martedì 30 ottobre 2012

L'ultimo dei caimani


Il caimano nostrano ha dato un altro dei suoi spettacoli penosi.
Prima si è presentato in televisione per recitare la parte del padre nobile, che si ritira saggiamente per lasciare spazio ai giovani, e due giorni dopo convoca una conferenza stampa in cui con voce tremante per la rabbia e con viso truce, minaccia di far cadere il governo Monti. E perché? Perché aveva ricevuto una condanna dal tribunale di Milano. Con questo, dimostrando chiaramente, se qualcuno non lo avesse ancora capito, che lui si è messo in politica per interessi personali, per salvare se stesso e le proprie aziende. Altro che statista!
Certo, il collegio della prima sezione penale del Tribunale di Milano ha fatto di lui un ritratto sconvolgente, sottolineando il suo "ruolo di direzione e di ideatore fin dai primordi del gruppo di un'attività delittuosa tesa ad una scientifica e sistematica evasione di portata eccezionale". "Va poi considerata - si legge in un altro passaggio - la particolare capacità a delinquere dimostrata nell'esecuzione del disegno, consistito nell'architettare un complesso meccanismo fraudolento ramificato in infiniti paradisi fiscali, con miriadi di società satelliti e conti correnti costituiti esclusivamente in funzione del disegno delittuoso". Non si può trascurare poi, per i giudici, "che dalla suddetta attività è conseguita per l'imputato un'immensa disponibilità economica all'estero, in danno non solo dello Stato, ma anche di Mediaset e, in termini di concorrenza sleale, delle altre società del settore". Considerazioni che portano i giudici a non concedere le attenuanti generiche e a definire come equa la pena a quattro anni di reclusione.
Insomma, speriamo che questo individuo, che ha polarizzato la politica italiana partendo dai propri interessi e facendosi leggi per sfuggire ai processi, prenda finalmente la via dell'estero e se ne vada in qualche paradiso fiscale al sole dei tropici, godendosi i suoi miliardi... e liberando l'Italia della sua presenza ingombrante. Ritorneremmo tutti, sollevati, alla normalità,

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