Mentre
tutto il mondo moderno lascia aperti i negozi giorno e notte, festivi e non
festivi, da noi torna la nostalgia delle domeniche deserte, con le famigliole
amorevolmente riunite intorno alla tavola, dopo essere andate alla santa messa.
Una nostalgia del tempo che fu.
C’è
nei Cinquestelle una vena reazionaria, provinciale e passatista, che porterà l’Italia
a uscire dai circuiti della modernita e del progresso. La chiusura dei centri
commerciali è una misura autoritaria che non serve a difendere il piccolo
negoziante, ma farà perdere posti di lavoro e vendite ai grandi supermercati,
che già sono in crisi. Visto che l’apertura era facoltativa, non dava fastidio
a nessuno e permetteva a chi voleva tener aperto di guadagnare anche nei giorni
festivi. Quanto ai lavoratori, nessuno gli impediva di prendersi un altro
giorno di riposo.
Mentre
l’istinto della destra è quello di imporre a tutti leggi coercitive, quello dei
Cinquestelle è anche ritornare al passato, stimolando il conformismo generale. Perché
tutti devono far festa nello stesso giorno? Perché lo vuole il Papa?
Ma
la vera ideologia del Movimento è quello di fermare tutto: il Tap, la Tav e le grandi
opere. Se ne accorgeranno i genovesi con il ponte crollato. Se sperano di
rivederlo presto ricostruito, vedranno quanti bastoni fra le ruote metteranno i
Cinquestelle.
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