martedì 30 luglio 2019

Un federalismo rovinoso


Conoscendo l'Italia e gli italiani, avevo previsto, ai tempi in cui tutti propugnavano il "federalismo fiscale" come soluzione di tutti i nostri problemi (vi ricordate la Lega con i suoi slogan?), che il tutto si sarebbe tradotto in un aumento pauroso delle tasse locali. Detto, fatto. Oggi ci dicono che i tributi di Regioni, Province e Comuni sono aumentati negli ultimi quindici anni del 114 per cento! Per non parlare delle tariffe. Ormai i pericoli per la nostra sopravvivenza vengono tutti da queste tasse locali.
          Possiamo dire che il federalismo fiscale è la causa prima del nostro dissesto economico.
          Aboliamo non solo le province, ma soprattutto le Regioni, enti che sono serviti soltanto a foraggiare una classe politica di parassiti e di tasse spropositate.

domenica 28 luglio 2019

La tattica del coniglio


Con l’arrivo di altri 130 emigranti salvati da una nave della nostra marina, Salvini chiede agli altri paesi europei la redistribuzione. Ma pochi giorni fa, c’era stata una riunione dei ministri europei dove si parlava proprio di questo problema, e Salvini non si è presentato.
       Questo individuo prima vorrebbe fare a meno degli altri paesi europei e poi li chiama quando ne ha bisogno. Mai siamo stati governati così male, con tanta incoerenza.
Perché non chiede aiuto ai suoi amici sovranisti o alla Russia?
Già, loro non prendono nessun emigrante.

mercoledì 24 luglio 2019

Per un pugno di voti


Guardate la Francia che cosa fa in Libia. Prima abbatte Gheddafi, poi ci inonda di migranti e infine arma il generale Haftar per conquistare le fonti petrolifere, anche quelle prima gestite dagli italiani. E ora guardate l’Italia. Quale strategia ha? Ha qualche idea che non sia la pura sopravvivenza? Ha qualche iniziativa che non siano le prossime elezioni?
La verità è che non ha alcuna iniziativa, e subisce quelle degli altri.
Salvini era stato eletto per riprendere in mano la situazione. Ma non ne è capace. È un piccolo leader provinciale che si occupa solo dell’occupazione del potere. All’estero ha sbagliato tutto. Prima ha sbagliato le alleanze europee schierandosi con i sovranisti che hanno perso le elezioni. E ora fa il coniglio, non partecipando neppure alle riunioni europee dove gli altri decidono della nostra sorte.
Ha isolato l’Italia che non conta più niente. Non è capace di una visione internazionale. Cerca di fare affari con la Russia, fallendo anche lì. Passa da un comizio all’altro. Ha in testa solo una specie di secessione delle ricche regioni del nord a scapito del resto dell’Italia.
Sarà un sovranista, ma non è mai stato un nazionalista. E non difende affatto gli interessi del paese.
Difende solo gli interessi del proprio partito e del proprio territorio. Ma quali idee ha dell’Italia e della sua posizione nel mondo?
È il solito italiota, piccolo, fazioso e provinciale. Pur essendo ancora giovane ha idee sulla famiglia degne del secolo scorso.
E poi tutta la sua politica si esaurisce nella lotta interna, fra partiti italiani. Come sempre nella storia d’Italia degli ultimi secoli.

lunedì 22 luglio 2019

Prove di forza


Non so se siete contenti di questa rissa continua tra i due partiti al governo. Ogni volta che si giunge ad un provvedimento importante c’è lo scontro e il litigio, mentre il paese è allo sbando. Ma non vi preoccupate. Nessuno vuole andare a nuove elezioni. I Cinquestelle hanno paura di non essere più rieletti e Salvini ha paura che Mattarella convochi qualche governo tecnico.
                       Adesso, con l’autonomia regionale, la Lega tenta quello che ha sempre voluto: la secessione del nord ricco e produttivo a scapito delle altre regioni. E quindi minaccia di rompere con Di Maio.
                       Ma non succederà. La sceneggiata si ripete sempre uguale. Salvini dichiara che, se non si farà ciò che vuole lui, romperà il contratto.  In realtà è solo un modo per tirare la corda e costringerlo ad accettare l’inaccettabile. E ci riuscirà anche questa volta – dividerà l’Italia, come la Lega ha sempre voluto fin dai tempi di Bossi.


                       Anche quello che avviene in Israele è semplicemente inqualificabile. Con l’appoggio di Trump, non solo gli israeliani occupano abusivamente i territori dei palestinesi, ma abbattano anche le case dei palestinesi che, secondo loro, sono troppo vicine ai confini.
                       L’Onu giustamente protesta, ma come al solito non farà nulla. Nel nostro mondo, ciò che conta è solo la forza.

martedì 16 luglio 2019

L'Italietta


Con il governo gialloverde, ritorna fuori l'Italietta: quella specie di paese da operetta dove tutti improvvisano, dove non esiste una strategia comune, dove la politica si interessa degli interessi personali di qualcuno ma non di tutti, dove il popolo non conta niente perché non ha una coscienza civile né la consapevolezza dei propri diritti, e dove comandano le lobbies e le massonerie d’ogni genere. Un popolo piccolo piccolo, ignorante, bigotto e una classe dirigente irresponsabile e incapace di governare. Questa è l'Italietta in ritardo su tutto, provinciale, dominata dalle grandi potenze e anche da quelle più piccole - ma unite. Noi non siamo uniti, noi siamo un'insalata russa di popoli messi insieme alla rinfusa, che si combattono sempre a vicenda, lasciando che gli altri Stati unitari e governati da gente seria facciano da noi il bello e il cattivo tempo.
              Tutti notano che, mentre gli altri popoli colpiti dalla crisi si mobilitano e protestano, da noi, dove la crisi è più profonda, il popolo tace inerte e si limita a votare per altri avventurieri della politica. Gli italiani sono sottomessi per storica vocazione; e, dopo i moti risorgimentali (che qualcuno al sud critica ancora), non si è mai più vista una protesta collettiva e civile. L'italiota mugugna, ma non morde. Cerca di risolvere i propri problemi individualmente, "arrangiandosi", e quindi non si esprime mai un'opinione pubblica capace di imporsi su governanti ladri, servizi segreti impiccioni, preti maneggioni e una burocrazia di intrallazzatori che complicano tutto per comandare nella confusione. Siamo ancora l'Italietta dei "Promessi Sposi" con gli eserciti stranieri che ci camminano sulla testa, con una peste corruttiva che distrugge il tessuto sociale, con un popolino ignorante, con gli eterni Don Rodrigo che vogliono possedere fanciulle più o meno vergini, con una Chiesa che è sempre alleata con i potenti e con una classe dirigente che pensa soltanto ad arricchirsi alle spalle di questa plebe di sudditi.

domenica 14 luglio 2019

Salvini e gli italiani



Che Salvini sia un tipo poco rassicurante non è difficile da capire: basta guardarlo in faccia, basta osservare i suoi modi tracotanti, da bullo di quartiere o da mafioso. Il suo partito si era già appropriato di 49 milioni di rimborsi elettorali, motivo per cui è stato condannato dalla magistratura a restituirli in 88 comode rate. Ma non basta. Ora salta fuori lo scandalo delle tangenti che avrebbe organizzato con la Russia di Putin per finanziare il partito.
In questo momento non sappiamo se l’affare sporco sia andato a buon fine. Ma sappiamo che questa è la mentalità predatoria della Lega. Sul suo coinvolgimento nell’affare e sui suoi rapporti con il faccendiere Savoini, Salvini continua a mentire. Ed è smentito da foto, da video e da testimonianze perfino di Conte.
Quello che colpisce, però, è il favore popolare di cui gode questo partito e il suo capo bugiardo. O i suoi sostenitori sono degli ignoranti o sono ammiratori della sua furbizia truffaldina. Il che sarebbe ancora peggio.
È possibile che questo individuo, così grossolano, sia l’ “uomo forte” cui tanti italioti vorrebbero affidare l’Italia?
Forse siamo noi che avevamo degli italiani un’idea troppo nobile.

venerdì 12 luglio 2019

Sovranismo all'Italiana


Il sovranismo in Italia non è, come vi fanno credere, una rivendicazione orgogliosa della propria autonomia, ma una scelta di servaggio. Di chi facciamo i servi? Degli Stati Uniti o della Russia? A chi dobbiamo leccare i piedi?
Che poi Salvini si dichiari sovranista è una vera barzelletta. Fino a ieri la Lega voleva la secessione delle regioni del nord, della cosiddetta Padania. E dileggiava i popoli del sud. E oggi?
Oggi vuole l’autonomia delle stesse regioni, creando un’Italia di serie A e un’altra di serie B. Questa è la sua vera mira. Del resto dell’Italia non gliene importa niente.
Quelli che non l’hanno capito sono gli italiani delle altre regioni. Che votando Salvini votano contro se stessi.

martedì 2 luglio 2019

Politiche fallimentari


Non mi sembra che la politica antimigranti di Salvini abbia un gran successo. Per uno che ne blocca, gliene entrano altri cento. In Sicilia, in Calabria e in Puglia arrivano di continuo barchini i cui viaggiatori si dileguano velocemente. E di notte nessuna sa che cosa succeda sulle nostre coste, che non vengono controllate.
Ultimamente, poi, abbiamo scoperto che altri migranti entrano dalla Slovenia e altri ci vengono restituiti graziosamente dalla Germania e dalla Francia. Alla fine saranno migliaia. I conti presentati dallo stesso Salvini sono chiaramente falsi. Tanto per farsi propaganda.
In effetti Salvini è bravo solo a farsi propaganda. Per il resto annaspa e non sa che pesci pigliare. Come se non bastasse, non è stato capace di stringere accordi con nessun paese per restituirgli i clandestini. E, alle riunioni europee per cambiare il trattato di Dublino (che non dimentichiamolo era stato firmato da Berlusconi e Lega), non si presenta mai nessun rappresentante italiano. Come qualcuno ha spiegato candidamente, loro non vogliono ridiscutere il trattato per ridistribuire i migranti, ma vogliono impedire che entrino, proprio come gli ungheresi e i polacchi. E siccome non ci riescono, perché noi non possiamo erigere muri in mare, imbarchiamo come sempre tutti.
Per fortuna abbiamo Di Maio che, sul fronte del lavoro, si impegna molto. Però, siccome non ha esperienza ed è incapace, sta per far fallire parecchie aziende, fra cui l’Ilva di Taranto.
Consiglio dunque di non affondare i barchini, ma di tenerli pronti. Presto, con questi governanti, toccherà a noi prenderli per emigrare.