Non esiste partito in Italia che
abbia previsto un sistema democratico per eleggere il proprio leader. O, se ce
l’ha, si guarda bene dall’applicarlo.
Se osserviamo a destra troviamo
ancora il vecchio Berlusconi che si crede immortale e che non ha mai lasciato a
nessun altro il potere. Anzi ha cacciato via tutti color che aspiravano a
succedergli. Il movimento grillino ha un capo che non solo non prevede nessuna
successione, ma caccia via chi critica e controlla con mille strattagemmi i
suoi parlamentari e i suoi amministratori locali.
Nel Pd è in corso una guerra tra i
vecchi e i nuovi che configura un conflitto edipico, dove i padri fondatori
vorrebbero mangiarsi il figlio e dove nessuno pianifica nulla per le giovani
generazioni.
Tutti vogliono tenersi stretta la
poltrona e guardano con sospetto se non con odio chi può insidiargliela.
Lo stesso avviene nel settore
economico con i nostri imprenditori incapaci di prevedere una successione. E,
morti loro, tutto si smembra.
Il fatto è che l’italiano, individualista
per eccellenza, è soltanto un egolatra che non vede nient’altro che se stesso e
non ha nessuna visione o necessità di un bene comune, di un bene più alto del
proprio piccolo interesse.