domenica 19 gennaio 2020

Il populista


Salvini dovrebbe piantarla di ripetere che lui rappresenta il popolo. Per bene che vada, rappresenta un terzo dei votanti. Gli altri due terzi non lo approvano. Ma questo è appunto il populista: voler far credere che si agisce in nome di tutto il popolo, mentre si è comunque una minoranza.
Oggi la Lega sembra essersi convertita al nazionalismo, ma fino a ieri ce l’aveva con i meridionali, sognava lo Stato della Padania e diceva di pulirsi il c. con la bandiera italiana. Su questo dovrebbero riflettere i veri patrioti. A Salvini interessa solo il potere, non la nazione.
La Lega ha sempre minacciato le maniere forti (Bossi parlava di “trecentomila” moschetti pronti a entrare in azione) e ha tentato in ogni modo di ottenere il potere, prima regionale e poi nazionale. Non è neanche nuova a corruzione, a scandali (la laurea del figlio di Bossi, ecc.) e a ruberie (dove ha nascosto i 49 milioni che deve restituire al “popolo” italiano?).
Ha anche tentato di conquistare banche e di istituire “scuole padane”, fallendo per fortuna ogni volta.
In alleanza con il partito di Berlusconi, ha favorito le leggi ad personam del padroncino e ha portato l’Italia alla rovina del governo Monti.
Davvero, gli italioti si sono dimenticati del passato e sperano che i leghisti conquistino “tutto il potere”? Non si ricordano più della partecipazione di Salvini al congresso di Verona sulla famiglia “tradizionale”, dove si è vista quale cultura reazionaria e autoritaria porti avanti la Lega, pronta a ostentare simboli religiosi pur di ottenere qualche voto in più?
È vero che molti italiani, da buoni cattolici, sognano “l’uomo forte”, ma si sono dimenticati che l’ultimo “uomo della Provvidenza” ha lasciato l’Italia in macerie.

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