venerdì 18 febbraio 2011

Chiesa di destra

In un'intervista al Corriere della Sera del 17 febbraio 2011, il teologo americano Matthew Fox, un domenicano espulso (ovviamente) dall'Ordine, sostiene che rispetto al Concilio Vaticano II, focalizzato sul rinnovamento della Chiesa, i due ultimi papi, Wojtyla e Ratzinger, sono scismatici, avendo tradito lo spirito del Concilio e avendo riportato un ordine dittatoriale che ha smorzato ogni spinta al cambiamento. In particolare Wojtyla ha sradicato la teologia della liberazione, è stato indifferente alle tante uccisioni di laici e preti che in America Latina difendevano i poveri, ha dato importanti incarichi a uomini di destra (spesso dell'Opus Dei), ha cancellato il principio di collegialità deciso dal Concilio, ha appoggiato padre Maciel della Legione di Cristo perfino dopo le rivelazioni sulla sua pedofilia, ha sminuito l'importanza delle donne, è stato omofobico, ha voluto la canonizzazione di "un uomo violento come Escrivà, il fondatore dell'Opis Dei", ha restaurato l'Inquisizione ed ha sostenuto "movimenti fanatici di laici che in realtà non sono di laici, come Comunione e Liberazione".


Insomma, anche se il suo pupillo lo vuole santo, Wojtyla è stato l'iniziatore di un movimento di un ripiegamento autoritario della Chiesa, che non per nulla è giunta a sostenere la destra italiana al governo. D'altronde, i valori della Chiesa cattolica sono sempre stati di destra. L'autoritarismo e l'odio per la libertà di coscienza sono nel suo DNA. Il Concilio è stata l'unica eccezione. Che cosa aspettarsi da un'istituzione che confida nel Padrone eterno e che confida nell' "uomo della Provvidenza"?

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