giovedì 11 ottobre 2012

Gli ipocriti

Il caso di Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia, illustra bene perché il cattolicesimo non è in grado di formare gente con un senso etico all'altezza del mondo moderno. L'uomo è inquisito per gravi reati ed è a capo di una giunta in cui ci sono, per ora, quattordici inquisiti; ieri è stato arrestato un assessore che pagava le cosche mafiose per farsi eleggere. Ora, Roberto Formigoni da anni si presenta come un cattolico credente e osservante, che, oltre ad essere un importante esponente di Comunione e Liberazione,  fa parte di un movimento di ferventi cattolici, i Memores Domini (coloro che si ricordano, o dovrebbero ricordarsi, continuamente di Dio), che dovrebbero essere dediti a povertà, castità, vita ascetica e obbedienza. Peccato che di tutto questo non vi sia traccia nel suo comportamento, con lussuose vacanze ai Caraibi, cene luculliane e frequentazione di yacht e di ville in Sardegna, viaggi in tutto il mondo a spese della regione, e così via. Ma qui siamo ancora nel veniale. E non mi riferisco solo alle accuse che piovono sul suo capo e alle sue amicizie fraterne con alti esponenti di Comunione e Liberazione, due dei quali sono finiti in carcere. No, mi riferisco al suo attaccamento al potere. Quest'uomo che ha uno stipendio favoloso, che si è costruito un grattacielo come sede di rappresentanza della Regione, che ha certamente pronto un vitalizio da nababbo, non vuole dimettersi di fronte alla accuse che piovono sulla sua testa e sulla sua giunta. Resta attaccato al suo posto di potere. Azzera la giunta, ma non vuol capire che non può fare il moralizzatore perché anche lui è inquisito. Ha paura di non essere rieletto, di non contare più niente, di non poter più frequentare vip. Insomma non ha nessuna spiritualità. Della sua castità non voglio saper niente, ma il suo voto di povertà e di vita ascetica dove è finito? Eppure un uomo del genere è il prodotto tipico della cultura cattolica. Si tratta di uomini fedeli alla Chiesa ma del tutto arroganti, presuntuosi e ipocriti, privi di qualsiasi senso critico, privi di qualsiasi spiritualità. Il discorso va allargato. Nel cattolicesimo si può essere religiosi, senza avere nessuna vera virtù: l'importante è l'obbedienza alle esigenze di potere della Chiesa. Sono gli eterni farisei, gli ipocriti, di cui si era occupato invano un certo Gesù. Per loro non esiste il distacco, non esiste l'umiltà, non esiste l'autocontrollo; esistono solo le loro individuali esigenze egocentriche. Dal che si deduce che il cattolicesimo è una religione della pura esteriorità.

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