Un lettore
italiano all’estero mi chiede un parere sulle prossime elezioni.
Mi riesce molto
difficile rispondere con chiarezza dato che la legge elettorale prescelta fa in
modo che non ci siano vincitori.
Ci saranno tre
blocchi politici: la destra di Berlusconi-Salvini, i Cinquestelle e il Partito
Democratico. Ma nessuno dovrebbe avere la maggioranza assoluta. Potrebbe dunque
profilarsi un governo di “grande coalizione” come in Germania. Ma l’odio
reciproco dei partiti lo rende pressoché impossibile.
La destra
ripresenta Berlusconi, ormai troppo vecchio e minato da infiniti processi e
illegalità, che vorrebbe introdurre una flat tax che favorirebbe i redditi più
alti. E raccoglie i consensi di chi crede che l’Italia sia invasa dagli
immigrati africani. A suo fianco c’è un Salvini che vorrebbe rimpatriare
centinaia di migliaia di immigrati, ma non sa come farlo concretamente. Ammira
molto Putin e riceve il voto di molti fascistoidi.
I Cinquestelle
devono il loro successo alla polemica contro i partiti tradizionali. Ma sono
inesperti e non hanno mai dimostrato di saper governare (Roma è amministrata
male). Inoltre, nonostante le loro idee di democrazia diretta, sono diretti da
un gruppo di persone che rimangono nell’ombra e che non si sa che idee abbiano.
Resta infine il
PD, indebolito dalla scissione alla sua sinistra estrema. Persa l’occasione del
referendum costituzionale che avrebbe davvero cambiato la politica e assicurato
una legge elettorale chiara, ha fatto il possibile per assicurare un governo e,
con Gentiloni, ha trovato un leader capace e intelligente.
Resta però una
situazione economica difficile. E l’odio degli italiani verso i partiti
tradizionali e l’illusione di fare chissà quale cambiamento. Purtroppo, la
maggioranza degli italioti, proprio rifiutando l’ultimo referendum, ha scelto
la debolezza. E così sarà.
La solita Italietta debole, confusa e divisa su tutto.