lunedì 27 dicembre 2010

Il federalismo dei ricchi

Uno studio recente conferma che, con il federalismo fiscale, metà dei comuni ci guadagnerebbe e metà ci perderebbe; e naturalmente i più penalizzati sarebbero quelli del sud. Niente di nuovo: si sapeva che il federalismo fiscale era nato proprio con questo proposito. D'altronde l'intero progetto del federalismo nasce all'insegna dell'ideologia di destra, che ha lo scopo di rendere più ricchi i ricchi e più poveri i poveri. I ricchi in sostanza si sono stancati di dare qualcosa ai poveri - vogliono tenersi tutto per sé. Con buona pace di ogni senso etico e di ogni principio di condivisione.


Visto che la rivoluzione non l'hanno fatta i proletari contro i ricchi, oggi la fanno i ricchi contro i poveri.

domenica 26 dicembre 2010

Beneficenza

La Caritas sostiene che il "volontariato da prestazioni", là dove c'è da fare qualcosa, per esempio accompagnare un malato da un medico, resiste; mentre l'altro volontariato, quello di attenzione e di ascolto, è in netta crisi. Non mi meraviglio: è in linea con il carattere degli italioti, che a fare (magari male) sono sempre pronti, ma a stare attenti di rado.

sabato 18 dicembre 2010

L'imposizione della religione

E' risaputo che in Italia la religione viene imposta dallo Stato-Chiesa o dalla Chiesa-Stato sia attraverso i mille finanziamenti diretti e indiretti (l'8 per mille, assunzione degli insegnanti di religione, erogazioni alle scuole private, assunzioni di preti nelle Asl, ecc.) sia attraverso l'ora di religione insegnata nelle scuole pubbliche. E non c'è quasi modo di sfuggire all'imposizione: chi per esempio destina l'8 per mille allo Stato, in qualche modo se le vede rigirato alla Chiesa - una truffa bell'e buona, esercitata congiuntamente da Chiesa e Stato. Ma anche l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche (già di per sé un'aberrazione) è di fatto un'imposizione, dato che vengono boicottate o semplicemente trascurate le garanzie previste dalla legge per chi è esonerato e dovrebbe avere un'ora laternativa. La scuola insomma non è di tutti - cattolici, musulmani, ebrei, laici, buddhisti, atei, ecc. - ma solo di qualcuno. Molti insegnanti e genitori si lamentano di questa situazione. Tuttavia il conformismo degli altri e l'opportunismo dei politici rendono difficile difendere la laicità dello Stato e della scuola pubblica.


Qualcuno potrebbe dire: chissà come saranno onesti e retti tutti questi italiani allevati in ogni fase della loro vita all'ombra dei valori cattolici, chissà come saranno morali tutti questi politici che sovvenzionano la religione. E, invece, la risposta è sotto i nostri occhi: il paese più corrotto d'Europa, la classe politica più screditata d'Europa, fior di farabutti eletti in parlamento, ladri al governo e mafie e cricche di affaristi dappertutto.

Ma allora perché buttiamo via tanti soldi per questa religione e per questa Chiesa? Ingenui! Perché così si compra alle elezioni l'appoggio delle gerarchie vaticane.

giovedì 16 dicembre 2010

Politica italiota

Tutti sappiamo che la politica italiana è ormai ridotta non a risolvere i problemi degli italiani, ma a sistemare un gruppo di persone (i politici stessi) con stipendi, pensioni e privilegi vergognosi. L'immoralità di un simile genere di politica è confermato dalle vicende di questi giorni in cui si assiste alla compravendita di deputati come se si fosse al mercato delle vacche. Se si aggiunge che l'attuale legge elettorale non permette agli italiani di eleggere i nomi dei parlamentari, si capisce perché il nostro paese sia allo sbando.


Mi sembra evidente che all'origine di questa crisi di sistema ci sia la perdita di senso etico in tutta la popolazione, che non a caso è sempre ai primi posti nelle statistiche sulla corruzione e sull'espansione di mafie varie. Non si sa più che cosa sia bene e che cosa sia male, e si ammirano come eroi grandi farabutti che si pavoneggiano tutti i giorni sulle nostre televisioni, a loro volta asservite agli interessi pubblicitari e di regime. Basta assistere a qualche dibattito "politico" in una qualsiasi rete per sentire gente che litiga, che urla, che cerca di non far parlare gli avversari e che soprattutto non si occupa dei problemi della gente comune, ma della propria fazione e - ahimè - del proprio conto in banca.

La Chiesa, che dà agli altri lezioni di moralità, tace (e quindi acconsente), appoggiando di fatto i responsabili dello sfascio nazionale. I preti tacciono, anche perché molti di loro si danno agli affari, accumulando patrimoni senza precedenti e facendo della beneficienza un sistema per arricchirsi alle spalle dei fedeli, dei buoni di cuore o di coloro che hanno sensi di colpa. Altri poi non possono parlare perché devono rispondere di odiosi reati di pedofilia.

Ciò significa che la rinascita del senso etico in Italia non può partire né da questa classe politica da questa religione, ma deve affidarsi alle scelte consapevoli di coloro che vedono e capiscono ­- e che non acconsentono all'andazzo generale. Ce ne saranno? E riusciranno a far sentire la loro voce? Ancora una volta si dimostra che ogni crisi, ogni caduta e ogni rinascita è affidata non alla cultura dominante, non alle sirene della pubblicità, ma a coloro che riescono ad ascoltare la voce della propria coscienza.

sabato 4 dicembre 2010

Clientelismo elettorale

Mentre il Veneto alluvionato chiede soldi allo Stato, ecco che elargisce oltre due milioni di euro agli istituti religiosi, oltretutto dopo aver assunto nelle ASL i preti come consiglieri spirituali. D'altronde, anche a livello nazionale, mentre il governo taglia i fondi alla scuola pubblica, aumenta i contributi alla scuola privata (cioè dei preti). Quanta religiosità in questi politici della destra! E quanti esempi di virtù!


Ma le solite malelingue sostengono che si tratta di assicurarsi con i soldi l'appoggio elettorale della Chiesa. E la Chiesa? La Chiesa incassa e non apre bocca sulla corruzione degli uomini che la finanziano. Uno scambio di favori - e un chiarissimo esempio di mancanza di moralità.

martedì 30 novembre 2010

Eutanasia all'italiana

La morte di Mario Monicelli ci ricorda che in Italia almeno 3800 persone si suicidano in un anno. E ci ricorda anche che in questo paese non si può neppure parlare di eutanasia, la "buona morte", perché gli integralisti cattolici lo impediscono. Uno dei tanti danni della cultura cattolica. E, allora, a chi è malato e all'ultimo stadio non resta che buttarsi dalla finestra. Complimenti al legislatore.

domenica 21 novembre 2010

La palla al piede

Ben tre ministri si sono premurati di chiarirci che i registri aperti in certi comuni per la raccolta dei testamenti biologici non sono validi.Quanto zelo...a servire lo Stato del Vaticano! E per fortuna che questo governo si dice liberale. Chissà che cosa avrebbe fatto altrimenti per negare ai cittadini la libertà di scelta e di decisione! Chissà che cos'altro si sarebbe inventato se fosse stato un governo oscurantista!


Un giorno bisognerà fare i conti sulla capacità della cultura cattolica di bloccare questo paese e di rendere impossibile ogni riforma sociale, ogni apertura alla modernità. E' evidente che proprio il cattolicesimo sia una delle cause principali dell'arretratezza culturale italiana. La cosa è già capitata in passato: mentre gli altri paesi europei, con la Riforma, si affrancavano dalla dipendenza dalla Chiesa e si consolidavano come stati nazionali, noi avevamo il Concilio di Trento che faceva perdere all'Italia il treno della storia; e ancora oggi scontiamo quel ritardo.

Adesso la storia si ripete: l'influenza nefasta della Chiesa cattolica, la sua capacità d'interdizione, impedisce all'Italia di avere leggi all'altezza dei tempi. Perfino la cattolica Spagna è riuscita a liberarsi dal peso opprimente dei dogmi religiosi e a darsi una legislazione liberale in campo sociale. L'Italia no; con l'aiuto di questo ineffabile governo blocca ogni riforma e ci fa ormai essere un paese sottosviluppato, in preda a cricche e a mafie di ogni genere.

domenica 7 novembre 2010

Cultura e ignoranza

Non ci sono soldi per la cultura, dice un ministro. Con la cultura non si mangia, dice un altro. Ma forse non hanno riflettuto a lungo. Perché non sanno che tutto è cultura, anche il lavoro manuale, anche l'economia. E' la cultura che ci fa essere ciò che siamo: non altro. Si potrebbe lavorare senza cultura? Potrebbe esistere una società senza cultura?


Se si afferma che non ci sono soldi per la cultura, è come dire che siamo moribondi, che per noi non c'è più speranza. Ed è come dire che da noi regna l'ignoranza.

Il cortigiano

Rivedendo l'immagine di un noto giornalista televisivo che, non contento di stringere la mano a Berlusconi, gliela bacia, mi è venuto in mente che in quel baciamano c'è tutto il carattere di tanti italiani e il loro rapporto con il potere. C'è il baciamano che si fa ancora oggi al vescovo o al mafioso.


Il cortigiano attuale si inchina al padrone e fa di tutto per favorirlo e per fargli piacere. In lui non c'è dignità, non c'è autonomia di giudizio, non c'è distacco, non c'è senso critico, non c'è imparzialità. C'è invece la sottomissione incondizionata del cane verso il padrone.

Paul Ginsborg, nel suo libro Salviamo l'Italia (Einaudi, 2010), elenca i principali difetti degli italiani: una Chiesa troppo forte in uno Stato troppo debole, la diffusione del clientelismo, la tendenza a delegare il potere ad un autocrate e la fragilità delle opposizioni politiche.

Chi può salvare l'Italia? I "ceti medi rifilessivi". Come sostenitore della pratica della meditazione e della consapevolezza, sottolineo volentieri l'aggettivo "riflessivi".

sabato 30 ottobre 2010

Ansia

Se credete che l'ansia sia solo qualcosa di negativo, pensate che ridurre la mente a un solo pensiero o a un solo interesse è già un successo. Questo è il valore spirituale dell'ansia. Dopo, basta un solo altro passo per liberarsi del tutto anche di quel pensiero.

Fratelli d'Italia

"Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta..." canta il nostro inno nazionale. Purtroppo, queste parole sono solo un augurio, perché è evidente che la coscienza degli italiani è ancora addormentata. Per destarla, le occorre sviluppare più consapevolezza; e questa si sviluppa solo con la meditazione, non con il tifo, la fede o il patriottismo di facciata.

Nuovi italioti

Le parole di Marchionne sulla FIAT e sul suo distacco dall'Italia ci dicono una verità: i ricchi non hanno bisogno di una patria fisica...la loro patria è là dove si trova il loro denaro. Altro che legame con il territorio! Legame piuttosto con i conti in banca. D'altronde la patria è là dove si vive meglio; e con i soldi si vive bene dappertutto. Se tutto si riduce a materia.

martedì 5 ottobre 2010

Xenofobia

Xenofobia è odio per lo straniero, per chi non è della propria terra. Anche da noi gli xenofobi, per lo più al nord, vorrebbero cacciare coloro che provengono da altre regioni, per lo più del sud. Ma attenzione! In Svizzera, la xenofobia si rivolge proprio contro i frontalieri italiani, i quali provengono per lo più da quelle regioni del nord che vorrebbero cacciare gli altri. Insomma, chi di xenofobia colpisce...

lunedì 27 settembre 2010

L'unione fa la forza?

Ci sono animali che individualmente sono stupidi, ma che collettivamente sono intelligenti: per esempio le api. E ci sono popoli che individualmente sono intelligenti, ma che collettivamente diventano stupidi: per esempio gli italioti.

sabato 25 settembre 2010

Federalismo italiota

Tutti hanno sotto gli occhi che cosa intendano alcuni italioti della non meglio identificata "Padania" per federalismo: scuole padane, banche padane, inni padani, simboli padani, insegnanti padani e così via.


A questo punto ci saremmo aspettati una sollevazione generale. Ma l'ignavia dell'italiota è nota da tempo - dal tempo degli staterelli che non contavano niente e che erano sempre dominati dagli altri Stati che conoscevano bene l'importanza di avere una grande unità nazionale. Non gli italioti: non l'hanno ancora capita, e vorrebbero ritornare a quegli inutili staterelli. Provincialismo insuperabile? Faziosità? Stupidità collettiva?

E' proprio vero che, se l'Italia è stata fatta, rimangono ancora da fare gli italiani. Purtroppo, circolano ancora quei vecchi italioti.

giovedì 23 settembre 2010

L'eterno italiota

Gli eterni italioti sono quelli che litigano su tutto con gli altri italioti, che vedono solo il microscopico interesse del loro territorio e che alla fine si fanno dominare dagli stranieri. Oggi abbiamo visto la riedizione di questa situazione nelle vicende della più grande banca italiana, dove gli italiani si sono fatti la guerra e, naturalmente, hanno lasciato il comando ad un austriaco. Bravi!
Anche lo spettacolo dei politici che litigano tutto il giorno su problemi personali, odiandosi a morte, fa parte della faziosità dell'eterno italiota, incapace di vedere al di là del proprio naso. Bravi! Continuate così. Alla fine dovremo rivolgerci a uno straniero per farci governare.

mercoledì 15 settembre 2010

"Fratelli d'Italia"

Ci vorrebbe Freud per capire perché gli italiani odino tanto se stessi: qualcosa di patologico, forse speranze disattese, forse complessi i inferiorità, forse il ricordo di un grande passato svanito e l'incapacità di essere una grande nazione, certo mancanza di autostima, certo il disastro della seconda guerra mondiale, certo le continue interferenze della Chiesa (uno Stato nello Stato). Eppure esistono nazioni molto più arretrate che non odiano tanto se stesse...Resta il fatto che l'espressione "all'italiana" da noi significa una cosa fatta male, fatta con i piedi. Quando perciò i leghisti cercano di dissolvere l'unità nazionale e sputano sulla bandiera nazionale non sono affatto diversi dagli italiani - come si illudono di essere - ma sono gli arci-italiani, il prodotto perfetto di questa Italia schizofrenica che odia se stessa.


L'odio degli italiani per i "fratelli d'Italia" risale all'epoca in cui esistevano tanti staterelli che si alleavano con questa o quella potenza straniera per combattere gli altri. Uno sport che non è mai finito e che si riproporrebbe se il paese si dividesse in due o tre Stati. Durante la fine dell'ultima guerra mondiale, una parte degli italiani era alleata con i tedeschi e un'altra era alleata con gli anglo-americani - e naturalmente le due parti si sparavano a vicenda. In seguito la divisione si è riproposta tra gli italiani che si riconoscevano negli USA e quelli che si riconoscevano nell'URSS: per fortuna non siamo arrivati allo scontro finale. Ma il pericolo è sempre lì. Anche le ultime vicende della vedetta libica che ha sparato al peschereccio italiano rientra nella categoria "l'amore dei fratelli d'Italia"; infatti non solo la vedetta era stata venduta dall'Italia alla Libia, ma era anche assistita da militari italiani.

Credo che perfino buona parte del recente terrorismo rientri in questa categoria: italiani che ammazzano altri italiani, al servizio di qualche Stato estero.

Sì, ci vorrebbe Freud...per capire gli italiani.

martedì 13 luglio 2010

Spagna e Italia

Il confronto fra Spagna e Italia ci può illustrare tante cose. Si tratta di due paesi con gravi crisi economiche. Ma l’uno vince e l’altro perde. L’uno ha il senso della propria identità e non si fa comandare dalla Chiesa, l’altro ha smarrito se stesso e si fa guidare dal Vaticano. L’uno conosce ancora la differenza tra politica e interessi privati, l’altro si fa comandare da cricche interessate solo ai propri interessi privati. L’uno s’indigna per la corruzione, l’altro fa della corruzione il proprio sistema di governo. L’uno combatte i separatismi regionali, l’altro mette al governo chi vuole separare le regioni. L’uno cresce, l’altro diminuisce. L’uno ha ancora un’anima, l’altro l’ha persa.

giovedì 1 luglio 2010

Una nuova Italia

Qualcuno sostiene che l’Italia senza i crocefissi non sarebbe più l’Italia.


Ecco, appunto, sarebbe ora di cambiare...e farne qualcosa di meglio della vecchia Italietta bigotta e ipocrita.

sabato 26 giugno 2010

Il karma delle nazioni

La recente disfatta dell’Italia calcistica non è che un piccolo esempio di un karma negativo che il nostro paese sta accumulando ormai da troppo tempo. Non era difficile prevederlo. In un mio precedente blog “Un paese senz’anima” avevo scritto: “In un paese senz’anima, non si vincono più le competizioni sportive internazionali perché manca un sano spirito sportivo...”


Ma quando una nazione accumula un karma negativo? Quando perde la proprio spiritualità affidandosi a una classe politica e a una religione corrotte. Ed è esattamente quanto si è verificato in Italia, dove le cariche politiche servono a sfuggire alla giustizia e le cariche religiose sono dedite all’accumulo di ricchezze e di potere.

L’unica religione al mondo che si costituisce anche uno Stato è la religione cattolica: qualcosa di completamente assurdo e soprattutto nocivo sul piano spirituale.

Ma il karma negativo dell’Italia risale a molti secoli fa, e si è sempre esplicitato nella sua dolorosa storia politica, che non a caso è di nuovo entrata in crisi.

Ci sono altre nazioni con un tale karma negativo. Una è Israele, che ha una colpa gravissima: ha concepito un’immagine totalmente falsa di Dio – un Dio-Persona che avrebbe dovuto favorire addirittura un solo popolo.

Questa idea sbagliata ha portato Israele ad essere distrutto dagli antichi Romani, con una diaspora della sua popolazione. Il prezzo che ha pagato è stato dunque altissimo. Ma ecco che all’improvviso questa nazione si è trasformata da vittima a carnefice di un altro popolo. E questa nuova colpa andrà, da un punto di vista karmico, pagata.

Purtroppo l’idea falsa del Dio-Persona si è incarnata nel cristianesimo. E il cristianesimo si è fatto Stato in Italia. Le conseguenze per l’Italia sono state e saranno dunque pesanti.

In passato l’accoglimento di questa religione ha provocato il dissolvimento dell’impero romano...potenza delle idee sbagliate!

E non è finita. Un’altra nazione che sta accumulando karma negativo sono gli Stati Uniti d’America. Il suo impero ha fatto un numero enorme di vittime. Per esempio, nell’ultima guerra in Irak i morti sono stati un milione. Colpe che andranno pagate. In che modo? Non si pensi solo alle inevitabili reazioni delle popolazioni nemiche (per esempio alla nascita del terrorismo), ma a disastri di tutti i generi. È la natura che si ribella. E guarda caso negli USA si scatenano tifoni sempre più devastanti e recentemente un inquinamento petrolifero mai visto finora.

Esistono nazioni con una karma positivo? Più che altro esistono nazioni con una karma meno negativo, dove le condizioni di vita sono migliori. Ma il problema è che esiste anche un karma del pianeta Terra. Chi capita in questo pianeta ha già su di sé un destino negativo. Questo infatti non è uno dei migliori mondi possibili, ma uno dei peggiori.

Il fatto è che gli uomini continuano a coltivare idee e modi di vita negativi, senza mai giungere ad una vera e propria presa di coscienza dei propri errori. Per l’Italia, la crisi continuerà ad aggravarsi fino a che non si libererà della corruzione politica e di una religione che non solo non ha nessun fondamento, ma ha perso ogni spiritualità. Un paese senz’anima non può andare lontano.

giovedì 24 giugno 2010

L'etica del tornaconto

Dispiace ascoltare il Presidente della Repubblica Italiana che prende le parti dell’obbligatorietà dell’esposizione del simbolo cristiano nei luoghi pubblici. A quali interessi avrà mai ceduto? Non a quelli dello Stato italiano, che è fagocitato e fatto a pezzi dal potere della Chiesa: uno Stato nello Stato, un cancro che corrode lo Stato creando dappertutto metastasi.

C’è un deficit di cultura in Italia, un deficit di riflessione. Non si vede che la crisi del nostro paese è essenzialmente una crisi etica – una crisi di quell’etica che è costituita proprio dalla radice cristiana.

Ed è questa etica che ci rende piccoli e corrotti. E non mi riferisco solo alla corruzione dei membri della Chiesa, in cui campeggiano preti pedofili e vescovi affaristi. No, mi riferisco alla struttura dell’etica cattolica, che è mediocre.

Benché Gesù in un’occasione scacci i mercanti dal Tempio, è in realtà permeato dalla cultura mercantilistica ebraica, al punto che in una parabola esordisce: “Il regno dei cieli è come un mercante...” E la parabola dei talenti è la perfetta espressione della mentalità religiosa levantina, in cui il problema centrale è “mettere a frutto” le buone azioni, farle rendere come se fossero un conto in banca. E Dio è il grande Ragioniere che dice: “Ora facciamo i conti...ora rendi conto della tua amministrazione...”

Una religione del genere non poteva dare origine ad una grande etica. Ma a un’etica commerciale.

In tal senso la religione è basata sull’economia, sulla partita doppia dei profitti e delle perdite. E non ha nessuna dimensione spirituale. È un’operazione di tornaconto.

Ed è il tornaconto, il piccolo tornaconto personale che rende piccola l’etica cristiana – e che rende piccola l’Italia cattolica. Ognuno pensa al proprio tornaconto personale, ed è indifferente all’interesse generale. In questa prospettiva manca la visione dello Stato. Sì, si dice: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Ma chi stabilisce la distinzione?

La Chiesa cattolica non ha mai riconosciuto lo Stato italiano, se non per quel che può ricavarne in termini di privilegi, di esenzioni e di contributi. Lo Stato rinuncia al proprio 8 per mille per darlo alla Chiesa – alla Chiesa che è la più grande proprietaria di immobili. Dovrebbe essere il contrario. È la Chiesa che dovrebbe dare il suo 8 per mille allo Stato e pagare le tasse sulle sue immense proprietà.

Quando perciò si difende il simbolo di questo modo di fare, non si fanno gli interessi dello Stato, ma gli interessi di un Antistato che divora l’Italia e la rende piccola e corrotta.

sabato 5 giugno 2010

Gli arci-italiani

Ho sentito che si è svolta una partita fra quelle che si autodefiniscono “nazioni senza Stato”: la squadra della Padania e la squadra del Regno delle Due Sicilie. Insomma il nuovo che avanza. Evidentemente c’è chi sogna un ritorno agli staterelli pre-unitari che contavano poco e niente in confronto agli Stati nazionali esteri. Ma chi sono questi sognatori di un passato fallimentare? Gli arci-italioti.


Gli arci-italioti sono coloro che odiano e disprezzano il fatto di essere italiani. E sognano di essere migliori, semplicemente separandosi dagli altri. Ma non si rendono conto che, così facendo, sono italioti al cento per cento. E che, alla fine, ciò che odiano e disprezzano sono...se stessi.

lunedì 3 maggio 2010

La rivoluzione dei ricchi

Un tempo, erano i poveri che facevano la rivoluzione contro i ricchi. Oggi, è il contrario: sono i ricchi che fanno la rivoluzione contro i poveri. Così interpreto il progetto di federalismo in Italia o le resistenze tedesche a sostenere la Grecia. I ricchi pensano: ma perché dobbiamo spendere soldi per mantenere questi pezzenti? Isoliamoci solo noi ricchi, e lasciamo perdere gli altri.

Peccato che, senza quei poveri, i ricchi non sarebbero ricchi. Ma è risaputo che la ricchezza rende stupidi.

venerdì 23 aprile 2010

Italioti

Dopo Ciampi, tutti abbandonano il comitato voluto dal governo per i festeggiamenti dell’unità d’Italia. In compenso, il figlio di Bossi dichiara che ai prossimi campionati del mondo di calcio non tiferà per l’Italia.


Insomma procede a grandi passi la dissoluzione del paese.

E gli italiani? Inerti come al solito. Aspettano solo di sapere quale sarà il prossimo padrone da servire. “Ahi, serva Italia!” Eppure si tratta del loro destino.

venerdì 16 aprile 2010

Ahi serva Italia!

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello”. (Dante)


“Un paese di cortigiani”. (Piero Gobetti)

“Un paese di servi”. (Anna Kuliscioff)

“Un popolo organicamente anarchico, corrotto, molto servile”. (Giustino Fortunato)



Quando la Chiesa dice qualche castroneria, gli altri Stati, per esempio la Francia, subito hanno una reazione critica. E l’Italia? Zitta, sempre zitta. Quando si tratta del Vaticano, lo Stato italiano non ha mai il coraggio di alzare la voce.

Non siamo uno Stato laico, ma uno Stato con una pesante sudditanza verso la Chiesa.

domenica 4 aprile 2010

Il partito della Chiesa

Il papa ripete che l’obiezione di coscienza all’aborto è un diritto e un dovere dei cattolici. E nessuno glielo toglie. Ma Perché i cattolici vogliono togliere il diritto all’aborto a quelli che non la pensano come loro?


Certi ministri cattolici dicono che devono rispondere alla loro etica (che è in realtà l’etica della Chiesa, discutibile come tutte le altre). Ma perché vogliono impedire che anche gli altri abbiano una loro etica? E se un domani venisse eletto un ministro musulmano, chi gli impedirebbe, seguendo questa logica, di imporre agli altri la propria visione e decidere che tutte le donne debbano andare in giro velate?

In realtà, in campo etico, non può esserci qualcuno che impone la propria convinzione. Questa è la posizione d’ogni fascismo e anche d’ogni fondamentalismo religioso. Manteniamo lo Stato laico.

Per uno Stato laico

Il papa ripete che l’obiezione di coscienza all’aborto è un diritto e un dovere dei cattolici. E nessuno glielo toglie. Ma Perché i cattolici vogliono togliere il diritto all’aborto a quelli che non la pensano come loro?


Certi ministri cattolici dicono che devono rispondere alla loro etica (che è in realtà l’etica della Chiesa, discutibile come tutte le altre). Ma perché vogliono impedire che anche gli altri abbiano una loro etica? E se un domani venisse eletto un ministro musulmano, chi gli impedirebbe, seguendo questa logica, di imporre agli altri la propria visione e decidere che tutte le donne debbano andare in giro velate?

In realtà, in campo etico, non può esserci qualcuno che impone la propria convinzione. Questa è la posizione d’ogni fascismo e anche d’ogni fondamentalismo religioso. Manteniamo lo Stato laico.

L'unità d'Italia

Stanno per scadere i 150 anni dell’unità d’Italia. Come li celebreremo?


Ma, ovviamente, dividendo l’Italia – così come sta già avvenendo.

Quale segno più chiaro di un paese che ha smarrito la propria anima?

Pasolini diceva che l’Italia ha la borghesia più vile e il proletariato più stupido d’Europa. Forse abbiamo la popolazione più stupida d’Europa?

mercoledì 10 marzo 2010

Leggi flessibili

In Italia abbiamo inventato le regole a punti. Cioè, se sei ricco, hai un tot di punti; se sei potente, ha un tot di punti; e sei un politico ricco e potente hai ancora più punti.


Se non sei niente di tutto questo – zero punti. E ti tocca rispettare le regole.

venerdì 26 febbraio 2010

La censura di Internet

Sembra incredibile che una sentenza di censura di Internet, criticata da tutto il mondo libero, possa essere partita dall’Italia.


Com’è possibile che un attacco del genere sia partito da un paese che non ha mai conosciuto nessuna forma di dittatura, che è sostenuto da una Chiesa aperta e progressista, che possiede un sistema giudiziario rapido e imparziale, che è sensibilissimo alla tutela della privacy, che è composto da una popolazione pronta a pagare le tasse, che è governata da parlamentari di specchiata onestà che antepongono gli interessi della gente a quelli propri e che è abitato da cittadini dotati di un alto senso civico e morale?

Com’è possibile?

giovedì 18 febbraio 2010

Puttanopoli italica

Talvolta gli artisti sono dei profeti. Così, pensando alle vicende della nostra politica attuale, vengono in mente le parole di Paolo Villaggio nella canzone “Carlo Martello” di Fabrizio De André”:




“È mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame debban risolversi con grandi puttane?”

mercoledì 3 febbraio 2010

Il paese degli ipocriti

Il cantante Morgan è stato escluso da Sanremo perché ha dichiarato che fa uso di cocaina. Che ingenuo! Credeva forse di essere nel paese della verità?


Qui siamo nel paese dell’ipocrisia, il cui motto è: “Si fa, ma non si dice”. Basta farlo e non dirlo, e tutto rientra nella normalità.

Pecore di pura razza italica

Liliana Picciotto, nel suo libro L’alba ci colse come un tradimento, pubblicato da Mondadori, elenca cifre impressionanti sul coinvolgimento italiano nella Shoah. In particolare ricorda le migliaia di ebrei rastrellati nei territori della Repubblica sociale da parte di funzionari di polizia e dei carabinieri e rinchiusi nel campo modenese di Fossoli, per poi essere deportati in Germania. E ricorda come dal 3 novembre 1943 gli agenti delle questure affiancarono i reparti speciali delle SS per svolgere l’opera di “pulizia”. Del resto, esistevano già i campi di concentramento di Bolzano e di san Sabba. Tutto questo non avvenne per caso, ma in seguito alle leggi razziali e alla dichiarazione del Partito nazionale fascista che affermava: «Tutti gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri, durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica».


Dunque, il razzismo è presente in quei popoli in cui non si sviluppa il senso critico e la capacità di pensare con la propria testa, ma fede e sottomissione. Il fascismo non prese a prestito dalla cultura religiosa il motto: “Credere e obbedire”?