Se qualcuno vive all’estero, forse non si rende
conto di quel che sta succedendo in Italia con il referendum costituzionale.
Si era detto che, per svolgere una politica più
efficace e snella, bisognava ridurre il palleggio delle leggi tra Camera e Senato
(trasformando quest’ultimo in un Senato delle regioni) e che era necessario
ridefinire i rapporti tra Stato e regioni, oggi molto confusi. Per far questo,
era stato definita e votata quasi da tutti una proposta di riforma
costituzionale, che adesso deve affrontare un referendum popolare.
Ma qui la situazione si è complicata perché,
per motivi politici o di potere personale, molti si sono messi a remare contro,
soprattutto per abbattere il governo Renzi.
Così i soliti italioti mettono tutte le loro
energie non per costruire qualcosa in comune, ma per ostacolarsi a vicenda.
In questi giorni di furiosa battaglia politica
salta fuori il carattere profondo degli italiani, divisi sempre su tutto e
faziosi in massimo grado.
In un momento di gravi crisi europee e
internazionali, noi siamo pronti a far cadere il governo, tanto per dimostrare quanto
siamo litigiosi e deboli.
La nostra unità nazionale dura di solito pochi
giorni, durante le catastrofi o le partite della nazionale. Subito dopo, ci
contrapponiamo e ci accoltelliamo su tutto. E gli interessi particolari
prevalgono su quelli generali del paese.
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