sabato 26 giugno 2010

Il karma delle nazioni

La recente disfatta dell’Italia calcistica non è che un piccolo esempio di un karma negativo che il nostro paese sta accumulando ormai da troppo tempo. Non era difficile prevederlo. In un mio precedente blog “Un paese senz’anima” avevo scritto: “In un paese senz’anima, non si vincono più le competizioni sportive internazionali perché manca un sano spirito sportivo...”


Ma quando una nazione accumula un karma negativo? Quando perde la proprio spiritualità affidandosi a una classe politica e a una religione corrotte. Ed è esattamente quanto si è verificato in Italia, dove le cariche politiche servono a sfuggire alla giustizia e le cariche religiose sono dedite all’accumulo di ricchezze e di potere.

L’unica religione al mondo che si costituisce anche uno Stato è la religione cattolica: qualcosa di completamente assurdo e soprattutto nocivo sul piano spirituale.

Ma il karma negativo dell’Italia risale a molti secoli fa, e si è sempre esplicitato nella sua dolorosa storia politica, che non a caso è di nuovo entrata in crisi.

Ci sono altre nazioni con un tale karma negativo. Una è Israele, che ha una colpa gravissima: ha concepito un’immagine totalmente falsa di Dio – un Dio-Persona che avrebbe dovuto favorire addirittura un solo popolo.

Questa idea sbagliata ha portato Israele ad essere distrutto dagli antichi Romani, con una diaspora della sua popolazione. Il prezzo che ha pagato è stato dunque altissimo. Ma ecco che all’improvviso questa nazione si è trasformata da vittima a carnefice di un altro popolo. E questa nuova colpa andrà, da un punto di vista karmico, pagata.

Purtroppo l’idea falsa del Dio-Persona si è incarnata nel cristianesimo. E il cristianesimo si è fatto Stato in Italia. Le conseguenze per l’Italia sono state e saranno dunque pesanti.

In passato l’accoglimento di questa religione ha provocato il dissolvimento dell’impero romano...potenza delle idee sbagliate!

E non è finita. Un’altra nazione che sta accumulando karma negativo sono gli Stati Uniti d’America. Il suo impero ha fatto un numero enorme di vittime. Per esempio, nell’ultima guerra in Irak i morti sono stati un milione. Colpe che andranno pagate. In che modo? Non si pensi solo alle inevitabili reazioni delle popolazioni nemiche (per esempio alla nascita del terrorismo), ma a disastri di tutti i generi. È la natura che si ribella. E guarda caso negli USA si scatenano tifoni sempre più devastanti e recentemente un inquinamento petrolifero mai visto finora.

Esistono nazioni con una karma positivo? Più che altro esistono nazioni con una karma meno negativo, dove le condizioni di vita sono migliori. Ma il problema è che esiste anche un karma del pianeta Terra. Chi capita in questo pianeta ha già su di sé un destino negativo. Questo infatti non è uno dei migliori mondi possibili, ma uno dei peggiori.

Il fatto è che gli uomini continuano a coltivare idee e modi di vita negativi, senza mai giungere ad una vera e propria presa di coscienza dei propri errori. Per l’Italia, la crisi continuerà ad aggravarsi fino a che non si libererà della corruzione politica e di una religione che non solo non ha nessun fondamento, ma ha perso ogni spiritualità. Un paese senz’anima non può andare lontano.

giovedì 24 giugno 2010

L'etica del tornaconto

Dispiace ascoltare il Presidente della Repubblica Italiana che prende le parti dell’obbligatorietà dell’esposizione del simbolo cristiano nei luoghi pubblici. A quali interessi avrà mai ceduto? Non a quelli dello Stato italiano, che è fagocitato e fatto a pezzi dal potere della Chiesa: uno Stato nello Stato, un cancro che corrode lo Stato creando dappertutto metastasi.

C’è un deficit di cultura in Italia, un deficit di riflessione. Non si vede che la crisi del nostro paese è essenzialmente una crisi etica – una crisi di quell’etica che è costituita proprio dalla radice cristiana.

Ed è questa etica che ci rende piccoli e corrotti. E non mi riferisco solo alla corruzione dei membri della Chiesa, in cui campeggiano preti pedofili e vescovi affaristi. No, mi riferisco alla struttura dell’etica cattolica, che è mediocre.

Benché Gesù in un’occasione scacci i mercanti dal Tempio, è in realtà permeato dalla cultura mercantilistica ebraica, al punto che in una parabola esordisce: “Il regno dei cieli è come un mercante...” E la parabola dei talenti è la perfetta espressione della mentalità religiosa levantina, in cui il problema centrale è “mettere a frutto” le buone azioni, farle rendere come se fossero un conto in banca. E Dio è il grande Ragioniere che dice: “Ora facciamo i conti...ora rendi conto della tua amministrazione...”

Una religione del genere non poteva dare origine ad una grande etica. Ma a un’etica commerciale.

In tal senso la religione è basata sull’economia, sulla partita doppia dei profitti e delle perdite. E non ha nessuna dimensione spirituale. È un’operazione di tornaconto.

Ed è il tornaconto, il piccolo tornaconto personale che rende piccola l’etica cristiana – e che rende piccola l’Italia cattolica. Ognuno pensa al proprio tornaconto personale, ed è indifferente all’interesse generale. In questa prospettiva manca la visione dello Stato. Sì, si dice: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Ma chi stabilisce la distinzione?

La Chiesa cattolica non ha mai riconosciuto lo Stato italiano, se non per quel che può ricavarne in termini di privilegi, di esenzioni e di contributi. Lo Stato rinuncia al proprio 8 per mille per darlo alla Chiesa – alla Chiesa che è la più grande proprietaria di immobili. Dovrebbe essere il contrario. È la Chiesa che dovrebbe dare il suo 8 per mille allo Stato e pagare le tasse sulle sue immense proprietà.

Quando perciò si difende il simbolo di questo modo di fare, non si fanno gli interessi dello Stato, ma gli interessi di un Antistato che divora l’Italia e la rende piccola e corrotta.

sabato 5 giugno 2010

Gli arci-italiani

Ho sentito che si è svolta una partita fra quelle che si autodefiniscono “nazioni senza Stato”: la squadra della Padania e la squadra del Regno delle Due Sicilie. Insomma il nuovo che avanza. Evidentemente c’è chi sogna un ritorno agli staterelli pre-unitari che contavano poco e niente in confronto agli Stati nazionali esteri. Ma chi sono questi sognatori di un passato fallimentare? Gli arci-italioti.


Gli arci-italioti sono coloro che odiano e disprezzano il fatto di essere italiani. E sognano di essere migliori, semplicemente separandosi dagli altri. Ma non si rendono conto che, così facendo, sono italioti al cento per cento. E che, alla fine, ciò che odiano e disprezzano sono...se stessi.