mercoledì 15 gennaio 2014

Il caso dei due marò

Il caso dei due marò detenuti in India esemplifica alla perfezione l'inettitudine dei nostri governanti. Tutto il mondo ride di noi, e si domanda: "Ma si può essere così fessi?"
Purtroppo, sì.
Una catena di errori che verrà ricordata nei libri di storia.
Primo, un capitano che naviga in acque internazionali e che rientra nelle acque territoriali dell'India per dare chiarimenti. Evidentemente, la razza degli Schettino non è finita con il naufragio della Costa Concordia.
Poi, eravamo riusciti a farli rientrare in Italia e abbiamo dichiarato che non li avremmo più rimandati in India. E avremmo fatto bene. Vi immaginate gli Stati Uniti o la Francia che rimandano due loro militari in un paese dove rischiano la pena di morte? A raccontarlo in giro, non ci credono.
A questo punto, il ritorno in India e la caduta in un sistema giudiziario - quello indiano - che è ancora peggiore del nostro (il che è tutto dire).
Li abbiamo rimandati in India perché avevamo paura che l'India non firmasse un contratto con la Finmeccanica. E, adesso che non è stato confermato, ci rimangono il danno e la beffa. Fra l'altro, noi siamo stati leali. Ma l'India no.
Come governare con una tale congerie di incapaci? Evidentemente, quando da noi nasce un deficiente, la mamma gli dice: "Figlio mio, visto che non sai fare niente, farai il ministro".

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