giovedì 28 marzo 2013

Teste italiche



Ormai conosciamo bene le testine italiche. Sono secoli che andiamo avanti così. Tanti statarelli, tanti popoli, che si odiano e si combattono a vicenda, con il risultato che qui comandano gli stranieri. E oggi gli stranieri sono le agenzie di rating o le commissioni europee. Ci impongono i loro voleri e noi dobbiamo solo ubbidire e pagare.
I grandi partiti si sono sostituiti agli statarelli rinascimentali, ma le teste italiche sono sempre le stesse: tutti odiano tutti, tutti lavorano solo per la loro fazione. Poi ci sono i rivoluzionari: prima erano i leghisti, che sognavano divisioni e "padanie" varie, e oggi sono i cinquestelle, che sognano rivoluzioni utopistiche. Solo l'Italia produce cervelli del genere. Vi ricordate i tempi dei terroristi? Anche allora c'erano gli utopisti che sognavano la rivoluzione. E sono finiti come sono finiti. Sì, perché l'italiota non ha equilibrio, non si perde dietro i problemi concreti del buon governo o dell'organizzazione, ma aspira sempre a rivoluzioni grandiose.
Le nostre clssi dirigenti sono le più penose del mondo. Non ci siamo dimenticati che cosa facevano i generali durante la prima guerra mondiale o la guerra civile scoppiata con la caduta del fascismo. E abbiamo appena visto che figura barbina hanno fatto i nostri "grandi" diplomatici con l'India.
La posizione di stallo tra le varie fazioni non è una novità: va avanti da qualche secolo. Anche oggi, non è colpa di questo o quel partito, ma delle teste degli italiani, che sono divisi su tutto e che si fanno facilmente attrarre dal populismo, dai grandi buffoni, da chi le spara più grosse. Qui tutti i truffatori trovano subito un seguito. Non avendo capacità di riflessione, le masse italiche sono pronte a lanciarsi dietro il demagogo di turno. E poi si scagliano contro le poche persone serie di cercano di fare qualcosa. Per carità!
Attualmente le nostre più eccelse menti stanno cercando di formare un governo, che non può che essere un governicchio debole, fragile e di breve durata. E saremo alle solite. Ognuno bloccherà l'altro - e i mercati (stranieri!) faranno di noi strame.
In compenso, in questo paese dove regna l'odio, l'avversione e l'antipatia, siamo pieni di trasmissioni che esaltano il Papa e san Francesco. Ma quanto deve aver predicato male questa religione per aver creato teste  un simile senso del bene comune!

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