Mentre la maggior parte
degli italiani è costretta a rinunciare alle vacanze o farle brevissime, ci
sono ancora odiosi privilegiati. Per esempio, i parlamentari che, dopo aver
fatto finta di battagliare per la riforma del Senato, con l’avvicinarsi del
Ferragosto si sono subito squagliati e si sono ritagliati ventisei giorni di
vacanza. Li rivedremo tutti abbronzati, pronti a riprendere lotte inutili. Ma
che dire dei quaranta giorni dei consiglieri regionali o dei due mesi della
Commissione di Vigilanza della Rai? E che dire di banche, dipendenti comunali,
poliziotti, negozi e idraulici? Che dire delle indecenti ferie di giornalisti e
di conduttori televisivi? In radio non si fa altro che trasmettere repliche e noiosissime
musiche jazz. Hanno tirato fuori perfino le favole registrate vent’anni fa. E,
quanto alla televisione, lo squallore delle repliche è sotto gli occhi di
tutti. E sono quasi meglio le repliche in bianco e nero di certi filmetti
sentimentali che sono ancora più melensi dei vecchi romanzi della Carolina
Invernizio o di Liala. E quello stupido programma “Lol” che dovrebbe far ridere
ma che fa piangere dalla tristezza, c’è qualcuno che lo ha anche pagato… magari
con i soldi del nostro canone?
Chissà perché i programmatori
televisivi hanno deciso che l’estate deve essere la stagione del disimpegno,
della stupidità e del sentimentalismo sdolcinato. E, con tutti i giovani
disoccupati che ci sono, non si può prendere qualcuno che riesca a far qualcosa
di serio e di nuovo?
Quelli che non vanno in
ferie sono invece i prezzi. Mentre l’informazione di regime ci assicura che l’inflazione
è zero, i prezzi della frutta aumentano, e aumentano i prezzi dei giornali.
Come mai?
Da noi credono di sopperire
alla crisi aumentando i prezzi. Non hanno ancora capito che, se aumentano i
prezzi, diminuiscono ancora di più le vendite.
In ogni caso, non vi fidate
dell’informazione radio-televisiva. È drogata, risponde sempre a
interessi politici. E spesso dice esattamente il contrario di ciò che è. Non
fidatevi del “sentito dire”, dei luoghi comuni. Aprite gli occhi e constatate
di persona.
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