venerdì 2 dicembre 2016

Scelte costituzionali

Chi vota sì al referendum di domenica 4 dicembre vuole per lo meno cambiare qualcosa in una situazione costituzionale insoddisfacente. Tant’è vero che questi cambiamenti erano richiesti da decenni.
Chi vota no crede che tutto rimarrà così com’è. Ma si sbaglia. Votare no è tornare indietro. Come tornano indietro i cinquestelle: la sindaca di Torino dice no alla Tav, la sindaca di Roma dice no alle Olimpiadi, alla nuova metropolitana e ai centurioni (che male facevano?) e Grillo dice ai suoi di votare non con il cervello, ma con la pancia.
Più regressione di così…
Inoltre, votando no si indebolisce il governo in un momento in cui dobbiamo confrontarci con l’Europa dell’austerità e con l’America di Trump. Invece di presentarci con un governo forte, noi ci presentiamo con un governo dimissionario e poi forse con un governo tecnico, debole per definizione. Tutti divisi, come al solito.
Infine, non si parlerà più per i prossimi vent’anni dell’abolizione del bicameralismo perfetto, della riduzione dei membri del Parlamento più numeroso e inefficiente d’Europa e di un riallineamento tra Stato e Regioni.

Questa è l’ultima occasione. O si va avanti o si regredisce.

Nessun commento:

Posta un commento