sabato 28 ottobre 2017

Una doppia emigrazione

Sempre più spesso in Italia i giovani devono emigrare all’estero per trovare lavoro. E sempre più spesso certi malati gravi devono andare all’estero per trovare una fine dignitosa.

Insomma, emigrare per vivere ed emigrare per morire.

lunedì 23 ottobre 2017

Come rubare un miliardo e farla franca

Se rubi un formaggino al supermercato, chiamano i carabinieri e ti arrestano. Ma se rubi un miliardo e sei una società telefonica la fai franca.
In sostanza, le quattro maggiori società telefoniche hanno imposto la fatturazione a quattro settimane anziché mensile. Guadagneranno un miliardo e saranno sanzionate per un milione. Un grande affare.
Non contano niente i contratti firmati, non conta niente la legge. In Italia, chi è forte e potente fa quel che vuole.

Mentre si discute di ridurre le tasse, questi ci impongono le tasse che vogliono. E il parlamento che fa? Niente.

I danni della cultura cattolica

Prima un gruppo di senatori, adesso già 27 sindaci, lanciano appelli per approvare subito la legge sul biotestamento, qualcosa di minimo che hanno già tutti i paesi civili.
Ma, allora, chi si oppone a questa legge che fa parte dei diritti fondamentali dell’uomo?
Ovviamente, la cultura cattolica che si è sempre opposta a qualsiasi diritto civile.

Uno dei tanti danni che questa cultura reazionaria provoca al nostro paese.

Il paese dei campanelli

Adesso che è finita la carnevalata folcloristica dei due referendum sulla cosiddetta “autonomia”, sappiamo quello che già sapevamo da semplici dati statistici. Ma abbiamo speso 50-60 milioni di euro, complimenti.
In sostanza si è trattato di un’operazione politica della Lega, di un costoso spot elettorale, a spese dei cittadini.
Del resto, chi ha mai detto che i governi regionali siano più onesti, efficienti e intelligenti di quelli nazionali? La Lega in particolare ci ha già abituato ad operazioni illegali, con alti dirigenti che si sono appropriati di risorse nazionali (le nostre sudate tasse!) per fini personali.
La differenza di affluenza tra Lombardia e Veneto ( e l’indifferenza o quasi di Milano) ci dice quale delle due regioni sia più moderna. Il Veneto in realtà ha sempre sognato la Repubblica Veneta, ha la testa nel passato.
Come ho già detto, dietro queste sedicenti “autonomie” si nascondono velleità secessionistiche e nazionalistiche, sul modello della Catalogna.
Ma che cosa farebbero queste nostre Regioni se diventassero staterelli? Farebbero quello che hanno fatto per secoli: i lacchè delle grandi potenze nazionali.

Prevedo che adesso altre le regioni in attivo faranno referendum del genere – per dilapidare le poche risorse che hanno, in modo da nascondere la loro sostanziale inutilità. A dimostrazione che le Regioni, moltiplicando la spesa amministrativa per diciannove,  sono la vera causa della crisi economica italiana.

domenica 22 ottobre 2017

Le tasse di Dio

Bergoglio dice che è giusto pagare le tasse. E poi aggiunge: “Ma noi apparteniamo a Dio”.

Il che può anche significare: “Voi pagate le tasse. Ma noi, come Chiesa non le paghiamo”. E infatti sono i più grandi evasori.

Un popolo in ginocchio

L’idea che la salvezza debba venire solo dall’alto  – da un salvatore divino, dall’uomo della provvidenza, da qualche altro paese, dagli extraterrestri o da Dio – insomma sempre da qualcuno di esterno, idea alimentata dalla Chiesa cattolica, è proprio ciò che fa degli italiani non un popolo di cittadini, orgogliosi di esserlo e fiduciosi nelle proprie possibilità, ma un popolo di sudditi, sempre in ginocchio di fronte ai potenti e ai prepotenti.

venerdì 20 ottobre 2017

L'autonomia: la posta in gioco

Il lupo perde il pelo ma non il vizio: l’autonomia propugnata dalla Lega è solo un sistema più subdolo per la secessione (qualche leghista lo dice sottovoce).
Tutti ovviamente amano l’autonomia. Ma non dobbiamo dimenticare che ognuno di noi è interdipendente e non potrà mai essere completamente autonomo. Si tratta dunque di stabilire qual è il perimetro della nostra comunità.
Ancora una volta parliamo di egoismo e di avidità. Se io dico che la mia comunità è uno Stato, allora sarà giusto che qualche Regione dia più delle altre. Se dico che la mia comunità è una Regione, allora sentirò come un sopruso pagare troppe tasse allo Stato.
Se la mia comunità è solo il paesello o la famiglia, allora sia lo Stato sia la Regione mi sembreranno degli sfruttatori. Perfino in una famiglia, se chi lavora volesse tenersi per sé tutti i guadagni, la famiglia non ci sarebbe più. Ripeto: qual è il perimetro della nostra comunità?
La questione delle tasse è seria: coincide con il perimetro della nostra coscienza.
È inevitabile che questo referendum sull’autonomia venga dalla Lega, che ha sempre disconosciuto la comunità più ampia: l’Italia. Per loro esiste solo il paesello.
Ma è incredibile che le altre forze politiche accettino questo referendum, senza capire la posta in gioco.

È vero che c’è un problema di misura di queste tasse. Ma, ormai, sono le Regioni che esigono più imposte. Ed essere autonomi significa pagare di più.

giovedì 19 ottobre 2017

La politica delle barzellette

Incominciano a circolare barzellette oscene… Sì, Berlusconi è rientrato in politica…
Tutto che si ripete. Stavolta ci promette di toglierci la tassa sulle auto.

E gli italioti? Hanno appena respinto una riforma costituzionale che avrebbe portato un po’ di aria nuova per rivivere sempre le stesse cose.

lunedì 16 ottobre 2017

Il potere delle religioni

Da tempo immemorabile, il subdolo gioco delle religioni è sempre lo stesso. Esiste un Dio che stabilisce certe leggi ed esiste una classe sacerdotale che ne è l’interprete e la mediatrice. È così che nasce il potere delle religioni.
A questo punto, il gioco è fatto. Se vuoi qualcosa da Dio, devi ricorrere al sacerdote.
In India, ai tempi dei brahmani, i sacerdoti sostenevano che, senza la loro mediazione, i riti e le preghiere umane non avevano alcun valore. In Italia, la Chiesa cattolica ha inculcato le stesse convinzioni.
Ma perché Dio avrebbe bisogno di una classe di interpreti? Non è capace di esprimersi? E perché l’uomo non potrebbe rivolgersi direttamente a Dio?
O sono i sacerdoti che hanno bisogno di un tale Dio per affermare il proprio potere?
È così che nasce, fra l’altro, la società gerarchica e burocratica che noi italiani conosciamo tanto bene.

Il potere della Chiesa nasce dalla rinuncia del singolo alla propria autonomia di giudizio e dalla sfiducia nella propria capacità di comunicare con il divino. Dio è sentito lontano, come i monarchi antichi, e occorre ricorrere ai buoni uffici di tanti cortigiani e burocrati per essere ascoltati. Mettetevi in fila e dotatevi di congrue offerte per ungere le ruote.

sabato 14 ottobre 2017

Referendum sull'autonomia

I cittadini lombardi stanno ricevendo lettere dalla Regione Lombardia con cui li si invita a partecipare al referendum consultivo del 22 ottobre. Qui si legge che “il quesito referendario riguarda l’attribuzione di condizioni particolari di autonomia, e relative risorse, in considerazione della specialità della Lombardia”.
Chissà quale sarà questa “specialità”: l’ossobuco, il barbera?
Se fosse così, anche le altre regioni avrebbero il diritto di farsi il loro referendum. Sono tutte speciali e hanno tutte specialità.
Ma forse ci si riferisce al fatto che la Lombardia è più ricca di altre regioni e quindi paga più tasse. È un po’ il discorso della Catalogna.
Oggi, la rivoluzione la fanno i ricchi, che non vogliono più sostenere i poveri e pretendono la loro autonomia –cioè vogliono tenersi i loro soldi. Chiudersi nel proprio orticello e tanti saluti agli altri.

Ma, in tal caso, la nazione non esiste più.

giovedì 12 ottobre 2017

Catalogna

Questo voler essere uno staterello indipendente è la mania di certe comunità. Ma, in un’Europa unita, non ha nessun senso. È la ricerca di una identità per persone che non hanno altra identità. Poca cosa.
Se poi è la ricerca dei paesi ricchi di staccarsi dai paesi poveri, peggio ancora.

Anziché cercare di identificarci in uno Stato, dis-identifichiamoci da tutti i nazionalismi. Siamo cittadini del mondo!

mercoledì 4 ottobre 2017

L'inutile politica

Sta esplodendo, in vista delle elezioni, il peggio della politica italica. Non una politica per proporre o costruire qualcosa, ma una politica per dividere.
Al  nord si fanno inutili referendum per dividere Lombardia e Veneto dalle altre regioni e per creare le più privilegiate. La Lega propone anche di dividere l’Emilia dalla Romagna.
Nei partiti, l’estrema sinistra cerca di divedersi dal Pd e l’estrema destra (Meloni) dalla Lega. Mentre infatti il partito della Meloni è nazionalista, la Lega propone la separazione di alcune regioni del nord e magari la secessione. Come tenerle insieme?
Il risultato è la solita confusione che è sempre stata la causa della nostra debolezza. Anziché rafforzare i governi, si fa di tutto per abbatterli. Anziché favorire i timidi segnali di ripresa economica, si fa di tutto per affossarli.

Abbiamo partiti che non producono niente, ma intralciano tutto.