mercoledì 8 gennaio 2014

La criminalità organizzata

Per capire lo Stato italiano ci vorrebbe un criminologo. Sì, perché il suo comportamento si basa spesso sul sopruso e sull'illegalità. Facciamo qualche esempio.
La legge elettorale è stata dichiarata fuori legge dalla Corte Costituzionale: dunque i partiti e le istituzioni vivevano già tutti nell'illegalità.
Il TAR scopre dopo quattro anni che la giunta leghista di Cota, in Piemonte, è illegale in quanto eletta con brogli.
Quando lo Stato vuol essere pagato, ma non paga a sua volta, compie un sopruso. Quando impone tasse sulla casa non legate al reddito, compie un atto anti-costituzionale, uno scippo, una sopraffazione.
I ticket su certi medicinali indispensabili, di cui non esiste il corrispondente generico, sono un atto criminale, perché chi non ha i soldi rinuncia a comprarli. Un'estorsione, ai danni di gente malata.
La legge sull'otto per mille alla Chiesa è una truffa bell'e buona, perché anche chi non dichiara niente finisce per essere arruolato e per contribuire.
Del finanziamento ai partiti sappiamo tutti. C'era stato un referendum che i politici hanno aggirato, truffando gli elettori.
E non parliamo del passato, delle varie "stragi di Stato" o, come nel caso di Ustica,  della "menzogna di Stato".
Insomma, non stupiamoci se siamo dominati dalla criminalità organizzata. C'è solo da domandarsi di volta in volta se sia la criminalità statale o quella mafiosa. Che in parecchi casi colludono.

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