Così
abbiamo un vice-premier e leader del proprio partito (M5S) che possiede il 50
per cento dell’azienda paterna la quale non solo è stata costruita abusivamente
ma impiega anche lavoro nero.
Questo
era l’individuo che gridava in Parlamento: “Onestà, onestà..!”
Non c’è proprio
da sperare coerenza in tanti politici che vedono la pagliuzza negli occhi
altrui ma non la trave nei propri.
Ma, quel
che è peggio, se ci fosse stato il reddito di cittadinanza, i lavoratori in
nero di Di Maio lo avrebbero percepito. Succederà così?
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