giovedì 15 settembre 2011

La "tassa Berlusconi"

In questi ultimi tempi Berlusconi, forse perché sente che la fine è vicina, sembra in preda a un delirio di grandezza: si sente il migliore, il più buono, il più capace, l'insostituibile, il "migliore presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni". Sentire tutte queste vanterie dà un senso di nausea. Ci si chiede se non soffra di qualche malattia mentale. Ha perso il senso della realtà. Non si rende conto di essere una palla al piede, una zavorra dell'Italia. Non solo infatti ci ha portati sull'orlo della bancarotta, ma è proprio la sua presenza che rende il paese - agli occhi degli stranieri - inaffidabile. Come ha detto qualcuno, non sono le varie ricette economiche che non convincono i mercati - è il cuoco. E' come se su di noi ci fosse un'ulteriore tassa, la "tassa Berlusconi" che tutti dobbiamo pagare, anche quelli che non lo hanno votato.

Se Berlusconi tenesse al bene dell'Italia, dovrebbe ritirarsi. Non ne possiamo più di sentir parlare delle sue puttane. "Opera buffa a luci rosse" l'ha definita il New York Times. Ma un individuo con un ego così ipertrofico non può avere consapevolezza né senso di responsabilità.





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