ancora vivi. Questa è la sconfitta prima. Chi muore è sconfitto.
Proprio nel giorno della commemorazione, i mafiosi hanno ammazzato a Palermo una persona; e l’ordine è partito dall’interno di un carcere.

C’è un unico modo per rendere giustizia alle vittime e far tacere per sempre i mafiosi: introdurre per loro la pena di morte.

martedì 16 maggio 2017

L'affare dell'immigrazione

Il Papa predica la misericordia e subito risponde la Misericordia di Isola Capo Rizzuto, l’organizzazione cattolica che gestisce il grande campo profughi e che, d’accordo con la n’drangheta locale, ha rubato almeno trenta milioni di euro che il governo e l’Europa hanno stanziato per gli immigrati. Normale amministrazione per gli standard etici degli italioti e delle organizzazioni cattoliche. Infatti, già oggi non se ne parla più.

Naturalmente non poteva mancare il parroco che ha intascato a sua volta una barca di soldi per la sua preziosissima opera di “assistenza spirituale”.

giovedì 11 maggio 2017

Le barche degli immigrati

L’attuale politica italiana per l’immigrazione incontrollata, consistente nel disseminare i profughi in tutto il paese, assomiglia al comportamento di chi cerca di nascondere la spazzatura sotto il tappeto. Prima o poi, quando la spazzatura è troppa, salta fuori dal tappeto.
Basta dare un’occhiata alle nostre città dove i parchi e i giardinetti pubblici sono pieni di profughi che mangiano, bevono e dormono sulle panchine.
Stiamo accumulando incoscientemente immigrati, proprio come in precedenza abbiamo accumulato, altrettanto incoscientemente, il debito pubblico.

Oggi il debito pubblico ci schiaccia e ci impedisce di uscire dalla crisi. Fra un po’ anche queste masse incontrollate ci faranno colare a picco, grazie anche alle Ong private che vanno a prenderli come taxi e al Papa che predica di accoglierli tutti.

martedì 9 maggio 2017

Il senso dello Stato


Si sono appena concluse le elezioni presidenziali in Francia e noi poveri italiani facciamo i confronti con il nostro disgraziato paese. Dappertutto ci sono leggi elettorali che funzionano, e noi abbiamo appena distrutto quella che ci era stata proposta. Dappertutto c'è senso dello Stato e senso dell'unità del paese, ma da noi ci sono ancora regioni che fanno referendum per tenersi le tasse.
Vi immaginate una regione della Francia o della Germania che chiede di trattenere le tasse? Sarebbe come spezzare l'unità del paese e la gente si ribellerebbe. Ma da noi no. Da noi c'è sempre l'idea che ci si possa dividere e che per risolvere i problemi della globalizzazione ci si debba rifugiare come struzzi nel paesello d'origine.

sabato 6 maggio 2017

La legge del mare

In Italia tutti procedono in ordine sparso, senza coordinarsi: regioni, ministeri, politici, giudici, polizie, burocrazie, mafie, vescovi, ecc. Perfino i soccorsi ai profughi vanno così. Frontex e le ong private vanno ciascuna per proprio conto. Ogni paese del mondo può venire qui con una nave e riportare i  migranti – non nel proprio paese – ma nel nostro. Per esempio, c’è una nave francese con sede a Malta che raccogli profughi fin dentro il mare libico e li porta qui da noi, non si sa in base a quale legge.
Se una nave italiana raccogliesse migranti e li trasportasse in Francia, Malta, Spagna e Grecia, scoppierebbe un caso internazionale. Ma qui da noi tutti possono fare tutto. Già, perché in Italia lo Stato esiste solo per riscuotere le tasse, non per far rispettare l’ordine internazionale.

L’idea poi di spostare i profughi un po’ qua e un po’ là, per nasconderli, è tipicamente italiota. Infatti si limita a rimandare il problema al futuro senza risolverlo. Fra qualche anno, come è già successo con il debito pubblico, ci troveremo milioni di profughi che affosseranno ogni crescita. 

lunedì 1 maggio 2017

Politici inconcludenti

Mi pare evidente che due siano i problemi maggiori dell’Italia: la mancanza di lavoro e l’invasione degli immigrati. Ma che cosa fanno i nostri politici?
Dovrebbero passare ogni momento della loro vita a cercare di risolvere questi problemi. Invece, in questi giorni, hanno fatto le primarie del Pd (così scontate che tutti sapevano come sarebbero andate), stanno tutto il giorno a parlare in televisione e discutono di una legge elettorale non avendo ancora concluso niente.

Veramente poco per giustificare i loro alti stipendi.

Il povero Donald Trump

Oltre all’infelicità provocata dalla natura, dalle malattie, dalla vecchiaia e dal morire, c’è un’insoddisfazione e una sofferenza che noi stessi ci creiamo, e forse è la maggior parte. Prendiamo un uomo potente come Donald Trump: è ricco, ha una bella e giovane moglie, un paio o più famiglie, figli e figlie, ville, alberghi e proprietà di ogni genere. Dovrebbe essere contento.
Ma vi fa pensare che sia felice? Vi sembra che la sua faccia sia quella di un uomo soddisfatto? Lo vediamo tutti con quel suo grugno infelice, con quell’espressione corrucciata.
E da che cosa viene la sua infelicità? Ovviamente dalle sue stesse ambizioni e pretese, dalla sua sete di riconoscimento, dal suo desiderio di potere. Oggi ha un sacco di problemi e di nemici e deve combattere tutto il giorno contro chi non gli ubbidisce o non lo ama, e non è sicuro di essere rieletto. Rischia addirittura di scatenare una guerra mondiale.
È come un bambino che vuole un giocattolo e non può averlo.
Insomma, quest’uomo che avrebbe tutto per essere felice, è corroso dalla sua incapacità di accontentarsi, dalle sue velleità.
Non è in grado – come tanti uomini – di apprezzare ciò che ha e vorrebbe sempre di più.

Non è ovviamente capace di starsene tranquillo e in pace, è sempre nervoso, non può concentrarsi, non può fermarsi un attimo. Non può essere felice.