venerdì 30 novembre 2018

Il politico incoerente


Così abbiamo un vice-premier e leader del proprio partito (M5S) che possiede il 50 per cento dell’azienda paterna la quale non solo è stata costruita abusivamente ma impiega anche lavoro nero.
Questo era l’individuo che gridava in Parlamento: “Onestà, onestà..!”
Non c’è proprio da sperare coerenza in tanti politici che vedono la pagliuzza negli occhi altrui ma non la trave nei propri.
Ma, quel che è peggio, se ci fosse stato il reddito di cittadinanza, i lavoratori in nero di Di Maio lo avrebbero percepito. Succederà così?

martedì 27 novembre 2018

La Chiesa e l'eutanasia


Non appena si parla di eutanasia, ecco che la Chiesa organizza qualche evento per ribadire la sua contrarietà. E si tratta non della riaffermazione di un principio, ormai ben noto a tutti, ma di un tentativo di interferenza sui governanti italiani. “Guai a voi se legiferate sull’eutanasia!”
Se avessimo un governo di maggior spessore culturale e non tutto schiacciato sui soldi da regalare ai cittadini per essere rieletti alle prossime elezioni, sarebbe ora di rivedere il Concordato, che è un vero abominio. Si regalano miliardi alla Chiesa senza avere nulla in cambio. Così abbiamo un esercito di insegnanti di religione scelti dalla Chiesa ma pagati dallo Stato, un 8 per mille su cui lo Stato non esercita nessun controllo e un’evasione fiscale sugli immobili ecclesiastici che solleva scandalo perfino presso l’Unione Europea che ci invita a incassare quelle tasse.
Siamo pieni di debiti, ma lasciamo perdere i miliardi che la Chiesa ci deve.
Una Chiesa che è continuamente fonte di scandali e che è retta da un Papa che è il più grande bluff degli ultimi decenni. Si era presentato come un riformatore, ma non ha riformato nulla. Anzi si è rivelato un conservatore accanito, difensore perfino di vescovi che hanno protetto o fatto i pedofili. In compenso, le sue interferenze sullo Stato italiano si sono moltiplicate, fino al punto di rinnovare le vecchie battaglia contro aborto, divorzio, contraccezione e appunto eutanasia.
Non è Dio che vuole tutto questo, ma un gruppo di vecchi signori che sono gli ispiratori di ogni autoritarismo italico.
Ogni anno ci sono migliaia di italiani che si suicidano o devono andare all’estero per porre fine alle loro sofferenze, ma tutto questo non interessa né alla Chiesa né allo Stato.

sabato 24 novembre 2018

L'emancipazione delle donne


A Verona, città dominata dalla destra estrema, i neo-fascisti e i cattolici integralisti si sono trovati insieme a contestare la legge 194 per l’interruzione di gravidanza. E subito si sono levate proteste contro l’aborto e contro le donne. Questo accordo fra totalitari politici e totalitari religiosi ha già dato in vita al fascismo storico, il clerico-fascismo.
Ma le donne devono stare ben attente. Chi contesta l’aborto contesta in realtà l’autonomia della donna, la sua libertà di scelta.
I fascisti e i cattolici hanno sempre utilizzato la lotta contro l’aborto per cancellare l’emancipazione delle donne e riportarle sotto il dominio maschile. E, siccome le donne sono la maggioranza dell’elettorato, hanno nelle loro mani la libertà o la schiavitù di se stesse.

venerdì 23 novembre 2018

Il governo del non-cambiamento


Ma chi ha accumulato questo enorme debito pubblico in Italia? Ovviamente i governi precedenti che, per essere votati, hanno dato soldi agli elettori mettendoli a debito delle future generazioni.
Per esempio le pensioni baby. Molti sono andati in pensione con undici anni di contributi più quattro regalati per l’università. Oggi gli altri pensionati devono pagare.
E l’attuale governo Salvini-Di Maio che cosa fa? Lo stesso.
Distribuisce soldi agli elettori senza averli in cassa. Naturalmente qualcuno, prima o poi, dovrà pagare. È così che l’Italia si rovina sempre il futuro. E poi dà la colpa agli altri.

martedì 20 novembre 2018

La "terra dei cuori - bruciati"


Dalla “terra dei fuochi” alla “terra dei cuori”. Così gli utopisti grillini e il premier Conte crede di risolvere il grave problema dei rifiuti urbani in Campania. Non vogliono i termovalizzatori, ma non hanno capito che non tutto può essere riciclato e che una buona parte dovrà comunque essere bruciata. Quindi devono decidere se bruciarla per strada, facendo entrare diossina e fumi velenosi nei polmoni dei cittadini, o bruciarla in un termovalorizzatore controllato. Non c’è una terza via.

sabato 17 novembre 2018

L'evoluzione di Salvini


Prima Salvini girava con rosari e Vangeli. Poi ha incominciato a indossare magliette della polizia e dell’esercito. E di recente lo hanno fotografato con un mitra in mano.
L’evoluzione della specie. Quale specie?
Il piccolo Duce.

venerdì 16 novembre 2018

Il partito dei "no"


Sappiamo che i Cinquestelle non vogliono costruire né strade né ponti né gallerie. Volevano anche chiudere l’Ilva e il Tap, per lasciarci senza acciaio e senza gas. Non vogliono i vaccini. Non vogliono le Olimpiadi né a Roma né a Torino. Non vogliono che i negozi restino aperti la domenica. Non vogliono i termovalorizzatori per distruggere i rifiuti…
Che cosa vogliono nessuno lo sa. L’unica cosa che sappiamo è che la loro “decrescita” significa recessione. E questo stiamo avendo.
Purtroppo sono guidati da ricchi signori (Grillo e Salvaleggio) che non hanno più bisogno di lavorare e pensano che gli altri possano vivere di sussidi pubblici. Ma chi pagherà? Nessuno. Si mette tutto a debito.

sabato 10 novembre 2018

Il provinciale


Il provincialismo di Di Maio si vede in tante cose, per esempio nel voler chiudere i negozi la domenica, come per ritornare al paesello natìo, dove si andava alla messa e si giocava a scopone al bar dello sport. Ha ragione il sindaco di Milano Sala a dire: “I negozi li chiuda ad Avellino, ma non ci rompa le palle qui a Milano”.
Altro segno di provincialismo è il non voler aprire valichi nelle Alpi, sempre per l’ossessione di rimanere chiusi nell’orticello di casa e di non mettere mai il naso fuori.
Questo piccolo napoletano, senz’arte né studi, vorrebbe imporre le sue regole provinciali a regioni più progredite di quella in cui è nato.
Non solo non combina niente con il suo reddito di cittadinanza che è solo un sussidio, ma non ha la minima idea di come si sviluppa un paese moderno.
Una iattura.

martedì 6 novembre 2018

Il paese degli emotivi


Emotività significa farsi guidare dalle emozioni. Ma le emozioni sono per definizione variabili e passeggere. Le persone che si fanno guidare dalle emozioni sono dunque inaffidabili; un momento sono in un modo e un momento dopo sono in un altro modo, magari opposto.
Questo è lo spettacolo che danno gli italiani, i quali non decidono in base a piani, a programmazione o a razionalità, ma trascinati dalle emozioni e dagli eventi, quasi tutti imprevedibili perché non previsti. Oggi così e domani il contrario. E naturalmente con gente del genere i demagoghi hanno buon gioco; ecco perché prima Berlusconi e oggi Salvini hanno successo. Chiacchierano, promettono miracoli, sfoderano belle donne e si esibiscono di continuo in televisione. Colpiscono insomma l'immaginario di un popolo emotivo e trasformano tutto in uno spettacolo.
Le persone serie in Italia sono in difficoltà. Di fronte ai demagoghi, ai pataccari, è quasi impossibile fare un ragionamento serio. Chi colpisce l'immaginazione, chi si appella alla "pancia", ossia all'emotività, riesce a far breccia nel breve periodo. E non serve a niente ricordare la realtà, le promesse impossibili e le patacche già rifilate.
Gli italiani si fanno infinocchiare più di ogni altro popolo europeo, perché sono molto emotivi, perché nessuna ha mai insegnato loro l'autocontrollo, la razionalità, l'esercizio della consapevolezza e la necessità dell'organizzazione.
Le liti isteriche in Parlamento, gli insulti, i continui diverbi in televisione...tutto ciò fa appello all'emotività degli italici più gonzi e nasconde il fatto che viviamo nel caos, governati da incapaci boriosi.

lunedì 5 novembre 2018

Differenze di civiltà


Il sovranismo se la prende con gli stranieri e con l’Europa perché ci impone rigore e ripete la vecchia tiritera “Dio, patria e famiglia” come se fosse una soluzione ai problemi di inciviltà che ci affliggono. Intanto premia gli evasori fiscali e aumenta il debito pubblico.
In Svezia non c’è evasione fiscale e lo Stato funziona come un orologio e può aiutare tutti i cittadini. In Svezia non c’è bisogno di populisti per governare.
Da noi essere nazionalisti significa sventolare bandiere e rimpiangere il fascismo (che ai suoi tempi ridusse l’Italia in macerie). Ma, se vogliamo essere dei veri nazionalisti, paghiamo le tasse! Con le tasse pagate, potremmo dare redditi di cittadinanza a tutti senza fare debiti e pregiudicare il futuro dei giovani.
Se in Italia c’è un’enorme evasione fiscale, se metà delle case sono abusive, se esistono mafie di tutti i tipi, se i cittadini non rispettano le leggi, se la burocrazia è ottusa, se manca il senso civico, se c'è tanta ignoranza, se c’è corruzione a vari livelli, se anche la Chiesa è corrotta, se eleggiamo incapaci o demagoghi, la colpa non è degli altri o dell’Europa. La colpa è nostra.
È la testa degli italiani che dobbiamo cambiare, non andare alla ricerca di populisti e finti nazionalisti, che accentuano i nostri difetti.

venerdì 2 novembre 2018

L'Italia - la bella addormentata


Gli italiani cercano l'uomo forte, perché non hanno capito che devono cercare la forza in se stessi.
L'Italia s'è desta? Purtroppo dorme ancora profondamente.
Scriveva Garibaldi: "Tutt'altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa miserabile all'interno ed umiliata all'esterno, ed in preda alla parte peggiore della nazione".

I generali grillini


Napoleone diceva che i generali non devono essere solo bravi, ma anche fortunati. Ora, mi pare che, da quando sono arrivati i “generali” Cinquestelle, qui va tutto male. Crollano i ponti che erano stati su da decenni e ci troviamo attaccati da un maltempo mai visto, con morti, feriti e danni incalcolabili.
E i nostri ministri che fanno? Praticamente niente. È il metodo che abbiamo già visto applicato a Roma dalla sindaca Raggi. Ieri sono crollati un sacco di alberi e lei che cosa dichiara? Che li stanno ancora censendo e che si è accorta che ci sono pochi giardinieri.
Mi dispiace per il ponte Morandi, ma i genovesi devono dimenticarsi che i ministri Cinquestelle possano e vogliano ricostruirlo. Stanno ancora pasticciano con le carte e i decreti. Un po’ per inesperienza, un po’ per ideologia antimoderna, loro non vogliono costruire niente. Guardate con quanta rabbia hanno dovuto accettare il TAP in Puglia e con quanto accanimento combattono la TAV.
È come se avessimo dei generali che, oltre ad essere sfigati, non vogliono neanche combattere. Auguri.