Complimenti
a Conte che nel suo discorso di dimissioni al Senato ha elencato tutti i
difetti di Salvini: non ha cultura delle regole, non ha rispetto delle
istituzioni, ha un’idea plebiscitaria della politica mobilitando le piazze,
vuole pieni poteri, ha tendenze a vie autoritarie, usa in modo improprio i
simboli religiosi, preferisce i suoi interessi personali e di partito agli
interessi della nazione, non ha voluto chiarire la questione delle tangenti
russe chieste da un suo uomo di fiducia…
Peccato però che tutti questi difetti fossero
evidenti fin dall’inizio. Basta leggere alcuni dei precedenti blog. Che Salvini
miri a un potere autoritario, sul modello di quello di Putin in Russia, non è
un mistero. E non è un mistero che faccia un uso spregiudicato della religione,
andando in giro a baciare crocefissi e rosari e invocando il “cuore immacolato della
Vergine”. Che ami tanto la destra fascista non è un mistero. Che nasconda i 50 milioni
di rimborsi elettorali per cui la Lega è stata condannata non è un mistero. Che
la sua politica dei porti chiusi sia un fallimento non è un mistero: basti
vedere l’ultima vicenda della Open Arms. E non è un mistero che non abbia mai
governato (e che sia più o meno incapace come i Cinquestelle) e che abbia fallito
le ultime mosse politiche.
Come hanno fatto allora i Cinquestelle, che
invocavano l’onestà, ad allearsi con un individuo del genere? Non volevano vedere
la realtà per pura sete di poltrone?
Nel discorso di Conte manca
completamente l’autocritica. Se nelle prossime elezioni, Salvini riceverà una
valanga di voti e se andrà al potere con la peggior destra clerical-fascista di
cui disponga l’Italia, la strada gli sarà stata spianata dai Cinquestelle, che
avranno rovinato se stessi e il paese.
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