martedì 29 aprile 2014

Clima elettorale

Ha avuto inizio la campagna elettorale per le elezioni europee e già non ne possiamo più. Come faremo ad arrivare al 25 maggio senza soccombere per la noia o dare in escandescenze?
I discorsi che si ascoltano sono sempre gli stessi: c’è chi crede di risolvere ogni problema uscendo dall’euro e chi vorrebbe rimanere nell’euro apportando però certe modifiche. Questo è chiaro.
Ma i microcefali che ci governano non si limitano a discutere queste ipotesi; no, fanno a chi la spara più grossa, a chi insulta di più. Uno spettacolo desolante di litigi, di chiacchiere e di promesse in gran parte infondate. Sono come tanti venditori al mercato che, per farsi ascoltare, cercano di gridare più forte degli altri. Insomma, una baraonda.
Questa baraonda avviene quotidianamente in televisione, che è diventata la vera piazza virtuale di popoli che non hanno più il senso della comunità. Ed il problema è che, per farsi notare in tv, occorrono doti di istrionismo che non hanno niente a che fare con le doti di governo. Ecco perché abbiamo addirittura attori che diventano capi di partito.
Tutti dicono di volersi occupare del bene dell’Italia, ma tutti sono impegnati a difendere il proprio posto e a dar sfogo al loro smisurato ego.

Cercasi gente controllata, umile e capace di parlare pacatamente.

domenica 27 aprile 2014

Lo spettacolo della religione

Gli avvenimenti di questi giorni dimostrano che la Chiesa non è che una sacra rappresentazione, una rappresentazione del sacro. Uno spettacolino, un insieme di cerimonie, dove tutto è riportato in ambito desolatamente umano e niente rimanda alla trascendenza.
Il Dio che si fa uomo è in realtà l’uomo che cerca di farsi Dio, ma non ne ha le capacità, e quindi si riduce a mimare, a rappresentare il sacro come immagine: un rito, appunto, privo di autenticità e di profondità. Fra l’altro induce a credere che la trascendenza sia rappresentabile con questi poveri mezzi, gli stessi del paganesimo: statue, processioni, dipinti, ecc.
Ma chi assiste a queste cerimonie che cosa ne ricava? Ciò che ne ricava anche chi assiste a una partita di calcio?
Che cosa dovrebbe suscitare una cerimonia di canonizzazione? E i dipinti sacri e le musiche sacre? Tutto questo dà un’idea di religiosità o porta semplicemente al culto dell’esteriorità?
Se non si passa dall’interiorità, dove si troverà la sede del sacro?
Quello che è evidente è che la religione ricorre agli stessi mezzi che depreca: oggi, se un avvenimento non è mediatico, passa inosservato. E perciò bisogna suonare la fanfara e utilizzare tutti i mass media. È inevitabile che si perda interiorità e spiritualità.
Papa Wojtyla è stato in vita un buon attore. Ma lo è anche da morto. E ha dato l’impressione che, oggi, fare il Papa significhi soprattutto recitare una parte. Francesco sta imparando, ma non è altrettanto portato per l’istrionismo.
Quello che colpisce, in questa vicenda della canonizzazione di massa, è l’inerzia, anzi la sottomissione dei mass media. Radio e televisioni hanno fatto a gara per elogiare, magnificare e cantare le lodi, senza un minimo di senso critico. Quando si tratta di politica, si mettono a confronto le varie voci. Ma quando si tratta di religione, in Italia, c’è un’unica voce, un unico pensiero, un unico conformismo. È possibile che nessuna radio e nessuna televisione abbia organizzato un programma che facesse sentire qualche voce dissonante? Eppure, Papa Wojtyla è stato un gran reazionario, un uomo di destra, che ha affondato le aperture del Concilio Vaticano. E che dire del suo amore per i dittatori sudamericani e la lotta contro la teologia della liberazione?
Per fortuna che esistono la Rete e i blog come questo – l’unico rifugio della critica e della libertà di pensiero.


sabato 26 aprile 2014

I fasti della Chiesa

Insieme al calcio e alla politica, l’argomento più trattato dai nostri mass media è la Chiesa: non solo i riti e le cerimonie, non solo la vita di preti e suore celebri, ma anche la vita, le gesta e le glorie dei Papi.
Ormai ogni Papa dichiara santo il predecessore, e quindi non c’è più sorpresa. Volete che il prossimo Papa non dichiari santo l’attuale Papa Francesco? Dunque preparatevi a continue orge papaline.
Con tutto questo interesse per la Chiesa, non ci si immaginerebbe che l’Italia sia uno dei paesi più corrotti d’Europa. Ma la verità è che l’italiota non ha nessun interesse per la spiritualità, per la moralità o per la coerenza tra fede e comportamento. Per lui essere cattolico significa solo essere un ammiratore di quelle sacre rappresentazioni, di quelle continue coreografie che la religione gli ammannisce a ogni pie’ sospinto.
Lo spettacolo funziona anche a livello internazionale, visto che arrivano frotte di turisti dall’estero. Evidentemente, per loro, andare a Roma, è meglio che andare al cinema. In effetti nessun’altra religione è così capace di allestire a getto continuo cerimonie “religiose”.
Pare che a Roma, in queste occasioni, una camera arrivi a costare fino a 2000 euro. E questo sì che è il vero miracolo della Chiesa – un miracolo per cui gli italiani la amano tanto. Se non è la moltiplicazione dei pani e dei pesci, poco ci manca – è la moltiplicazione degli euro.


lunedì 21 aprile 2014

Un popolo di creduloni

Gli italiani si credono tanto furbi, ma sono tra i popoli più fessi. Credono a Berlusconi e a Grillo, hanno creduto a Mussolini, e credono che Dio si sia fatto uomo.

Possono credere a qualunque fandonia, purché raccontata bene. Il fatto è che credere nel miracoloso li esime dallo sforzo di capire e di impegnarsi in prima persona a cambiare le cose. E' più facile affidarsi al "salvatore" di turno.

Notizie poco serie

Fa ridere la mescolanza nei nostri telegiornali di notizie serie e di racconti mitologici… come quelli che sentiamo in questo periodo pasquale. Un po’ come se un giornalista serio e serioso si mettesse ad un certo punto a raccontare i riti e i miti di Dioniso o di Orfeo. Come se ci fosse qualcosa di serio, come se la notizia della guerra in Siria fosse allo stesso livello della notizia della resurrezione di Gesù. Effetto esilarante.

Non fa invece ridere il cristianesimo reale, quello che vede la ’ndragheta calabrese impedire le processioni pasquali, con il consenso delle popolazioni e della Chiesa, dopo che il Comitato antimafia ha vietato che i portatori delle statue del santo fossero i principali mafiosi del luogo. Qui c’è gente con la testa ancora nel buio del Medioevo.

sabato 19 aprile 2014

Fate la carità

Cinquanta euro per i clochard di Roma: questo il regalo del Papa per Pasqua.
Siamo alle elargizioni del monarca, di antica memoria. Eppure il Papa è l'uomo più ricco del mondo e incassa solo con l'8 per mille più di un miliardo di euro all'anno. Non ha nemmeno l'idea di che cosa sia una vera assistenza sociale: solo carità.
Com'è buono quest'uomo!

venerdì 18 aprile 2014

Lodevoli evasioni

Milioni di italioti si preparano a votare di nuovo per Berlusconi, incuranti del fatto che sia stato condannato per frode fiscale – e incuranti del fatto che il suo braccio destro, Marcello Dell’Utri, sia stato condannato per legami con la mafia e sia fuggito in Libano. E incuranti anche del fatto che nella villa di Berlusconi lavorava un noto mafioso, Mangano.

Spiegazione? Probabilmente, il reato di frode fiscale, per molti evasori, è più un titolo di merito che un reato. E anche i rapporti con la mafia, l’unica “azienda” italiana che non sia sfiorata dalla crisi, vengono forse considerati con ammirazione.

Tasse religiose

Tempo di pagamento di tasse – e la Chiesa cattolica non perde tempo per riscuotere le sue. “Che cosa farebbero molte persone senza l’8 per mille dato alla Chiesa?” ci ripete incessantemente uno spot.
Risposta: incasserebbero direttamente il miliardo elargito alla Chiesa e non avrebbero bisogno di un esercito di preti, suore e insegnanti di religione che incassano i soldi ridistribuendone ai bisognosi solo una piccola parte.

In tempi di crisi come questi, il Papa, l’uomo più ricco del mondo, pretende soldi dai cittadini. E predica la povertà evangelica, senza vergognarsi.

giovedì 17 aprile 2014

Fantasmi elettorali

E così siamo in campagna elettorale per le europee e ci tocca sorbire innumerevoli e stucchevoli programmi, dove i soliti personaggi si accapigliano fra di loro per ottenere il nostro voto. Discorsi vecchi e insulsi. Facce che si vedono solo al momento della campagna e poi spariscono per anni. Chissà che cosa avranno fatto. Chissà se avranno davvero difeso gli interessi del paese o soltanto i loro ricchi stipendi. Da come siamo conciati, pare che la loro unica abilità sia quella di farsi eleggere.

domenica 13 aprile 2014

Imputati ecellenti

Insomma, la condanna di Berlusconi si annuncia come una vera e propria pagliacciata, all’italiana. Dopo tanti processi e tante energie spese, arriviamo a una pena che chiunque sarebbe pronto ad accettare per avere in cambio qualche paccata di milioni: molto conveniente. Ma, si sa, gli italiani sono un popolo poco rigoroso, molto accondiscendente e soprattutto molto rispettoso di chi ha potere e ricchezza. Non così vengono trattati i cittadini comuni. Se noi ci appropriassimo, attraverso l’evasione fiscale o altri generi di furto, di qualche milione di euro, riceveremmo pene ben più pesanti. Ma l’Italia non è un paese fermo, inflessibile e intransigente: ha sempre due pesi e due misure – e forse anche di più.
Non dubitiamo che anche per il “braccio destro” di Berlusconi, Marcello Dell’Utri, appena fuggito in Libano e riacciuffato, sarà usato un trattamento di favore. 

mercoledì 9 aprile 2014

Libertà di fecondazione

Finalmente la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto di fecondazione eterologa introdotto con la sciagurata legge 40, voluta dal governo Berlusconi, che costringeva le coppie a costosi viaggi all’estero alla ricerca di un figlio. Da noi non si poteva ricorrere alla fecondazione da donatore per motivi che erano esclusivamente religiosi. Diciamo pure che questo divieto era stato voluto proprio dalla Chiesa, che, come è noto, detta leggi ai parlamentari cattolici e ai premier che in cambio ottengono il suo appoggio elettorale. Lo dimostrano le reazioni infuriate di Famiglia Cristiana o dell’Accademia Pontificia della Vita che parlano di “fecondazione selvaggia per tutti” e “di grave attacco alla famiglia.” Evidentemente, la Chiesa cattolica è rimasta l’ultima sostenitrice della razza pura e della legge del sangue. E non vuol riconoscere la libertà dei singoli.
Anche i fondamentalisti cattolici, come Eugenia Roccella o Paola Binetti, sono indignati; secondo loro “cade il diritto di ogni nuovo nato di crescere con i genitori naturali.”
Non si capisce il perché, dal momento che questi genitori non potevano avere figli “naturali.” Era già la natura che aveva reso impraticabile questo diritto. Ma l’uomo non è solo natura, non è un animale qualsiasi.
È importante sottolineare la continua ingerenza della Chiesa cattolica nella legislazione dello Stato, con risultati quasi sempre incostituzionali e stravolgenti. Lo stesso accade in altri campi, come in quello del fine vita (dove si vogliono inchiodare le persone alla volontà di medici o di preti), in quello dei matrimoni gay, in quello del riconoscimento dei diritti civili delle coppie non sposate, in quello dell’aborto o in quello del divorzio breve. Dappertutto c’è l’imposizione o l’opposizione della Chiesa.
Dopo aver parlato tanto di amore per il prossimo, ci si riduce a sostenere che il sangue conta più dell’amore – una aberrazione che rende l’Italia un paese primitivo. O che la vita è sacra “per principio”. Parole vuote, che non tengono conto del principio di realtà e dell’autonomia degli individui.
La nostra legislazione sociale, quasi tutta dettata dai cattolici, ha questa impronta dogmatica e autoritaria, mai al passo con i tempi, mai liberale, sempre costrittiva. Si varano leggi ispirate ad un concetto di “natura” che è del tutto ideologico. E, quel che è peggio, la psicologia e la morale di gran parte del popolo italiano sono ispirate dalle categorie ingessate e deviate della Chiesa cattolica. Ecco perché siamo così arretrati rispetto a paesi non dominati da preti impiccioni.

Quando uno Stato si fa governare da leggi religiose non c’è speranza né di uguaglianza fra cittadini né di un autentico senso etico. La cultura cattolica, così sbandierata e propagandata dalle nostre radio e dalle nostre televisioni (che non perdono nemmeno una parola del Papa o dei vescovi) è in realtà all’origine della nostra inferiorità culturale.

lunedì 7 aprile 2014

Frodi fiscali

I seguaci di Berlusconi dicono che non si fidano di una magistratura che può essere politicizzata. Ma pochi hanno letto gli atti dei processi che hanno condannato il loro capo.
Preoccupa questo atteggiamento fideistico. Pare che molti italioti preferiscano le opinioni ai fatti. Che si tratti di un altro effetto deleterio della cultura cattolica, dove si deve credere senza prove a tante favole?
Ma forse si crede ciecamente al proprio punto di vista per non ammettere di essersi fidati di un imbroglione, insomma di essere stati degli ingenui.

       O, più probabilmente, dato che – come dice qualcuno – gli elettori di Berlusconi sono soprattutto gli evasori fiscali, il fatto che il loro leader sia stato condannato per frode fiscale, non è un demerito – ma una garanzia.

sabato 5 aprile 2014

Due maschere della commedia dell'arte

Alla affollata categoria di maschere italiane della commedia dell’arte dobbiamo aggiungere, oltre ai Pulcinella e agli Arlecchini (servitori di due o più padroni), altri due personaggi: il Rivoluzionario e il Controriformista. Il primo è l’italiota che, non essendo capace di organizzare una protesta civile, si lancia a immaginare e talvolta a realizzare buffonesche parodie della rivoluzione violenta. Naturalmente, essendo un velleitario, il suo tentativo finisce in farsa, dato che, anche per fare la rivoluzione ci vogliono metodo e organizzazione, qualità che la nostra maschera non possiede.
Il secondo è invece l’italiota che a parole vorrebbe cambiare mare e monti, ma che poi, di fronte alla possibilità pratica di fare qualche riforma concreta, si ritrae spaventato rivelandosi per quello che veramente è: un conservatore che ha paura di ogni novità. Il nostro sognatore è un misoneista che non si limita a concepire grandiosi cambiamenti soltanto teorici, ma che intralcia successivamente chiunque tenti di passare dalla teoria alla pratica.

L’Italia, come insegna la nostra storia, è piena di Rivoluzionari che non faranno mai nessuna seria rivoluzione e di Controriformisti che ostacoleranno ogni seria riforma. Sarà per questo che siamo bloccati in un paludoso stallo?