Ormai lo spettacolo che ci dà quotidianamente la Chiesa è
indecoroso.
Tutti vedono le trame e gli intrighi che avvengono in Vaticano,
con spie e documenti trafugati.
La Corte dei Conti stigmatizza la legge sull’otto per mille che è
concepita per regalare più di un miliardo di euro alla Chiesa, una legge che
non ha controlli e che adotta massicce e sproporzionate campagne pubblicitarie.
Questo fiume di denaro affluisce ad una Chiesa che trabocca già di
denaro e che lo spende malamente. Le attuali lotte all’interno della curia
vertono in realtà sull’uso spregiudicato degli immensi patrimoni accumulati. Si
pensi che solo a Roma, la Chiesa ha un patrimonio edilizio di quattro miliardi.
Lo stesso Papa confessa che è tutto fuori controllo. Risulta
perfino che il sessanta per cento delle offerte fatte in Argentina viene
investito in fabbriche di armi.
Dopo lo scandalo IOR (Istituto per le opere religiose), ecco lo
scandalo APSA (Amministrazione patrimonio della sede apostolica) che, secondo
gli stessi ispettori vaticani, avrebbe riciclato denaro sporco, abusato di
informazioni privilegiate e manipolato il mercato.
Come se non bastasse, i soldi dati dagli sprovveduti per opere
di beneficenza vengono spesso dirottati dai prelati per costruirsi dimore
lussuose (come quella del cardinal Bertone), per comprare vestiti eleganti, per
viaggi e per mobili di lusso.
Adesso, per il Giubileo, ordinato dal Papa senza preavviso e
senza consultare le autorità dello Stato, Roma si trova costretta a sborsare
milioni di euro per organizzare l’evento.
Potremmo continuare con lo scandalo degli insegnanti di
religione, pagati dallo Stato ma scelti dai vescovi, per concludere che è
difficile trovare oggi un organismo sia più corrotto della “santa” sede.
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