Per Salvini le cose si fanno difficili. Dopo essere andato in
America a fare da zerbino a Trump, che non lo ha neppure ricevuto, si ritrova
in Italia a tentare di fermare navi di immigranti e a lottare contro la
Commissione europea. Doppio fallimento. Mentre ferma una nave, ne arrivano
altre due o tre con decine o centinaia di migranti. E noi incameriamo tutti.
Speriamo che se ne vadano clandestinamente negli altri paesi europei. Ma gli
altri paesi europei li prendono e ce li rispediscono. In conclusione, ce li
teniamo come prima senza sapere che farcene.
Anche con l’Unione europea è una battaglia persa in partenza.
Siamo isolati e, carichi di debiti, non contiamo niente. Salvini aveva promesso
grandi cambiamenti dopo le elezioni. Ma non è successo niente: i nazionalisti
non hanno vinto. E i nuovi dirigenti europei ci saranno ostili come i
precedenti, se non di più.
La sua idea di abbassare le tasse è buona. Ma la flat tax, cioè
una tassa uguale per tutti, è pura demenza. Il buon senso dice che chi ha di
più deve pagare in proporzione di più. Altrimenti diminuirà il gettito fiscale.
Le grandi opere nessuno le vede, e lo stesso dicasi per l’autonomia di alcune
regioni (eredità della vecchia secessione) e per il reddito minimo. E, per fare
tutte queste riforme ci vogliono soldi che non si sa da dove prendere.
L’Italia è sempre in stagnazione e presto sarà in recessione. Ma
Salvini gira l’Italia in lungo e in largo per raccattare consensi.
Come titola l’Espresso, “il lavoro non c’è – e il ministro nemmeno”.
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