venerdì 20 marzo 2015

Lupi Mannari

Può darsi che il ministro Lupi non abbia intascato niente personalmente. Ma è la solita storia: quando si è nel giro giusto, quando si conoscono coloro che danno lavoro utilizzando i fondi pubblici, quando ci si frequenta abitualmente tra privilegiati, non c’è bisogno di chiedere tangenti: i favori vengono elargiti spontaneamente per conquistare il politico.
Quindi, se il ministro non sapeva dei traffici illegali che avvenivano nel suo ministero, era quanto meno un ingenuo. E se sapeva e non è mai intervenuto, è corresponsabile delle ruberie.
Notiamo che anche Lupi era un esponente di Comunione e Liberazione, quel movimento ecclesiale fondato da don Giussani che si è sempre distinto per occuparsi degli appalti pubblici attraverso le giuste conoscenze. Tra i membri finiti in galera e quelli sotto processo, come Formigoni, e adesso il ministro Lupi dimesso, questi cattolici hanno dato un prova esemplare del loro attaccamento alla famiglia… e al denaro.

Resta l’arcivescovo di Milano, anche lui un prodotto di quell’ambiente e di quella cultura. Aspettiamo in riva al fiume.

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