Le menti dei nostri politici sono così confuse che non si sa
neppure se c’è o non c’è la crisi di governo. Né come si evolverà. Le solite
cose improvvisate, per di più proprio a ferragosto. Anche Salvini, col caldo,
dà i numeri.
Sapevamo che i due partiti litigavano su tutto, anche adesso sul
modo di affrontare la crisi e andare a nuove elezioni. Quindi tutto sospeso.
A dir la verità, non c’è una differenza rispetto al recente
passato. I due non combinavano più nulla. E si insultavano a vicenda.
Non ci sono dubbi che i Cinquestelle, con la loro incompetenza e
le loro idee fumose, dopo la sconfitta delle europee, fossero ormai un partito
allo sbando. Quel poco che hanno fatto, il reddito di cittadinanza, rimarrà un
semplice sussidio di Stato e, senza i navigator, non servirà a far trovare
lavoro.
Alle prossime elezioni, perderanno almeno la metà dei loro
elettori. E quindi rimarranno nella storia italiana come il peggior esempio di
dilapidazione di un successo elettorale. Ma la cosa era prevedibile vista la
loro inettitudine. Non ci si improvvisa ministri. Bisogna avere esperienza e
studiare.
Non rimpiangeremo Di Maio, che da una balcone aveva proclamato
la “fine della povertà”, salvo poi apprendere che c’erano ancora cinque milioni
di poveri.
Ma il vero pericolo è Salvini, che sta chiedendo “pieni poteri”.
Evidentemente nella sua testa c’è il modello non democratico di Putin. E il
rischio è che sia presente anche negli elettori, gli italioti, che, nei momenti
peggiori optano per eleggere l’ “uomo forte”: Mussolini, Craxi, Berlusconi,
ecc. – l’uno peggiore dell’altro.
Avere Salvini solo al potere sarebbe una vera iattura, sia sul
piano politico sia sul piano economico. Sul piano politico perché la Lega è
sempre stato un partito separatista e anti-europeo, e sul piano economico
perché Salvini non ha nessuna esperienza di governo e il suo partito ha una
tradizione a fare dello Stato una mucca da mungere a favore del partito e delle
regioni del nord.
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