Con il governo gialloverde, ritorna
fuori l'Italietta: quella specie di paese da operetta dove tutti improvvisano,
dove non esiste una strategia comune, dove la politica si interessa degli
interessi personali di qualcuno ma non di tutti, dove il popolo non conta
niente perché non ha una coscienza civile né la consapevolezza dei propri
diritti, e dove comandano le lobbies e le massonerie d’ogni genere. Un popolo
piccolo piccolo, ignorante, bigotto e una classe dirigente irresponsabile e
incapace di governare. Questa è l'Italietta in ritardo su tutto, provinciale,
dominata dalle grandi potenze e anche da quelle più piccole - ma unite. Noi non
siamo uniti, noi siamo un'insalata russa di popoli messi insieme alla rinfusa,
che si combattono sempre a vicenda, lasciando che gli altri Stati unitari e
governati da gente seria facciano da noi il bello e il cattivo tempo.
Tutti
notano che, mentre gli altri popoli colpiti dalla crisi si mobilitano e
protestano, da noi, dove la crisi è più profonda, il popolo tace inerte e si
limita a votare per altri avventurieri della politica. Gli italiani sono
sottomessi per storica vocazione; e, dopo i moti risorgimentali (che qualcuno
al sud critica ancora), non si è mai più vista una protesta collettiva e
civile. L'italiota mugugna, ma non morde. Cerca di risolvere i propri problemi
individualmente, "arrangiandosi", e quindi non si esprime mai
un'opinione pubblica capace di imporsi su governanti ladri, servizi segreti
impiccioni, preti maneggioni e una burocrazia di intrallazzatori che complicano
tutto per comandare nella confusione. Siamo ancora l'Italietta dei
"Promessi Sposi" con gli eserciti stranieri che ci camminano sulla
testa, con una peste corruttiva che distrugge il tessuto sociale, con un
popolino ignorante, con gli eterni Don Rodrigo che vogliono possedere fanciulle
più o meno vergini, con una Chiesa che è sempre alleata con i potenti e con una
classe dirigente che pensa soltanto ad arricchirsi alle spalle di questa plebe
di sudditi.
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