giovedì 16 dicembre 2010

Politica italiota

Tutti sappiamo che la politica italiana è ormai ridotta non a risolvere i problemi degli italiani, ma a sistemare un gruppo di persone (i politici stessi) con stipendi, pensioni e privilegi vergognosi. L'immoralità di un simile genere di politica è confermato dalle vicende di questi giorni in cui si assiste alla compravendita di deputati come se si fosse al mercato delle vacche. Se si aggiunge che l'attuale legge elettorale non permette agli italiani di eleggere i nomi dei parlamentari, si capisce perché il nostro paese sia allo sbando.


Mi sembra evidente che all'origine di questa crisi di sistema ci sia la perdita di senso etico in tutta la popolazione, che non a caso è sempre ai primi posti nelle statistiche sulla corruzione e sull'espansione di mafie varie. Non si sa più che cosa sia bene e che cosa sia male, e si ammirano come eroi grandi farabutti che si pavoneggiano tutti i giorni sulle nostre televisioni, a loro volta asservite agli interessi pubblicitari e di regime. Basta assistere a qualche dibattito "politico" in una qualsiasi rete per sentire gente che litiga, che urla, che cerca di non far parlare gli avversari e che soprattutto non si occupa dei problemi della gente comune, ma della propria fazione e - ahimè - del proprio conto in banca.

La Chiesa, che dà agli altri lezioni di moralità, tace (e quindi acconsente), appoggiando di fatto i responsabili dello sfascio nazionale. I preti tacciono, anche perché molti di loro si danno agli affari, accumulando patrimoni senza precedenti e facendo della beneficienza un sistema per arricchirsi alle spalle dei fedeli, dei buoni di cuore o di coloro che hanno sensi di colpa. Altri poi non possono parlare perché devono rispondere di odiosi reati di pedofilia.

Ciò significa che la rinascita del senso etico in Italia non può partire né da questa classe politica da questa religione, ma deve affidarsi alle scelte consapevoli di coloro che vedono e capiscono ­- e che non acconsentono all'andazzo generale. Ce ne saranno? E riusciranno a far sentire la loro voce? Ancora una volta si dimostra che ogni crisi, ogni caduta e ogni rinascita è affidata non alla cultura dominante, non alle sirene della pubblicità, ma a coloro che riescono ad ascoltare la voce della propria coscienza.

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