giovedì 10 gennaio 2019

Le sceneggiate della politica


Povero Salvini. Fa quasi pena. Era l’unico che avesse una linea precisa di condotta per evitare sbarchi illegali di africani. Ma subito è stato stoppato. In Italia non c’è mai una posizione ferma. Tutto è instabile e contraddittorio. La fermezza non rientra nel nostro carattere. Subito entra in campo il dubbio, il ripensamento e il tradimento. E così anche Salvini è stato tradito.
È la solita sceneggiata. Prima entra in campo Di Maio, poi Fico, poi il Presidente della Repubblica e infine il Papa. E tutto va a schifio. Come in questo caso dei cinquanta emigranti fermi davanti a Malta.
Ancora una volta abbiamo dato prova di essere dei pappamolla, di non poter sostenere a lungo nessuna posizione ferma.
Fino alla prossima occasione, dove si ripeterà tutto uguale. E gli altri ci disprezzano e se ne approfittano. Alla fine ci dobbiamo rimangiare tutto. I soliti italiani, deboli in tutto.
I tedeschi per esempio adorano l’Italia, ma disprezzano gli italiani. Sanno che sono dei voltagabbana, privi di una solida concezione etica.
Tutti ci ammirano per il nostro Rinascimento e per le nostre opere d’arte. Ma ci si dimentica di aggiungere che furono volute da una Chiesa ricchissima e potente, che usava le opere d’arte per meglio diffondere le proprie visioni del mondo e della morale.
Certo si tratta di opere dell’esteriorità, dell’apparenza. Ma quando si gratta l’esteriorità che cosa rimane? Un grande ignoranza, luoghi comuni, rituali insensati, superstizioni.
È difficile dire se il carattere italiano hanno influenzato la Chiesa o se la Chiesa abbia forgiato il carattere italiano. Ma, comunque sia, il risultato è la corruzione, la disonestà, l’ipocrisia, il continuo tradimento di sé e degli altri.
Un popolo infantile, un popolo di clown che recitano sceneggiate, senza sostanza, senza avere un principio etico. L’eterna commedia italiana dell’arte, dove non ci sono veri uomini dignitosi, ma maschere e macchiette.
Salvini, Di Maio, il Papa, Grillo…

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