lunedì 5 dicembre 2016

La zappa sui piedi

È questo il risultato della bocciatura del referendum proposto da Renzi: gli italioti si sono dati la zappa sui piedi.
Probabilmente si tratta di un voto di protesta per la difficile situazione economica. Ma perché prendersela con una riforma costituzionale che rendeva più efficiente il funzionamento dello Stato? Perché conservarsi il parlamento più numeroso e inutile di Europa? Perché non eliminare il cameralismo paritario? Perché non ridurre il potere delle Regioni che moltiplicano corruzione e sprechi?
Adesso, si è interrotto il processo virtuoso delle riforme e per decenni nessuno proporrà più niente, nessuno oserà ridurre numero e stipendi della Casta.
Si è votato con la pancia, non con il cervello, proprio come consigliava Grillo. Non si è pensato al futuro, nemmeno i giovani.
Il fronte dei partiti che ha vinto era unito solo sul no, ma non ha niente da proporre, non ha una visione unitaria, e tutti hanno già incominciato a litigare.
Dunque, chi ha voluto protestare per il disagio economico ha creato una situazione di instabilità che aumenterà ancora di più il malessere.
Ciò che attende l’Italia è un periodo di incertezza, di smarrimento e di debolezza.
Questo è d’altronde il destino degli italioti, sempre divisi su tutto, sempre incapaci di riformarsi, sempre pronti a sbagliare scelte politiche, sempre pronti a tarparsi e ali.
Buon caos a tutti.


1 commento:

  1. La mia prima sensazione, dopo i risultati del referendum, è stata di sentirmi estranea in un paese straniero. Poi ho pensato alle elezioni in Austria e mi sono detta: “magari l’Italia fosse un paese straniero!”
    Invece L’Italia resta sempre uguale a se stessa : un paese che per ben due volte manda a casa Prodi, ma che si tiene stretta per anni Berlusconi, un paese in cui esplodono le proteste per l’accoglienza ai migranti, ma che accetta con serena rassegnazione il modo di governare (??) della Raggi, come a suo tempo si era accettato quello di Alemanno.
    E gli elettori del PD che cosa faranno? Saranno disposti a dare il voto a un partito che ha fra i suoi membri persone disposte a fare cadere un governo in cui il PD stesso ha la maggioranza?
    Ma perché queste persone non se vanno e non fondano un nuovo partito? Potrebbero chiamarlo “gli amici di Bertinotti”: D’Alema ci si troverebbe benissimo.

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