lunedì 27 dicembre 2010

Il federalismo dei ricchi

Uno studio recente conferma che, con il federalismo fiscale, metà dei comuni ci guadagnerebbe e metà ci perderebbe; e naturalmente i più penalizzati sarebbero quelli del sud. Niente di nuovo: si sapeva che il federalismo fiscale era nato proprio con questo proposito. D'altronde l'intero progetto del federalismo nasce all'insegna dell'ideologia di destra, che ha lo scopo di rendere più ricchi i ricchi e più poveri i poveri. I ricchi in sostanza si sono stancati di dare qualcosa ai poveri - vogliono tenersi tutto per sé. Con buona pace di ogni senso etico e di ogni principio di condivisione.


Visto che la rivoluzione non l'hanno fatta i proletari contro i ricchi, oggi la fanno i ricchi contro i poveri.

domenica 26 dicembre 2010

Beneficenza

La Caritas sostiene che il "volontariato da prestazioni", là dove c'è da fare qualcosa, per esempio accompagnare un malato da un medico, resiste; mentre l'altro volontariato, quello di attenzione e di ascolto, è in netta crisi. Non mi meraviglio: è in linea con il carattere degli italioti, che a fare (magari male) sono sempre pronti, ma a stare attenti di rado.

sabato 18 dicembre 2010

L'imposizione della religione

E' risaputo che in Italia la religione viene imposta dallo Stato-Chiesa o dalla Chiesa-Stato sia attraverso i mille finanziamenti diretti e indiretti (l'8 per mille, assunzione degli insegnanti di religione, erogazioni alle scuole private, assunzioni di preti nelle Asl, ecc.) sia attraverso l'ora di religione insegnata nelle scuole pubbliche. E non c'è quasi modo di sfuggire all'imposizione: chi per esempio destina l'8 per mille allo Stato, in qualche modo se le vede rigirato alla Chiesa - una truffa bell'e buona, esercitata congiuntamente da Chiesa e Stato. Ma anche l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche (già di per sé un'aberrazione) è di fatto un'imposizione, dato che vengono boicottate o semplicemente trascurate le garanzie previste dalla legge per chi è esonerato e dovrebbe avere un'ora laternativa. La scuola insomma non è di tutti - cattolici, musulmani, ebrei, laici, buddhisti, atei, ecc. - ma solo di qualcuno. Molti insegnanti e genitori si lamentano di questa situazione. Tuttavia il conformismo degli altri e l'opportunismo dei politici rendono difficile difendere la laicità dello Stato e della scuola pubblica.


Qualcuno potrebbe dire: chissà come saranno onesti e retti tutti questi italiani allevati in ogni fase della loro vita all'ombra dei valori cattolici, chissà come saranno morali tutti questi politici che sovvenzionano la religione. E, invece, la risposta è sotto i nostri occhi: il paese più corrotto d'Europa, la classe politica più screditata d'Europa, fior di farabutti eletti in parlamento, ladri al governo e mafie e cricche di affaristi dappertutto.

Ma allora perché buttiamo via tanti soldi per questa religione e per questa Chiesa? Ingenui! Perché così si compra alle elezioni l'appoggio delle gerarchie vaticane.

giovedì 16 dicembre 2010

Politica italiota

Tutti sappiamo che la politica italiana è ormai ridotta non a risolvere i problemi degli italiani, ma a sistemare un gruppo di persone (i politici stessi) con stipendi, pensioni e privilegi vergognosi. L'immoralità di un simile genere di politica è confermato dalle vicende di questi giorni in cui si assiste alla compravendita di deputati come se si fosse al mercato delle vacche. Se si aggiunge che l'attuale legge elettorale non permette agli italiani di eleggere i nomi dei parlamentari, si capisce perché il nostro paese sia allo sbando.


Mi sembra evidente che all'origine di questa crisi di sistema ci sia la perdita di senso etico in tutta la popolazione, che non a caso è sempre ai primi posti nelle statistiche sulla corruzione e sull'espansione di mafie varie. Non si sa più che cosa sia bene e che cosa sia male, e si ammirano come eroi grandi farabutti che si pavoneggiano tutti i giorni sulle nostre televisioni, a loro volta asservite agli interessi pubblicitari e di regime. Basta assistere a qualche dibattito "politico" in una qualsiasi rete per sentire gente che litiga, che urla, che cerca di non far parlare gli avversari e che soprattutto non si occupa dei problemi della gente comune, ma della propria fazione e - ahimè - del proprio conto in banca.

La Chiesa, che dà agli altri lezioni di moralità, tace (e quindi acconsente), appoggiando di fatto i responsabili dello sfascio nazionale. I preti tacciono, anche perché molti di loro si danno agli affari, accumulando patrimoni senza precedenti e facendo della beneficienza un sistema per arricchirsi alle spalle dei fedeli, dei buoni di cuore o di coloro che hanno sensi di colpa. Altri poi non possono parlare perché devono rispondere di odiosi reati di pedofilia.

Ciò significa che la rinascita del senso etico in Italia non può partire né da questa classe politica da questa religione, ma deve affidarsi alle scelte consapevoli di coloro che vedono e capiscono ­- e che non acconsentono all'andazzo generale. Ce ne saranno? E riusciranno a far sentire la loro voce? Ancora una volta si dimostra che ogni crisi, ogni caduta e ogni rinascita è affidata non alla cultura dominante, non alle sirene della pubblicità, ma a coloro che riescono ad ascoltare la voce della propria coscienza.

sabato 4 dicembre 2010

Clientelismo elettorale

Mentre il Veneto alluvionato chiede soldi allo Stato, ecco che elargisce oltre due milioni di euro agli istituti religiosi, oltretutto dopo aver assunto nelle ASL i preti come consiglieri spirituali. D'altronde, anche a livello nazionale, mentre il governo taglia i fondi alla scuola pubblica, aumenta i contributi alla scuola privata (cioè dei preti). Quanta religiosità in questi politici della destra! E quanti esempi di virtù!


Ma le solite malelingue sostengono che si tratta di assicurarsi con i soldi l'appoggio elettorale della Chiesa. E la Chiesa? La Chiesa incassa e non apre bocca sulla corruzione degli uomini che la finanziano. Uno scambio di favori - e un chiarissimo esempio di mancanza di moralità.