giovedì 29 settembre 2011

Servi di regime

Che pena vedere tanti uomini che un tempo furono intelligenti ridursi al ruolo di servi di regime che devono semplicemente difendere gli interessi del padrone ripetendo litanie e luoghi comuni. Giornalisti, politici, economisti, ecc., che sono ormai soltanto portavoce di slogan. Li trovi in televisione, alla radio o nei giornali controllati dal padrone con un ruolo squallido: devono convincere le anime semplici che tutto va bene, che c'è uno che pensa per tutti, che il loro capo è sempre innocente, capace, puro e invincibile. Saranno anche pagati bene, ma hanno smesso di pensare, di essere menti critiche. Hanno tradito se stessi.

lunedì 26 settembre 2011

Gli ipocriti

Il cardinale Bagnasco critica duramente nella sua conferenza episcopale il comportamento immorale di tanti politici. Ma lo fa nell'abituale stile pretesco, cioè tartufesco... senza fare nomi. Comodo. Così i diretti interessati potranno dire che la predica non si riferisce a loro. E tutto rimarrà come prima: acqua fresca. Eppure quando si è trattato del caso Englaro o Welby, non c'era tanta diplomazia e si condannavano le persone. Siamo alle solite: la Chiesa forte con i deboli ma servile con i potenti, attentissima a non disturbarli troppo... e a non rinunciare alle loro ricche prebende.

venerdì 23 settembre 2011

Capitalismo demente

La follia del capitalismo? Le borse affondano per paura della recessione - e così determinano la recessione. Isteria da deficenti. In questo periodo vediamo come il capitalismo, senza più nemici, senza più controlli, stia distruggendo se stesso. E, poiché il paese che si sviluppa di più e che ha in mano anche il debito americano è la Cina, forse dobbiamo concludere che ha vinto il comunismo.

Roma ladrona

Prima la Lega se la prende con Roma ladrona e poi, arrivata al potere, vota per non arrestare i ladroni di Roma. Che cosa non si fa per mantere il potere...

Ritratto di un leader

Chi fosse Berlusconi era chiaro a molti italiani fin dall'inizio. Un tizio  che confondeva privato con pubblico, che faceva i suoi porci comodi, che aveva un gigantesco conflitto d'interessi, che soffriva di una dipendenza sessuale (sua moglie lo aveva definito "malato"), che si serviva del suo potere per sfuggire ai processi e per farsi leggi ad personam e che era dominato da un ego ipertrofico. Pieno di sé, volgare, logorroico, convinto che con il denaro si possono comprare non solo le donne ma anche i parlamenti e i giudici.
Tutto questo era chiaro a molti italiani. Ma non a tutti. Metà dell'elettorato invece lo adorava, si riconosceva in lui e soprattutto era disposto ad accettare ogni imbroglio. E' questo che preoccupa. Quanti milioni di italioti siano facilmente abbindolabili dal primo venditore di fumo che passa loro davanti promettendo mari e monti. Quanti milioni di illusi possano seguire un lestofante abile a incantarli con il suo piffero magico.
Il problema non è Berlusconi. Il problema sono gli italioti che lo hanno eletto. Che cosa può esserci nella loro testa? Da chi potrebbero ancora farsi infinocchiare?
Putroppo milioni di italiani, abituati in questo dalla sottocultura cattolica, credono ancora al salvatore della Patria, all'uomo che con la bacchetta magica è in grado di risolvere ogni problema. Non hanno ancora capito che ognuno deve rimboccarsi le maniche e fare da sé, non affidarsi ciecamente all'uomo della Provvidenza.
Per avere una vera democrazia, non basta neppure votare una volta ogni cinque anni. Ci vuole un controllo continuo di ciò che fanno e decidono i politici.

domenica 18 settembre 2011

Sogno o son desto?

Ho fatto un brutto sogno. A capo del governo c'era un puttaniere incallito che si rifiutava di ubbidire alla legge e suo alleato era un tizio che minacciava la secessione se non si faceva come voleva lui. I parlamentari che sostenevano il governo erano in gran parte inquisiti e tutti erano stati nominati dal puttaniere, cosicché non rispondevano all'elettorato.
Evidentemente era un incubo. Nessun popolo al mondo accetterebbe a lungo una situazione del genere. Chiunque scenderebbe in piazza a cacciarli via con i forconi.

giovedì 15 settembre 2011

La "tassa Berlusconi"

In questi ultimi tempi Berlusconi, forse perché sente che la fine è vicina, sembra in preda a un delirio di grandezza: si sente il migliore, il più buono, il più capace, l'insostituibile, il "migliore presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni". Sentire tutte queste vanterie dà un senso di nausea. Ci si chiede se non soffra di qualche malattia mentale. Ha perso il senso della realtà. Non si rende conto di essere una palla al piede, una zavorra dell'Italia. Non solo infatti ci ha portati sull'orlo della bancarotta, ma è proprio la sua presenza che rende il paese - agli occhi degli stranieri - inaffidabile. Come ha detto qualcuno, non sono le varie ricette economiche che non convincono i mercati - è il cuoco. E' come se su di noi ci fosse un'ulteriore tassa, la "tassa Berlusconi" che tutti dobbiamo pagare, anche quelli che non lo hanno votato.

Se Berlusconi tenesse al bene dell'Italia, dovrebbe ritirarsi. Non ne possiamo più di sentir parlare delle sue puttane. "Opera buffa a luci rosse" l'ha definita il New York Times. Ma un individuo con un ego così ipertrofico non può avere consapevolezza né senso di responsabilità.





mercoledì 7 settembre 2011

Rassegnati e indignati

E' noto che gli italiani non hanno mai fatto una rivoluzione. Non sono come i francesi - e si vede. Non hanno mai cacciato con i forconi i nobili e i preti corrotti. Nel loro DNA c'è la sottomissione al padrone, al re, al duce, al papa o al potente di turno, non importa quanto sia corrotto. Anzi, sono convinti che al potente e al ricco sia permesso tutto, anche di farsi le leggi su misura. Sono il popolo ideale per chi voglia spadroneggiare. Non a caso hanno inventato la Chiesa, il fascismo o oggi il berlusconismo, tutti regimi corrotti in cui i potenti ei ricchi fanno quello che vogliono.
Ogni tanto, è vero, si ribellano. Ma, non avendo coscienza civile, lo fanno confusamente e senza insistere. Insomma, sono il popolo più mansueto d'Europa. Da noi, le distanze tra ricchi e poveri sono le più alte del mondo occidentale. Da noi i privilegi della casta sono siderali.
Anche oggi assistiamo all'incredibile spettacolo di un governo che era nato per abbassare le tasse (così diceva fino a poco tempo fa) e che le sta aumentando. I parlamentari che vanno in pensione dopo cinque anni costringono i cittadini ad andarci sempre più tardi. I governanti che hanno stipendi e vitalizi d'oro danno ai suddditi salari e pensioni da fame.
Ce ne sarebbe per fare una rivoluzione. Ma gli italiani non la faranno mai. Protesteranno scompostamente per un po' e poi accetteranno tutto. Sono secoli che ingoiano nefandezze d'ogni genere, sempre rassegnati, dando per scontato che il potere sia esattamente questo: approfittare del denaro pubblico, appropriarsi di ogni privilegio, farsi gli interessi propri, arricchirsi alle spalle del popolo bue e tartassare il cittadino. Nella speranza di potere anche loro un giorno far parte della cricca dei privilegiati e spadroneggiare sulla vile plebaglia. Questo è il loro massimo desiderio.