mercoledì 21 maggio 2014

Italia precaria

Non mi riferisco al gran numero di lavoratori o di pensionati precari (che pure esistono), ma alla inconsistenza del paese, alla sua instabilità. Qua tutto è improvvisato e pericolante. Gli italiani sono divisi su tutto e non arrivano mai ad esprimere né un movimento collettivo né una solida maggioranza. I governanti si inventano da un giorno all’altro tasse e provvedimenti che il giorno dopo vengono smentiti o si rivelano sbagliati.
Lo spettacolo di queste elezioni europee è sconfortante. Berlusconi ripete sempre più stancamente le sue battute, Grillo sogna la rivoluzione francese, le liste di proscrizione e i processi pubblici, e Renzi vorrebbe far qualcosa, ma ha dietro di sé un partito diviso.
Gli italiani  non sono mai d’accordo su niente e, anziché mettersi a risolvere concretamente i problemi, sognano grandi rovesciamenti. Utopisti, superficiali e caotici. E corrotti: nella confusione generale, non mancano mai politici e amministratori pronti a rubare il denaro pubblico.

I mali che affliggono la nostra economia sono in realtà un riflesso dei mali che affliggono il carattere italico. È per questo che siamo il grande malato d’Europa. La nostra è una crisi morale.

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